MAZZARRI SPACCAINTER - “SENZA RISULTATI LO VEDO NEI GUAI”: MORATTI SCARICA IL TECNICO CHE ORA VIENE DIFESO SOLO DA THOHIR - MA IL CLUB NERAZZURRO È SOTTO OSSERVAZIONE UEFA PER I BILANCI E NON PUÒ CAMBIARE ALLENATORE
Fabio Monti per “il Corriere della Sera”
MASSIMO MORATTI SERATA CALENDARIO PIRELLI
Se Massimo Moratti fosse ancora il presidente esecutivo dell’Inter, è probabile che Walter Mazzarri non sarebbe più sulla panchina dell’Inter. Da quindici giorni (sconfitta con la Fiorentina) o da uno (2-2 con il Napoli). Il presidente (per definizione) lo ha fatto capire a margine dell’assemblea degli azionisti nerazzurri: «Io sono un pessimo esempio in fatto di allenatori e come tale da non seguire. Ho mandato via un tecnico che due giorni prima aveva vinto lo scudetto».
E Mancini lo sa bene. Moratti ha anche spiegato: «Mazzarri è una persona seria, ma il calcio è crudele, pragmatico; dipende dai risultati e dai miglioramenti che si vedono. Con il Napoli i miglioramenti sono stati molto vistosi, ma nel calcio quello che conta è la prossima partita; finché rimane il progetto di un miglioramento e di una crescita, va tutto bene, ma se questa sensazione dovesse decrescere, allora lo vedo nei guai».
Mazzarri, invece, resta al proprio posto, perché da undici mesi il presidente è Erick Thohir, che soffre per l’Inter, ma con il distacco di chi viene da un altro continente. E poi perché il Napoli non ha vinto, perché nessuno vuole prendersi le responsabilità del colpo di scena, come faceva Moratti e perché l’Inter, finita nel mirino dell’Uefa per il bilancio, non può permettersi di esonerare un tecnico nel momento in cui è sotto osservazione.
Ha spiegato il ceo nerazzurro Bolingbroke: «Stiamo mettendo a punto un piano quinquennale per il club che rispetterà le linee guida del financial fair play. Nel passato abbiamo accumulato perdite; noi abbiamo dovuto assicurare di essere pronti a raddrizzare ciò che è stato fatto nel passato; il nostro approccio consiste nell’essere trasparenti, questa è una cosa importantissima e necessaria, dovremo analizzare tutte le aree di costo e fare in modo che quanto sarà speso non superi i ricavi. Il 7 novembre incontreremo l’Uefa e a febbraio ci sarà una decisione su possibili sanzioni al club: qualunque cosa succederà noi l’accetteremo».
Le parole di Bolingbroke riassumono la situazione del club nerazzurro sotto la presidenza di Thohir, che punta a una società sana, con i conti in regola e capace di produrre attivo. Cioè il contrario di quanto fanno quasi tutti i club vincenti (a parte qualche esempio virtuoso e particolare, il Bayern), che arrivano in alto, soltanto attraverso grandi investimenti, come ha fatto Moratti da presidente, portando l’Inter in cima al mondo. O come altri club italiani, ai quali Thohir non ha risparmiato una frecciata: «Nei prossimi due anni molti saranno in difficoltà serissime se in Lega non si farà gruppo; c’è il rischio che la serie A diventi il nono campionato del mondo. Anche loro dovranno fare i conti con il fair play Uefa».
Thohir ha ricordato che «per l’Inter le notizie buone riguardano nuovi accordi per diritti tv, ma anche nuove sponsorizzazioni», sebbene quella con Pirelli (dal 1995!) potrebbe esaurirsi nel 2016. «L’Inter deve tornare nella top ten del mondo per avere disponibilità di spesa; negli ultimi undici mesi abbiamo cambiato molto; a gennaio siamo stati quelli che hanno speso più di tutti con Hernanes e D’Ambrosio, ma la gente ricorda soltanto quando vendiamo giocatori. Nonostante le difficoltà abbiamo costruito una squadra forte e pensiamo allo stadio: o San Siro rifatto oppure uno nuovo impianto. Decisione a gennaio». Amen.