alessandro mendini

IL MONDO DEL METALLO NELLE OPERE DI MENDINI – A MILANO APRE LA MOSTRA PROMOSSA DALLE FIGLIE FULVIA E ELISA: DIPINTI A SCACCHI, MOBILI ANTROPOMORFI, L’ALESSOFONO, IL SASSOFONO CREATO CON ALESSI, E L’OMAGGIO AI FUTURISTI ITALIANI CON 6 MASCHERE IN ARGENTO E SMALTO - IL FILO CONDUTTORE CHE UNISCE TUTTI I PEZZI ESPOSTI È IL METALLO - “RIFLETTERE SULLA “PELLE” DEGLI OGGETTI NON È UN LAVORO SULLA SUPERFICIE, AL CONTRARIO RIMANDA ALLA PROFONDITÀ”

Estratto dell'articolo di Silvia Nani per il “Corriere della Sera”

MOSTRA A MILANO ALESSANDRO MENDINI

 

Pareti gialle e nere. Che diventano lo sfondo di quadri e oggetti dai bagliori metallici. C’è tutto (o quasi) Alessandro Mendini già nel primo ambiente che accoglierà il visitatore della mostra L’età dei metalli , in corso dal prossimo 4 aprile (fino al 20/5) a Milano presso la Galleria M77. Designer, architetto, artista, intellettuale (quasi più prolifico nello scrivere testi, dalla critica alle poesie, che nel progettare), Mendini viene riletto qui dal curatore Stephan Hamel nella sua poliedrica complessità. Dalla quale traeva linfa che lui stesso poi instillava in tutte le sue opere, a qualsiasi tipologia appartenessero.

 

Questa volta c’è un filo conduttore che unisce tutti i pezzi esposti, ed è il metallo.

«L’età dei metalli è il periodo storico che porta dalla preistoria alla storia. Le tre età, del rame, del bronzo e del ferro, ci hanno condotti dall’alchimia delle fusioni alle prime forme di produzione. Ed è grazie alla nascita degli utensili che l’uomo si è evoluto fino ad arrivare, in tempi moderni, a esprimersi con l’arte applicata e il disegno industriale.

 

ALESSANDRO MENDINI MINIATURE SHORT STORIES

Una visione totale che Alessandro Mendini ha sempre perseguito, unendo al lato spirituale persino la riflessione sulle modalità commerciali del prodotto»: Stephan Hamel sintetizza il senso di questa mostra, circa 60 oggetti d’arte in serie limitata che coprono 25 anni (dal 1992 al 2017) del percorso di Mendini. « Travalica ogni cronologia, per raccontare una parte della sua anima: un approccio che è sempre stato molto sentimentale».

 

MENDINI MASCHERA MOSTRA MILANO

Lo ribadisce anche Francesca Alfano Miglietti, critica d’arte, amica di Stephan e legata a Mendini da una frequentazione che si è espressa nell’intervista alle figlie Fulvia e Elisa Mendini contenuta nel catalogo: «Questa mostra assomiglia moltissimo al modus operandi di Alessandro: da una parte c’è la necessità di chiarire e studiare, che lui esprimeva scrivendo moltissimo. Dall’altra un lavoro poetico con cui raccontava la sua visione del mondo: riflettere sulla “pelle” degli oggetti non è un lavoro sulla superficie, al contrario per lui rimanda alla profondità».

 

(...)

Come le 6 maschere futuriste in argento e smalto, di cui due inedite, appese alla parete nera. In dialogo con 3 dipinti a scacchi che si confondono ipnoticamente sulla carta da parati gialla e nera, citazione dello stesso motivo quadrettato: «Un tema, questo, molto caro a nostro padre. Per lui era un segno enigmistico e anche enigmatico», dicono Fulvia e Elisa Mendini, entrambe motore della mostra alla quale hanno preso parte in prima persona facendo anche editare alcuni pezzi.

ALESSANDRO MENDINI CON LE FIGLIE FULVIA (SINISTRA) ED ELISA

 

Al piano superiore ecco l’Alessofono, il sassofono creato con Alessi, i tre Mobili da Uomo, madie ieratiche ornate da una testa, una stella e una mano rivestite in mosaico d’oro. Ma anche una poltrona Proust in scala normale e in due versioni-scultura in miniatura. Tanti vasi. E poi i pendenti in oro, e in argento e smalto creati con le figlie, e molti quadri, proprietà dell’archivio Alessandro Mendini, tra i pezzi non in vendita.

 

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ALESSANDRO MENDINIALESSANDRO MENDINI - MOSTRA A MILANOAlessandro MendiniAlessandro MendiniMendini mondo mendiniAlessandro MendiniVASO VENINI MENDINI ALESSIalessandro mendini cavatappi parrotalessandro mendiniPOLTRONA PROUST MENDINI

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