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PALLOTTA, CHI E’ DISGUSTATO? - SALAH, RUEDIGER, PAREDES, EMERSON PALMIERI, ALISSON, NAINGGOLAN E STROOTMAN CEDUTI IN UN ANNO E MEZZO: ALLA FINE PAGHERA’ DI FRANCESCO MA I VERI COLPEVOLI DELLA CRISI DELLA ROMA SONO PALLOTTA E MONCHI – IL TECNICO ACCUSA: “C’E’ BISOGNO DI UOMINI” – LA SQUADRA IN RITIRO A TRIGORIA - IL "SONO DISGUSTATO" DELL'AMERICANO RICORDA IL COMMENTO PRIMA DELLA CACCIATA DI RUDI GARCIA
Tobia De Stefano per Libero Quotidiano
Salah, Ruediger, Paredes, Emerson Palmieri, Alisson, Nainggolan e Strootman. No, non si tratta degli obiettivi di una "grande" in cerca di riscatto, ma dei calciatori venduti da Monchi, in un anno. Ecco, se si vuol analizzare la crisi della Roma non si può non partire da lì. Da una politica societaria che ti costringe a cedere almeno un campione all' anno. Vero, Pallotta ha sempre comprato e venduto: non ha vinto nulla, ma è rimasto ai vertici. Il problema è che stavolta Monchi ha esagerato.
Nell' anno post semifinale di Champions (100 milioni) e del main sponsor (40 milioni in 3 anni) ha venduto Alisson, Nainggolan e Strootman. Ha estirpato, su mandato del "capo", l' anima alla squadra.
Logica vorrebbe che i responsabili ne traggano le conseguenze. Invece alla fine pagherà il meno colpevole: Di Francesco. Il «sono disgustato» di ieri del presidente ricorda tanto un commento che fece da prologo al benservito per Rudi Garcia.
2. DIFRA: «SOLO FIGURACCE. IL MODULO? MACCHÉ, QUI C' È BISOGNO DI UOMINI»
Gianluca Piacentini per il Corriere della Sera- Roma
Eusebio Di Francesco è un fiume in piena. La Roma ha perso 2-0 a Bologna, la seconda sconfitta in quattro giorni dopo quella di Madrid in Champions (la terza stagionale), e ora la crisi è davvero profonda. La squadra è da ieri in ritiro a Trigoria. Il tecnico giallorosso non le manda a dire, e punta il dito contro i suoi giocatori. «Non è una questione di sistema di gioco, non so con quale modulo affronteremo la prossima partita: devo trovare prima gli uomini e poi i calciatori».
Un' accusa durissima nei confronti di chi è sceso in campo. «Se perdi tutti i contrasti è solo demerito tuo. Parliamo troppo di numeri e poco di atteggiamento, quel fuoco dentro a cui ho fatto riferimento prima della partita: se fai il 72% di possesso palla vuol dire che la filosofia c' è, stai facendo la partita ma devi avere la personalità di provare le giocate, di rischiare l' uno contro uno, e se ti capitano le occasioni e non le concretizzi vuol dire che manca qualcosa, abbiamo sbagliato gol ad un metro dalla porta. Bisogna metterci la determinazione e la cattiveria, sono qualità che si possono insegnare, ma bisogna averle dentro.
So che cosa significa, perché sono stato calciatore». Difficile trovare delle soluzioni. «Abbiamo fatto tantissimi cross con il solo Dzeko in area, questa è una cosa che non voglio. A volte manca la lucidità di fare quello che proviamo in settimana, ho il desiderio di cambiare questo atteggiamento.
Non sono abituato a cercare alibi ma solo soluzioni, io devo trovarle internamente e fino a questo momento non ci sono riuscito. Mi sento tra i responsabili. Purtroppo le risposte avute mi porteranno a cambiare, cercherò di scegliere a mente fredda».
Di Francesco continua nell' analisi del momento, e le sue parole sono affilate come lame. «Devo responsabilizzare chi vuole essere responsabilizzato, non posso farlo con chi non ha questo desiderio ma solo con chi ha quel senso di appartenenza a questa maglia e a questi colori. Cambio tanto perché con tante partite ravvicinate è impossibile giocare sempre con gli stessi calciatori, lo facevo anche lo scorso anno, i risultati si vedevano e davo continuità perché tutti andavamo nella stessa direzione, il sacrificio di tutti era differente.
Se ad ognuno di noi non scatta qualcosa di diverso, si fa fatica». Non cerca alibi, il tecnico, nemmeno nel mercato della società che ha venduto i pezzi più pregiati della rosa. «Questa squadra dà la sensazione di avere poca solidità difensiva, ed è quello che ci sta facendo fare queste figuracce. In questo momento possiamo solo stare zitti e pedalare, al di là degli assenti e di quelli che sono partiti. Paradossalmente dall' inizio della stagione ho potuto lavorare bene ma non riusciamo a mettere in campo quello che vorrei, per questo nella mia testa scatta il pensiero di cambiare: non posso stare fermo ad accettare delle prestazioni o delle cose che non vanno bene».