don king

“MI HANNO DICHIARATO MORTO TANTE VOLTE. MA GUARDATEMI. ECCOMI QUI, A 93 ANNI” – IL PIU’ GRANDE ORGANIZZATORE DI BOXE DI TUTTI I TEMPI, "DON KING", SI RACCONTA ALLO "SPIEGEL" – I DUE OMICIDI, GLI INIZI CON ALI (LA SFIDA LEGGENDARIA CON FOREMAN A KINSHASA, "THE RUMBLE IN THE JUNGLE"), TRUMP (“L’HO FATTO ELEGGERE, ORA POSSO RIPOSARMI”) - TYSON CONTRO PAUL? “NON HA NIENTE A CHE FARE CON LA BOXE, È SOLO SPETTACOLO” – "IRON MIKE" GLI HA FATTO CAUSA PER 100 MILIONI DI DOLLARI E HA DETTO CHE UNA VOLTA LO HA PICCHIATO: “TYSON MI DICEVA SEMPRE: PAGANO SOLO PER LE BUGIE. COSÌ IO GLI HO DETTO: DIGLI BUGIE, MIKE!”

Da ilnapolista.it

 

don king

 “Non puoi pianificare una vita come la mia. Non puoi nemmeno vivere una vita come la mia”, dice Don King all’intervistatore dello Spiegel che lo conosce da 18 anni. Ora ha 93 anni ed è ben conscio di essere una leggenda, vivente chissà per quanto ancora. “Mi hanno dichiarato morto tante volte. Ma guardami. Eccomi qui. Non avrei mai pensato di arrivare a 93”.

 

La verità, scrive il giornale tedesco, “è che non puoi aspettarti la verità quando parli con King“. Segue conversazione in cui compaiono Adolf Hitler e Martin Luther King, Albert Camus e Abraham Lincoln. Ma sono lampi. Ad un certo punto dice: “Oh, lo Zaire. È stata una bella battaglia, vero? Ali contro Frazier… o no, era Ali contro Foreman, vero?”. Al che l’intervistatore si chiede: “Può davvero essere che Don King tra tutti abbia dimenticato l’unico evento di boxe che il mondo intero ricorda? Oppure sta facendo lo stupido perché le domande lo infastidiscono?”

 

don king

La sua storia agli inizi è incredibile: “King gestiva negozi di scommesse illegali nella sua città natale, Cleveland. Si dice che abbia collaborato con la mafia, anche se lo nega. Nel dicembre 1954 sparò e uccise Hillary Brown che aveva tentato di rapinare una delle sue bische con due complici. Il giudice si pronunciò per la legittima difesa. Dodici anni dopo, il 20 aprile 1966, King uccise un’altra persona, il suo ex socio Sam Garrett. Si dice che il motivo fosse un debito di 600 dollari.

 

King fu condannato al carcere e scontò quattro anni al Marion Correctional Institution. In quel periodo lesse molto e decise di cambiare vita. Quando uscì, nel 1972, ospitò un evento di beneficenza per un ospedale. Muhammad Ali accettò l’invito di King e venne a Cleveland per un’esibizione. “È lì che ci siamo incontrati. Ha detto che ero il miglior promotore che avesse mai visto e che dovevo restare nella boxe. Ho detto: lo farò solo se posso promuovere te. Ali è stato il primo pugile che ho ingaggiato”.

 

 

don king tyson

Parla di Trump (“l’ho fatto eleggere, ora posso riposarmi”) ma inorridisce quando gli chiedono di Tyson contro Paul… “Diavolo, no che non l’ho visto. Non ha niente a che fare con la boxe, è solo spettacolo. Questi sono due mondi diversi. Mi hanno chiesto se sarei venuto all’evento e avrei contribuito con qualcosa, ma ho detto: lascia perdere! Non voglio avere niente a che fare con quello”.

 

Tyson è una sua creatura. Dice che anche oggi il loro rapporto è “molto bello. Lo è sempre stato. Non abbiamo mai avuto problemi”.

don king ali frazier

 

 

Ma come – si oppone l’intervistatore – Tyson ti ha fatto causa per 100 milioni di dollari e ha detto che una volta ti ha picchiato… “Mike mi diceva sempre: non mi pagherai niente se dico la verità. Pagano solo per le bugie. Così io gli ho detto: digli bugie, Mike!”.

don king tysondon king tyson 6don king 11don king ali 3

 

don king mandela

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…