CAPPELLINI TWEET! "SE IL PROBLEMA È QUELLO SOLLEVATO DALLA MOGLIE DI GAUDIO CHE NON VUOLE TRASFERIRSI A CATANZARO, IL GOVERNO HA UNA SOLA POSSIBILITÀ: PALANCA" – IL MEA CULPA DI CONTE SUL CABARET CALABRIA: “RESPONSABILITA’ MIA”. MA POI TIRA IN BALLO SPERANZA E GUALTIERI: "LA NOMINA DI GAUDIO CONDIVISA CON I MINISTRI DEL TESORO E DELLA SALUTE" – SULL’IPOTESI CHE SIA STATO SCELTO PERCHÉ ERA IL RETTORE DELLA SAPIENZA AI TEMPI DEL CONCORSO DI CONTE PER UNA CATTEDRA NELL'UNIVERSITÀ ROMANA, IL PREMIER RIBATTE: “STUPIDAGGINI”
Se il problema è quello sollevato dalla moglie di Gaudio il governo ha una sola possibilità: Palanca #catanzaro
— Stefano Cappellini (@il_cappellini) November 17, 2020
ILARIO LOMBARDO per la Stampa
Il mea culpa di Giuseppe Conte è scandito da silenzi di riflessione che servono a ponderare le parole: «Mi assumo la responsabilità di tutto», esordisce così il presidente del Consiglio al telefono, alla fine di una giornata che ha trasformato il caso del commissario alla Sanità in Calabria in un cabaret grottesco. Il terzo prescelto, Eugenio Gaudio, si sfila con una giustificazione che suona incredibile: la moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro.
Questa, anche se surreale, è perlomeno la versione ufficiale. L'imbarazzo nel governo è incontrollabile. Il ministro della Salute Roberto Speranza dice di andare a bussare alla porta di Palazzo Chigi, mentre i 5 Stelle in un inedito comunicato firmato dal capodelegazione Alfonso Bonafede, a nomi di tutti i ministri grillini, si chiede con toni ultimativi («il tempo è scaduto») di definire lo stallo su Gino Strada.
il video di giuseppe zuccatelli nel profilo delle femin 2
Conte non si sottrae al chiarimento, nella speranza di dare un ordine logico a una sequenza di eventi che non ne ha, e per difendersi dalle accuse che puntano tutte verso di lui: «Mi dispiace per i calabresi che meritano una risposta dopo anni di malasanità. Mi assumo la responsabilità non solo del fatto che la designazione di Gaudio non sia andata a buon fine, ma anche delle designazioni precedenti.
Di Saverio Cotticelli che ha scoperto, purtroppo in ritardo, di essere in difficoltà nel ruolo di commissario. Di Giuseppe Zuccatelli che aveva un curriculum di assoluta competenza ed esperienza pluriennale, ma che ha oggettivamente aperto una ferita nella comunità calabrese con dichiarazioni del tutto inappropriate per l'emergenza sanitaria che è in corso». La ferita, che Conte citerà più volte, si è allargata con il pasticcio su Gaudio: «Con lui non abbiamo trovato la soluzione che tutta la Calabria si meritava».
Ma cosa è successo davvero nelle ore precedenti alla nomina? Gaudio dice di aver condiviso con il premier le difficoltà familiari. Perché allora accelerare e portare in Consiglio dei ministri una nomina che non era certa? Conte conferma ma con una precisazione:
«E' vero mi aveva riferito, in maniera trasparente, i problemi famigliari, confidando di poterli superare». E qui il premier comincia a spezzare l'assedio che si stringe attorno a lui, facendo notare il coinvolgimento di tutto il governo. Assicura che «assolutamente non c'è stata alcuna frattura» con il ministro Speranza, «né si aperta una crepa» con la maggioranza e i ministri. Il perché lo spiega così: «Nella mia posizione chiaramente gestisco tanti dossier, non ho la possibilità di incontrare tutti, effettuare controlli così in dettaglio.
E' evidente che le responsabilità non possono che cadere innanzitutto su di me se coinvolgono il governo. Fermo restando questo, il processo decisionale si è sviluppato in modo lineare e nel pieno confronto con tutti i ministri direttamente coinvolti - proposta del ministro dell'Economia di concerto con quello della Salute, sentito il parere del ministro degli Affari regionali - fino alla deliberazione in Cdm».
Dunque, non era solo a prendere quella decisione, sostiene Conte, anche se «la firma in calce è ovviamente la mia». Sul nome di Gaudio si fanno tante congetture. Anche che sia stato scelto perché era il rettore della Sapienza ai tempi del concorso di Conte per una cattedra nell'università romana. «Sono stupidaggini, che ruolo avrebbe potuto avere?». Oppure che sia stato indicato da Domenico Arcuri, il commissario straordinario all'emergenza Covid, pure lui calabrese: «Gaudio è stato rettore della più grande università europea, è un nome che lievita da solo anche perché dai territori era emersa la necessità di tenere in considerazione un nome calabrese. E così abbiamo fatto, nella convinzione di sanare quella ferita». Non è andata bene.
Adesso il governo, per evitare il quarto inciampo, si prenderà del tempo: «Dopo i passi falsi compiuti avvertiamo la responsabilità di indicare la persona giusta, con adeguate competenze nel campo dell'organizzazione sanitaria e contabile». Dalla Calabria si fa il nome di Federico D'Andrea, ex finanziere, avvocato, economista, ex presidente di Sogei. Il caso però si è ingigantito, e la figuraccia rischiava di travolgere anche il nome di Strada.
Conte conferma che la collaborazione con il fondatore di Emergency ci sarà ma che non c'è mai stata intenzione di nominarlo commissario. «Ho sentito più volte Strada. Mai gli ho offerto quella posizione né lui me l'ha mai chiesta. Oggi invece abbiamo siglato una convenzione con la Protezione civile in virtù della quale, come da me auspicato, Emergency sarà subito operativa in Calabria, con ospedali da campo, covid hotel e operazioni di triage»
federico d'andreapalancaPALANCA RANIERIpalanca