L’UDINESE VA MOLTO PER IL SOTTIL – IL SEGRETO DELLA SQUADRA RIVELAZIONE DEL CAMPIONATO E’ ANDREA SOTTIL: GUADAGNA 300 MILA EURO, MOLTO MENO DEI COLLEGHI PIÙ BLASONATI - IN RITIRO HA FATTO LAVORARE DURO LA SQUADRA, CHE ADESSO VIAGGIA A MILLE - LA SUA UDINESE, CHE HA POCHE STELLE (BETO, DELOFEU, PEREYRA E UDOGIE) E UN TETTO INGAGGI NON PARAGONABILE A QUELLO DELLE BIG, STA VOLANDO...
Matteo Innocenti per www.tag43.it
Il modello Sottil e il calcio operaio dell'Udinese
C’è una squadra bianconera ostaggio dello stipendio del proprio allenatore. E ce n’è un’altra degli stessi colori ma con una situazione del tutto opposta. Solo che quella messa peggio è la più blasonata, la Juventus. Prigioniera del maxi contratto quadriennale che ha pensato bene di far firmare a Massimiliano Allegri nel 2021. Ora che i risultati sportivi sono disastrosi, il tecnico difficilmente verrà esonerato. Una volta la società di Torino era seguita come un modello. Ora l’esempio a cui molti guardando è invece Udine, piazza che non è ostaggio di alcuno stipendio da capogiro, visto che ha scelto l’opzione low cost dell’allenatore Andrea Sottil, la vera sorpresa di inizio campionato.
Sottil, esordiente in A da 300 mila euro
Terza in campionato con 16 punti, a una sola lunghezza dalle capoliste Napoli e Atalanta, l’Udinese ha in panchina un tecnico esordiente in Serie A, che guadagna “appena” 300 mila euro l’anno. Non il meno pagato di tutti, ma quasi. Il già citato Allegri, che dalla battuta di Arrivabene ha messo in fila due sconfitte contro Benfica e Monza, guadagna questa cifra in circa due settimane.
Simone Inzaghi dell’Inter, che contro l’Udinese ha sciaguratamente sostituito due titolari dopo mezz’ora in quanto ammoniti, prende 5,5 milioni in virtù del contratto rinnovato a giugno. Com’è andata a finire la partita? 3-1 per i bianconeri di Sottil, allenatore a cui non appartengono scelte cervellotiche di questo tipo.
Da difensore a allenatore: la carriera di Sottil
Ex difensore cresciuto nelle giovanili del Torino (è di Venaria Reale), Sottil ha giocato in Serie A con Fiorentina, Atalanta, Udinese, Reggina e Catania. Un onesto mestierante della linea arretrata che, appese la scarpe al chiodo, ha iniziato ad allenare a 37 anni: Siracusa, Serie C. Sulla panchina del club siciliano vinse subito il campionato, ma a causa dei mancati pagamenti degli stipendi ai calciatori fu penalizzato e dovette rinunciare alla promozione.
Nelle stagioni successive Sottil si è barcamenato tra C e D: Gubbio, Paganese, di nuovo Siracusa (promosso dalla D alla C), Livorno (che ha portato in B) e Catania. Nel 2019/20 l’esordio in B, sulla panchina del Pescara. Poi a dicembre 2020 è stato chiamato dall’Ascoli, penultimo nella serie cadetta. Ottenuta la salvezza, Sottil è stato riconfermato per la stagione successiva, in cui ha portato il club marchigiano addirittura ai play-off.
Applicazione totale e una chance per tutti: così ha conquistato i giocatori
Quando d’estate Gabriele Cioffi ha rifiutato il rinnovo preferendo accasarsi all’Hellas Verona, l’Udinese ha subito pensato a Sottil. «Lo conoscevamo per i quattro anni trascorsi a Udine da giocatore, conoscevamo le caratteristiche di una persona molto cattiva agonisticamente, un grande lottatore. Conoscevamo anche la sua propensione alla leadership nello spogliatoio», ha spiegato Pierpaolo Marino, direttore dell’Area tecnica. «Felice di essere partito dal basso, ma questo club lo desideravo. Sono molto sicuro di me», ha detto Sottil dopo la vittoria contro l’Inter. Dalla parte del tecnico, spiega chi lo conosce bene, c’è un’applicazione totale. Primo ogni mattina ad arrivare al campo di allenamento, in ritiro ha fatto lavorare duramente la squadra, che adesso viaggia a mille. E anche lui ha lavorato duro, per adattarsi alla difesa a tre, schieramento “classico” dei friulani, lui che era abituato a giocare a quattro.
Schietto e diretto, non guarda in faccia nessuno ed è pronto a dare una chance a chiunque, se lavora bene in settimana: i calciatori apprezzano molto queste sue qualità. E poi, racconta chi lo conosce bene, in Sottil vive la convinzione che non di non partire mai battuti. E in effetti, in questo inizio di stagione l’Udinese ha perso solo una partita, contro il Milan campione in carica, 4-2 a San Siro.
Poi un pareggio e cinque vittorie di fila, con gli scalpi illustri di Roma e Inter. Includendo la Fiorentina, l’Udinese è l’unica squadra del campionato ad aver già incontrato quattro delle (presunte) “sette sorelle”. Alla ripresa della sosta, dopo l’Hellas dell’ex Cioffi, giocherà poi contro Atalanta e Lazio: a quel punto sapremo di più sulle reali ambizioni dei bianconeri.
Udinese, poche stelle ma c’è il collettivo
Intanto, quel che è certo è che Sottil è un tecnico capace di fare le nozze con i fichi secchi. Non solo è uno degli allenatori meno pagati del campionato (e questo non influirebbe sulle sue scelte), ma guida anche una squadra con un monte ingaggi molto basso. Poche le stelle, in una rosa che però è ampia e con riserve all’altezza dei titolari. I più pagati sono Roberto Pereyra e Gerard Deulofeu, che era dato per sicuro partente in estate, sulla via di destinazioni più remunerative. Invece è rimasto e sta facendo benissimo, al pari del bulldozer Beto, centravanti che farebbe comodo alle big e che a Udine si accontenta di 150 mila euro.
A proposito di grandi, la Juventus elargisce 97,3 milioni netti di ingaggi, l’Inter 74 e il Milan 54. Deulofeu, Beto, Pereyra. Sono loro le stelle di una rosa che, secondo Trasnfermarkt, vale 108 milioni: sono 18 (più 7 di eventuali bonus) quelli già pagato dal Tottenham per l’acquisto dell’azzurrino Destiny Udogie, parcheggiato per una stagione in Friuli. Un altro capolavoro di calciomercato targato Udinese: il club, che da sempre compra a poco e rivende a molto, anche quest’anno ha chiuso la sessione di calciomercato con saldo attivo, monetizzando grazie alla cessione di Nahuel Molina all’Atletico Madrid, lo stesso club a cui nell’estate 2021 era finito Rodrigo De Paul.
Udinese, da 28 stagioni in A: meglio solo le milanesi e le romane
Cessioni remunerative con cui finanziare il mercato, tetto ingaggi basso, programmazione e intensa attività di scouting. A cui si aggiunge lo stadio di proprietà, il gioiellino Dacia Arena. È la formula-Udinese, che nel recente passato è stata “l’Atalanta prima dell’Atalanta” e che da 28 stagioni di fila milita in Serie A: meglio del club friulano solo le milanesi e le romane. E in tutto questo periodo, in cui i bianconeri hanno a lungo frequentato i palcoscenici europei, solo un paio di volte ha rischiato davvero di retrocedere. Un pericolo che quest’anno, davvero, non dovrebbe prospettarsi.
Merito anche di Sottil, che ha anche lo stimolo della riconferma: quando i Pozzo l’hanno strappato all’Ascoli, gli hanno proposto un contratto di un solo anno, con clausola di rinnovo a beneficio della società da esercitare entro febbraio. In attesa di capire se l’allenatore rimarrà sulla panchina friulana, nel frattempo si è tolto un’enorme gioia: condividere il terreno di gioco di una partita di Serie A con il figlio Riccardo, calciatore della Fiorentina. Per la cronaca, è finita 1-0 per papà.