"IO E MATTEO IN QUESTI ANNI NON ABBIAMO MAI SCAMBIATO UN GESTO AFFETTUOSO IN PUBBLICO, ANCHE SE ERA IL SEGRETO DI PULCINELLA" - FEDERICA PELLEGRINI E LA SUA STORI CON MATTEO. GIUNTA: "LUI E' RISERVATO, UN PO' VECCHIO STILE. A VOLTE SONO IO CHE LO OBBLIGO A POSTARE SUI SOCIAL. LA TV MI HA FATTO CAPIRE CHE POSSO FARE ANCHE ALTRO. NOI NUOTATORI SIAMO CONVINTI DI SAPER SOLO NUOTARE. IO SOTTOSEGRETARIO ALLO SPORT? SONO POCO PORTATA AL COMPROMESSO, MI ROVINEREI LA VITA. I PROBLEMI MENTALI DEGLI ATLETI? MOLTI ASPETTANO UN TUO ERRORE. DA GIOVANE FATICHI A DISTINGUERE CHI TI..."
Adriana Ravelli per il “Corriere della Sera”
Sospesa tra la vita di sempre (un allenamento al giorno, anche in vacanza, per prepararsi alla Isl, l'esibizione dal 26 agosto a Napoli) e le scoperte che quella nuova già porta con sé, come andare a fare la spesa mano nella mano con l'ex allenatore, ora fidanzato-alla-luce-del-sole, Matteo Giunta. Federica Pellegrini a 33 anni, si gode questa fase anfibia, tra il dentro e il fuori la piscina, in equilibrio tra il «prima», che è ancora lì attaccato al costume con tutte le sue vittorie e i suoi record, e il «dopo» che spinge per arrivare.
Federica se chiude gli occhi e pensa a Tokyo cosa le viene in mente?
«Il mio ingresso nella finale dei 200 stile, l'oro della 4x100 vissuto allo stadio e la mia elezione al Cio».
La quinta finale olimpica nella stessa disciplina, unica a esserci riuscita: è stato l'addio che si era immaginata?
«Se l'Olimpiade fosse stata nel 2020, dopo i Mondiali vinti l'anno prima, l'obiettivo sarebbe stato una medaglia. Però dopo sei settimane di lockdown, il Covid, un anno in più, gli obiettivi sono cambiati: non ne ho fatto un dramma. L'ultimo anno il mio corpo mi ha dato dei segnali: è arrivata la consapevolezza che sarebbe stata l'ultima stagione. Non sarei riuscita a chiedergli di più».
A Tokyo sembrava in pace con se stessa.
«Così mi sentivo. Potevano esserci vari modi per arrivare all'addio: per un infortunio grave, ed era quello che speravo non accadesse, attraverso un logorio protratto per anni magari senza risultati, oppure da un secondo all'altro, come se si spegnesse la luce. Per fortuna è arrivato il terzo: è stato un momento molto particolare, di colpo ho capito che avevo dato tutto quello che potevo a questo sport».
Con che stato d'animo torna in acqua nelle gare dell'Isl?
«Mi aiuterà nel passaggio, intanto è divertente: si gareggia a squadre e per noi nuotatori che in genere siamo soli è una bella novità. Fino a novembre, se si va ai playoff, potrò godermi il gruppo».
Ha citato l'elezione al Cio: è già entrata nel ruolo?
«A fine mese sceglierò in che commissione lavorare, i temi sono tanti, il doping è uno dei più difficili ma la rincorsa a uno sport pulito è da sempre una mia battaglia».
Lei è favorevole alle squalifiche a vita.
«Sì: la tolleranza va bene per la negligenza, non se dietro ci sono studi per alterare le prestazioni. È una lotta che bisogna fare, il doping c'è. In carriera ho visto cose strane, persone che si miglioravano di 3'' e poi sparivano».
Dopo il caso Biles ha detto di volersi occupare dei problemi mentali degli atleti.
«È uno dei temi più sottovalutati. Chiedere aiuto psicologico è visto come una debolezza. Non è così, pochi capiscono lo stress psico-fisico di un atleta all'Olimpiade. Molti aspettano un tuo errore, ed è la parte che fa più rumore. Quelli che ti vogliono bene sono pochi e da giovane fatichi a distinguerli. Poi ci sono problemi psicologici che vanno oltre lo stress per le prestazioni. È giusto parlarne ed è fondamentale inserire uno psicologo in squadra, anche nel nuoto».
Lei è stata spesso la prima a portare alla ribalta certi temi, disturbi alimentari, crisi di panico, impatto del ciclo...
«Non mi sono fatta mancare niente! Da ragazza ti chiedi: perché a me? Poi capisci che succede a tantissime e allora dici, "ok troviamo il modo per aiutarci tra noi". Io so qual è la potenza della mia voce, l'ho presa come una missione portare alla luce certi temi. L'impatto del ciclo, per esempio: non l'ho inventato io, ci sono studi che dicono che una settimana prima si può prendere un chilo per la ritenzione idrica, io mi sono trovata a giocarmi una finale olimpica: ho dovuto studiarlo».
Ha 1,5 milioni di follower su Instagram, si diverte ancora sui social?
«Sì, ma penso che la situazione stia sfuggendo un po' di mano. Se servisse un documento d'identità per iscriversi avremmo risolto il 90% dei problemi, il bullismo, il body shaming. Nascosto dietro un account puoi dire qualsiasi cosa: non va bene».
Il suo fidanzato Matteo in un post si domandava se usare o meno i social.
«Lui è molto più riservato, è un po' un ragazzo vecchio stile ed è anche il suo bello: a volte sono io che lo obbligo a postare».
Com' è la vita dopo essere usciti allo scoperto?
«Stiamo scoprendo questo nuovo modo di vivere. In questi anni non abbiamo mai scambiato un gesto affettuoso in pubblico, tenevamo separati i ruoli, anche se era il segreto di Pulcinella. Adesso ci stiamo abituando, l'altra sera ci siamo presi per mano per andare a fare la spesa e ci siamo detti "che roba strana"».
Lei e Valentino Rossi avete preso il Covid negli stessi giorni, poi vi siete ritirati negli stessi giorni. Ora lui diventerà papà...
«Su questo non siamo allineati! Adesso sarebbe anche impossibile perché devo gareggiare. Quanto al suo ritiro, me lo sentivo: ci sono state un po' di coincidenze tra noi, dopo il Covid ci siamo avvicinati. Alla nostra età, penso ci abbia dato una mezza mazzata...».
Ha un elenco di cose che si concederà quando smetterà del tutto?
«Sì, una vacanza. E poi dovrò imparare l'inglese».
E la tv? Ha detto che Italia' s got talent è stata una delle decisioni migliori che ha preso.
«Mi ha aiutato sapere di essere portata anche a fare altro, noi nuotatori siamo convinti di saper solo nuotare».
Si parla di lei per il Festival di Sanremo.
«Ho letto, ma non so nulla, da zero al Festival mi pare un po' ambizioso».
matteo giunta federica pellegrini
A proposito di ambizione: c'è chi la vede già sottosegretario allo Sport.
«Vezzali è la migliore in quel ruolo, è molto istituzionale. Io sono poco portata al compromesso, mi rovinerei la vita. Però entrerò in Giunta Coni, avrò un assaggio...».
Un'erede di Federica Pellegrini non c'è, ma se dovesse fare un nome?
«Le due più forti sono Simona Quadarella e Benedetta Pilato: Simona ha davanti un mostro come Ledecky, ma ci deve credere. Benedetta ha avuto un'Olimpiade difficile, in una gara che non sente ancora sua, ma ha solo 16 anni. Nei 200 stile non c'è nessuna, purtroppo».
Le medaglie all'Olimpiade chiudono un'estate magica per l'Italia: riusciremo a sfruttare quest' energia?
«Nello sport penso di sì. Ora la politica si deve adeguare: quest' unità, questo patriottismo lì non ci sono. Ma siamo un Paese troppo bello per non averne cura...».
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