LA VERSIONE DI MUGHINI: “NON HO BEN CAPITO COME SIA NATA E PERCHÉ LA TRAGEDIA DI COLLEFERRO. DEI CAMPIONI DI ARTI MARZIALI QUEI DUE FIGURI CHE AVREBBERO INSISTITO A CALCI E PUGNI CONTRO UN RAGAZZO INERME PER TERRA ? MA STATE SCHERZANDO. QUALCUNO CHE NON CONOSCE L’ARTE DEL SILENZIO INVITA A CHIUDERE LE PALESTRE DOVE VENGONO INSEGNATE LE ARTI MARZIALI. DIO CHE SCEMENZA. COSA HANNO A CHE VEDERE CON LO SPORT DEI PEZZI DI MERDA CHE...''
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, pur avendone letto i resoconti su 3 o 4 quotidiani ti confesso che non ho ben capito come sia nata e perché la tragedia di Colleferro. Di sicuro c’è che è morto un italiano di 21 anni di pelle nera, che quattro energumeni siano stati indicati dai testimoni mentre picchiavano e picchiavano e picchiavano, che esiste un video in cui due di questi 4 bastardi se la ridevano per quello che avevano fatto.
Di sicuro c’è che due di questi quattro erano degli esperti di arti marziali e che un terzo era una cintura nera di judo. Ed ecco che qualcuno che non conosce l’arte del silenzio di fronte all’innominabile di una tragedia e di una morte, invita a chiudere le palestre dove vengono insegnate le arti marziali. Dio che scemenza, Dio che ignoranza delle leggi dello sport e particolarmente di quello sport, specchio tra i più vibranti delle culture orientali.
Alla base dello sport, e particolarmente delle arti marziali, c’è il rispetto dell’avversario, la lealtà nel portare i colpi, la strenua educazione del proprio corpo a cavarne il meglio contro chi ti aggredisce. Le arti marziali sono arti della difesa e meglio ancora della difesa di chi è apparentemente più debole, più fisicamente esiguo.
Non sono uno specialista della materia, ma quanto vi sto dicendo è lampante. Le arti marziali sono le arti che ti insegnano la rapidità dei colpi, l’intelligenza nel replicare alle mosse dell’avversario, è uno sport nel quale tu non porti i colpi a far male all’avversario e bensì a dimostrare quanto la tua tecnica sia fulminea e imprevedibile.
Dei campioni di arti marziali quei due figuri che avrebbero insistito a calci e pugni contro un ragazzo caduto per terra inerme? Ma state scherzando. Un orientale di quelli che le hanno inventate le arti marziali vi querelerebbe a causa di una tale affermazione. Se le cose sono andate come leggo, quei due non sono dei “fascistoidi” e bensì delle bestie, dei poveri zoticoni che già prima facevano i bulli in una cittadina provincia. Ma che c’entrano le arti marziali e i loro decaloghi, tutti scritti all’insegna dell’onore?
Com’è sempre nello sport, dov’è irrinunciabile la legge secondo cui alla fine della contesa stringi la mano all’avversario. E’ successo nello sport, ed esattamente nella finale del salto in lungo delle Olimpiadi di Berlino del 1936, che un atleta quanto di più ariano, il tedesco Carl Ludwig Hermann Long, indicasse al suo rivale americano (il nero Jesse Owens) un suo errore al momento della battuta e che forte di quella indicazione Owens vincesse la medaglia d’oro. Long morì nei combattimenti della Seconda guerra mondiale. Molti anni dopo Owens e il figlio di Long andarono a commemorarlo sulla pista di Berlino, e Owens scoppiò in lacrime.
la capriola durante lo scontro mma 6
Questo è lo sport, queste sono le leggi dello sport e innanzitutto delle leggi marziali. Poi c’è che chi va in palestra può essere un pezzo di merda e arrivare al punto di avventarsi in tanti contro uno già disfatto e agonizzante per terra. Ma che cosa ha a che vedere un tal pezzo di merda con lo sport?
GIAMPIERO MUGHINI
GABRIELE BIANCHIjesse owens vince la medaglia doro a berlino 1936JESSE OWENS ADIDAS
WILLY E I FRATELLI BIANCHIWILLY 1willywilly