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PIO-LI SCHIAFFI - DOPO IL TONFO NEL DERBY LOTITO CACCIA PIOLI E AFFIDA LA LAZIO AL TECNICO DELLA PRIMAVERA SIMONE INZAGHI - INCIDENTI A FORMELLO: 15 TIFOSI FERMATI E UN POLIZIOTTO FERITO - DA OGGI LA SQUADRA IN RITIRO A NORCIA...
Andrea Arzilli per il “Corriere della Sera - Roma”
Pure il derby è andato. E con lui Stefano Pioli, che da ieri sera non è l’allenatore della Lazio. «La prima squadra viene affidata a Simone Inzaghi», recita la nota uscita sul sito biancoceleste. Del resto l’1-4 rimediato contro la Roma corrisponde all’ultima delusione che chiude in modo pessimo una stagione no, coordinate esatte che danno l’accelerata alle pratiche di esonero e che, da stasera, mandano la Lazio in punizione nel ritiro di Norcia su disposizione della società.
È per anticipare la fuga della squadra in Umbria che alcune centinaia di tifosi della Nord, dopo aver assistito al ko sul maxi-schermo di Tor di Quinto, si sono dirette a Formello ad aspettare il pullman della Lazio. Ci sono stati alcuni scontri con le forze dell’ordine, fatte oggetto di lancio di mattoni a cui hanno risposto con idranti e lacrimogeni: il bilancio è di 15 persone fermate e di un poliziotto ferito.
«Dire ai tifosi che sono dispiaciuto non serve - le ultime parole di Pioli da tecnico laziale -Il risultato è troppo pensante, nel secondo tempo potevamo pure pareggiare». Tramontati tutti gli obiettivi e perse tutte le finali possibili, compresa quella di ieri che ha portato a 21 punti il «gap» con la Roma, ora è tempo di pensare all’ennesima rifondazione. E almeno il primo passo, la posizione del tecnico, è già fatto da un esonero più volte rimandato in stagione.
Pioli ha già trovato un accordo con il club per risolvere il contratto che lo lega alla Lazio fino al 2017, tanto ha molte squadre che gli fanno la corte. A Simone Inzaghi il difficile compito di traghettare a giugno la squadra in un’atmosfera rovente e senza alcun obiettivo davanti.
lapr27 simone inzaghi spiaggia
Una terapia del dolore che di fatto chiude un’era biancoceleste, quella di Pioli, bellissima nel primo anno e orrenda nel secondo che valeva la conferma. «Le mie responsabilità? Ci sono di sicuro e non posso che prendermele - la riflessione dell’allenatore poco prima dell’esonero - Ma se le cose non vanno bene non è mai per colpa solo di una persona. L’anno scorso abbiamo dato il massimo, quest’anno non ci siamo riusciti».
Perché pure nel derby, nell’ultima occasione per dolcificare un’annata amara, la Lazio di Pioli è stata sempre fedele a se stessa: un gol, quello di El Shaarawy, subito come altre 15 volte entro il primo quarto d’ora (14’59’’) e poi il crollo verticale, sotto i gol di Dzeko, Perotti e Florenzi con la rete di Parolo, l’1-2, come unica vibrazione in una gara dall’esito già scritto alla vigilia.
E che presenta anche poche fonti di recriminazione, solo un paio di episodi (su Felipe Anderson e Keita) visti ma non fischiati all’arbitro Banti. «Una sconfitta così non ce l’aspettavamo - ha detto Lucas Biglia, un altro che potrebbe aver giocato il suo ultimo derby romano - Certo, se ci avessero dato un rigore la partita sarebbe cambiata. Adesso bisogna salvare il salvabile». Ma cosa c’è da salvare?