pecoraro pjanic

"NESSUNA CONDOTTA IRREGOLARE"- IL CASO DEL VAR DI INTER-JUVE ERA STATO GIÀ ARCHIVIATO NEL 2018 PROPRIO DA GIUSEPPE PECORARO - IN UN'INTERVISTA L’EX PROCURATORE FEDERALE AVEVA APERTO IL GIALLO: "CHIESI L'AUDIO DEGLI ARBITRI PER LA MANCATA ESPULSIONE DI PJANIC, MA NON C'ERA". MA GIÀ POCHI MESI DOPO QUELL'EPISODIO PECORARO AMMISE IN UN VERBALE CHE…

MATTEO PINCI per repubblica.it

pecoraro

Il mondo del calcio ha trovato il modo per farsi distrarre qualche ora dal braccio di ferro Serie A-governo sulla ripartenza del campionato. Ci ha pensato l'ex procuratore federale Giuseppe Pecoraro. In un'intervista al Mattino, Pecoraro ha lanciato un sasso che aveva tenuto in tasca due lunghi anni.

 

Dopo il famoso Inter-Juve del 2018 in cui i bianconeri vinsero ribaltando il match, impedendo al Napoli di vincere lo scudetto, Pecoraro chiese - ha spiegato - l'audio del Var per capire cosa successe riguardo una mancata ammonizione a Pjanic che sarebbe costata l'espulsione del centrocampista della Juventus. Pecoraro ha denunciato che quei file audio "ce li diedero solo a inizio campionato successivo. Ma lì ci fu la sorpresa. Apriamo il file e l'unico episodio in cui non c'è audio registrato era l'unico che ci importava: quello tra Orsato e il Var che aveva portato alla mancata espulsione di Pjanic. Motivo? Mi dissero che non c'era e basta".

 

"Nessuna condotta irregolare degli arbitri"

Denuncia rumorosa, ma inconsistente. Il motivo? Era stato lo stesso Pecoraro a firmare l'archiviazione del "caso", con motivazione stringente, dopo una serie di mail intercorse tra la sua procura, il designatore Nicola Rizzoli, il responsabile del progetto Var Roberto Rosetti e Alessandro Arduino della società che fornisce il Var, la Hawk Eye. Già all'ora Pecoraro aveva chiesto il perché nel file audio l'episodio fosse senza sonoro.

ORSATO AL VAR

 

Scoprendo che "l'audio non è presente in quanto l'episodio non era stato clippato perché non rientrante nei casi Var del protocollo Ifab". Insomma, non c'erano state comunicazioni tra arbitro e Var, perché trattandosi di una ammonizione semplicemente non era intervenuto. E la stessa Procura aveva concluso l'atto decretando che il materiale esaminato "non ha evidenziato alcun fatto specifico che possa consentire di ipotizzare condotte irregolari da parte degli ufficiali di gara".

 

Come funziona l'archiviazione dei file

Necessario è spiegare il perché nelle mani del procuratore arrivò quel tipo di materiale. Negli archivi del designatore e poi dell'Ifab - ossia il board che vigila a livello mondiale sul regolamento del calcio - finiscono solo i 7-8 casi di ogni partita che possono rientrare nel protocollo Var, anche quelli dubbi, perché sono quelle le uniche clip che vengono registrate, a scopi didattici (il cosiddetto "clippato"). Inviare l'intera partita sarebbe d'altronde impossibile, visto il peso in termini di giga da trasferire: più semplice sarà conservarle in futuro con la centrale unica del Var a Coverciano.

 

miralem pjanic foto mezzelani gmt

Oggi sempre per motivi legati allo spazio di archiviazione, le registrazioni restano solo 3 mesi al designatore: il motivo per cui i file di Inter-Juventus arrivarono alla Procura federale solo all'inizio della stagione successiva è che la richiesta fu inviata da Pecoraro soltanto alla fine del campionato, servì del tempo tecnico per elaborarla, farla pervenire all'Ifab (autorizzato a conservare più a lungo il materiale) e ottenere i file. Un altro quesito a cui è facile rispondere, insomma. Il perché Pecoraro fosse così interessato a quel fallo di Pjanic resta quindi l'unica domanda senza risposta.

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…