new york black gallery

UN MARZIANI A NEW YORK - NELLA GRANDE MELA ARRIVA UNA NUOVA GALLERIA IN CUI ESISTERÀ UN SOLO DIKTAT: CULTURA BLACK SENZA COMPROMESSI, CON SOLI ARTISTI BLACK IN PROGRAMMA. A DIRIGERLA CI SARÀ EBONY L. HAYNES, CRITICA D’ARTE BLACK. QUALCUNO PENSERÀ ALL’IDEA PROVOCATORIA DI UN MILLENNIAL AFROAMERICANO, INVECE SI TRATTA DEL NUOVO PROGETTO FIRMATO DAL TEDESCO DAVID ZWIRNER… IL TRUMPIANO MAGA (MAKE AMERICA GREAT AGAIN) STA DIVENTANDO MBA (MAKE BLACK AMERICA), ED È UN PERICOLOSO POPULISMO RAZZIALE...

zwirner

Gianluca Marziani per Dagospia

 

 

Allarme sociale e ragionevolezza non vanno molto d’accordo, oggi più che mai. Se poi alle sirene collettive si aggiunge lo spiazzamento di un’egregora chiamata Covid, la confusione raggiunge il suo culmine. Non credevo, durante la mia missione terrestre, di osservare un tale scollamento tra ragione e sentimento, evidenze e invadenze, equilibrio e salto nel vuoto.

 

La Cultura in era virus ne fa le spese senza fare una spesa da provviste invernali; al massimo si è passati alle riserve auree per molti settori, tra rischio di sopravvivenza e compromessi al ribasso. L’arte visiva, più immune al divismo di altri ambiti, sembra salvarsi quantomeno nei suoi apparati logistici, con sedi espositive che preservano un loro distanziamento congenito, finora mai passato (a parte le tre ore degli opening precovid) per i volumi delle folle assembrate.

 

hammons 3

Il percorso regolamentato sta migliorando la giusta fruizione, evitando congestioni che riguardavano, almeno in Italia, Musei Vaticani, Uffizi, San Pietro, Colosseo e poco altro. Il problema odierno tocca, semmai, i contenuti con cui esprimere l’identità di musei, fondazioni o qualsiasi altro spazio di produzione visiva. E qui cadono in tanti, ancora troppi: perché serve revisionare le logiche di sponsorship e produzioni, costruire mostre che includano anziché escludere, implementare una cultura digitale con funzioni evolute.

 

Avremo ancora bisogno dei musei conservativi, luoghi di memoria condivisa con cui stabilire le coordinate d’analisi e indagine; al contempo dovranno crescere i musei dell’era digitale, tarati sull’antropologia del Novacene, immersivi in senso olistico, adiacenti agli esiti della fisica quantistica e dei nuovi modelli di edutainment.

 

hammons 1

La perdita di ragionevolezza, dentro una società sempre più distopica, determina il cortocircuito del buonsenso. E allora ecco accadere l’imprevedibile che abilita i fatti al paradosso sociale. Il tema del BLACK LIVES MATTERS, ad esempio, scatena molte comunità in lotta per una società non razzista, per un pensiero umanistico e non epidermico, per una rivoluzione dei confini mentali. Anelito sacrosanto che merita sviluppo, dialettica e sintesi; se, però, si usa la black consciousness per un western da regolamento di conti, il risultato cura una malattia ma ne crea altre ad effetto chemioterapico.

 

E’ di questi giorni la notizia di una nuova galleria a New York (di prossima apertura) in cui esisterà un solo diktat: cultura black senza compromessi, con soli artisti black in programma, uno staff di sole persone black (vestiti in nero o potranno usare anche il bianco?) e stage solo per studenti black. A dirigerla ci sarà Ebony L. Haynes, critica d’arte black che viene da esperienze curatoriali tra New York e Los Angeles.

 

Qualcuno penserà all’idea provocatoria di un millennial afroamericano, invece si tratta del nuovo progetto firmato dal tedesco David Zwirner, gigante del mercato mondiale, art dealer con sette gallerie in carnet, leader supremo di un lavoro “ad arte” nei mondi finanziari.

 

Dal nome e cognome capirete che Zwirner è un bianco europeo, entrepreneur visionario che cavalca l’onda black secondo la miglior coscienza speculativa di casa America. Il trumpiano MAGA (Make America Great Again) sta diventando MBA (Make Black America), ed è un pericoloso populismo razziale che altera gli equilibri sociali in nome di una revisione isterica della Storia. Il futuro in equilibrio si costruirà, cari amici terrestri, con parsimonia e pazienza, senza scatti da velocista morale, gestendo risorse in forma altruistica e dilazionata;

hammons

 

alle sinistre progressiste dovranno rispondere leadership di Destra che investiranno nella Cultura in modo non ideologico, non reazionario, in equilibrio tra progressismo liberale e conservatorismo evoluto; avremo bisogno di nuove filosofie oltre il Capitalismo, riscritte da pensatori che superano il confine darwiniano e ampliano la nostra dimensione scientifica; serviranno imprenditori etici e visionari, dispensatori di utopie a portata d’uomo nuovo; avremo bisogno di giovani sempre più fluidi, figli di culture non binarie, liberi dai dogmi del Novecento, attrezzati per l’impatto tecnologico sulla specie umana.

 

La Black Gallery mi sembra un utile paradosso che ci fa ragionare sui limiti della ragionevolezza. In termini speculativi, se valutiamo il global art system come motore complesso dentro il flusso finanziario, la scelta di David Zwirner non fa una piega: ha individuato una nuova fetta di mercato, ha creato il profilo mancante ed è diventato capofila di un processo che investirà altri operatori. Se, invece, ci assumiamo l’onere della Storia come complessità e andiamo oltre la comunicazione corporate, allora qualcosa non torna sull’abbecedario delle cose sensate. La cultura del ghetto rischia di diventare un ghetto della cultura, sorta di vendetta servita a freddo, tra militanza capitalistica e bombe di comunicazione.

ebony l haynes

 

New York ci ha abituati ai paradossi: alcuni contraddittori, altri favolosi se pensiamo al suo tasso creativo fin dagli anni Cinquanta; chissà, forse serviva un gesto estremo nella black culture delle arti, per stigmatizzare la parte peggiore del nostro passato, provocando al fine di riabilitare, eccedendo per ritrovarsi migliori nel prossimo domani. La risposta la costruiranno le nuove generazioni, senza l’uso di muri divisori, senza selezioni di specie, senza retorica populista; una risposta che, speriamo, si occuperà dei contenuti e non della provenienza geografica, dei valori morali e non degli strumenti ideologici.

 

Noi alieni da pianeta rosso abbiamo una sola razza, quella Marziana.

Voi terrestri riuscirete mai a guardarvi come Umani in purezza biologica?

Gianluca MarzianiGianluca Marzianimamma andersson the lost paradise new york

Ultimi Dagoreport

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

FLASH – COSA FARÀ LA CAMALEONTE MELONI QUANDO DONALD TRUMP, PER L’IMPOSIZIONE DEI DAZI, DECIDERÀ DI TRATTARE CON I SINGOLI PAESI E NON DIRETTAMENTE CON BRUXELLES? LA DUCETTA, AIUTATA DAL SUO AMICO ELON MUSK, GESTIRÀ GLI AFFARI FACCIA A FACCIA CON IL TYCOON, FACENDO INCAZZARE URSULA VON DER LEYEN E MACRON, O STARÀ DALLA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA? STESSO DISCORSO PER L’UBIQUO ORBAN, CHE OGGI FA IL PIFFERAIO DI PUTIN E L’AMICO DI TRUMP: COSA FARÀ IL “VIKTATOR” UNGHERESE QUANDO LE DECISIONI AMERICANE CONFLIGGERANNO CON QUELLE DI MOSCA?

lapo e john elkann lavinia borromeo

FLASH! - INDAGATO, GRAZIE A UNA DENUNCIA DELLA MADRE MARGHERITA AGNELLI, INSIEME AI FRATELLI GINEVRA E JOHN  NELL'AMBITO DELL'EREDITA' DELLA NONNA MARELLA CARACCIOLO, LAPO ELKANN E' STATO COSTRETTO A RASSEGNARE LE DIMISSIONI DALLA PRESIDENZA DELLA FONDAZIONE BENEFICA DE "LA STAMPA", ''SPECCHIO DEI TEMPI'', PER LASCIARE LA POLTRONA ALLA COGNATA LAVINIA BORROMEO... – LA PRECISAZIONE DELL’UFFICIO STAMPA DI LAPO ELKANN: “LAVINIA HA ASSUNTO LA PRESIDENZA, MA LAPO RIMANE NEL CONSIGLIO DI ‘SPECCHIO’”