ROMA CAPUT NUOTO - IL CAPITANO DELLA NAZIONALE "GREG-ORO" PALTRINIERI, DOPO LE VITTORIE AI MONDIALI, SUONA LA CARICA PER GLI EUROPEI DI NUOTO A ROMA: "CERCO 5 MEDAGLIE IN CINQUE GARE. IL RECORD DEL MONDO? CI PROVO, È SEMPRE PIÙ VICINO. CHE ANSIA VEDERE GAREGGIARE LA MIA FIDANZATA ROSSELLA FIAMINGO. L’ORO AI MONDIALI? NESSUNO CONDIVIDEVA LA MIA TATTICA - È SBAGLIATO ESCLUDERE RUSSI E BIELORUSSI DALLE GARE, LO SPORT DEVE UNIRE..." - FOTO!
Arianna Ravelli per il “Corriere della Sera”
Nel 2022 che chiede indietro allo sport italiano tutto quello che ha dato il 2021 («Non è che si può sempre vincere, poi allarghiamo l'orizzonte: un anno storto non basta a dare giudizi sulla carriera di un atleta» è la mano tesa, per esempio, all'amico Gimbo Tamberi), Gregorio Paltrinieri e il nuoto sono la nota in splendida controtendenza: addirittura in crescita. Capitano della Nazionale più forte di sempre, arriva agli Europei di Roma al via giovedì sotto il cono di luce delle star dopo un Mondiale chiuso con quattro medaglie, di cui due ori nei 1500 e nella 10 km.
la bracciata di gregorio paltrinieri
Greg dica la verità: dopo la delusione degli 800 a Budapest qualche dubbio era venuto anche a lei?
«Ci sono momenti in cui credi tantissimo in te e momenti in cui dubiti tantissimo. Io mi faccio sempre un sacco di domande: "Sono pronto?", "Quello che sto facendo è giusto?", e spesso ho pure poche risposte. È successo ai Mondiali, anche se nel fondo del mio cuore sapevo che potevo fare bene, dovevo solo riuscire a tirarlo fuori».
Il mondo esterno arriva a turbare la sua bolla, leggere che gli scommettitori la quotavano a 26?
«Non sei una macchina, quello che senti all'esterno vagamente ti può condizionare, anche se per me alla fine è tutta benzina. Però non pensate che sia tutto così lineare, sbagli una gara e riparti... È più difficile di così, ma penso che la bravura dei campioni sia trovare il modo di uscirne, anche in tempi stretti».
gregorio paltrinieri oro nei 10 km di nuoto a budapest 7
Il modo di uscirne per lei è stato studiare una tattica del tutto originale, affascinante e rischiosa nei 1500: fare un tempo non veloce in batteria, in finale partire dalla corsia 1, laterale, e scappare via. Ci vuole un controllo del proprio corpo totale: basta sbagliare di pochi decimi e si resta fuori dalla finale.
«Una tattica che nessuno condivideva! Erano tutti contrari, tutti a dirmi che era una stupidaggine, che una corsia valeva l'altra, che era un rischio inutile, che dovevo solo pensare alla mia gara. Invece io e il mio allenatore Fabrizio Antonelli credevamo che potesse darmi un vantaggio.
Non lo fa mai nessuno perché è rischioso, sì, puoi restare fregato. Però se a me dà fastidio avere i miei rivali Wellbroch e Romanchuk ai lati ha senso. Così sono rimasto fuori dalla lotta, non ho dato la scia a nessuno e ho chiuso con il record europeo».
Si può replicare a Roma?
«A me affascina, ormai siamo a un livello così alto che tutto serve per vincere. Non so se lo posso fare sempre, perché ormai gli altri lo sanno, studieremo altre strategie».
Buttarsi nelle acque libere l'ha aiutata ad affinare la tattica?
«Sì, in mare c'è molta più strategia, in due ore succedono tante cose, io cerco di prendere quello che mi serve e portarlo in piscina. È anche per questo che ho provato le acque libere: per cercare nuovi stimoli, sfuggire alla noia».
Il suo allenatore ha detto che a Budapest abbiamo visto l'inizio del Greg 2.0, mentre prima le sue prestazioni erano ancora merito del suo precedente coach Morini.
«I risultati sono sempre anche il frutto di quello che hai fatto prima. Certo, ho cambiato molto: per dire, sono ancora in altura, a Livigno, e scenderò a Roma solo il giorno prima degli Europei, una volta ci andavo due mesi prima».
Roma significa Mondiale 2009, significa il record di Federica Pellegrini. Lei quanto si sente vicino dal battere il record del mondo del discusso Sun Yang (14'31''02)?
«Non è mai la mia prima preoccupazione, quella è vincere le gare».
Baratterebbe quindi il record con cinque medaglie in cinque gare?
«Sì, l'obiettivo è salire cinque volte sul podio in cinque gare. Certo, ci sto provando a battere il record del mondo, ogni volta mi avvicino un po' di più, ho fatto 14'32'', sono lì, manca poco».
Un aiuto per gli spettatori: con quanto vantaggio deve arrivare agli ultimi 100 metri in cui Sun Yang metteva il turbo per essere sicuro di chiudere col record?
«Mmmmh... 3'' davanti, perché lui chiudeva fortissimo, potrebbero bastare».
Si è reso conto che i suoi 1500 a Budapest sono stati qualcosa di speciale? La piscina era una bolgia, Popovici, il 19enne fenomeno romeno re dei 100 e dei 200, era tra gli spalti con gli italiani a fare il tifo per lei. Come lo spiega?
«Popovici era scatenato, ogni volta che mi incontrava mi chiedeva qualcosa, era un mio super tifoso. Mi sono reso conto che era la gara più attesa, come una volta erano i 100. Credo dipenda dal fatto che siamo quattro per tre posti, diversissimi. Io che prima vincevo sempre, poi non ho più vinto, Romanchuk ucraino con il dramma della guerra, Wellbroch aveva fatto il record in vasca corta, l'americano Finke che all'Olimpiade ci ha demoliti. Una bella lotta».
Quest' estate anche la sua fidanzata Rossella Fiamingo ha disputato Europei e Mondiali di scherma, com' è stato vederla gareggiare?
«Mamma mia, che ansia. Quando gareggio io so come la vivo, lei non sai cosa sta pensando, come sta, la vorresti aiutare... Le ho viste tutte in tv le sue gare ed è stato devastante. Adesso capisco quando i miei familiari dicevano che soffrivano a guardarmi. Comunque è stata una super estate anche per lei. Dopo gli Europei possiamo finalmente staccare: andremo in vacanza in Messico per due settimane, Yucatan».
Le piace la popolarità che cresce attorno al nuoto?
«Sì, molto. Da spettatore la cosa che mi piace di più è quando arrivi a conoscere gli atleti anche extrasport, per esempio il documentario trasmesso su Netflix "Drive to survive" ha fatto appassionare tantissimo alla F1».
Si potrebbe fare anche per il nuoto?
«Magari, è un'idea, sarebbe bellissimo, io parteciperei».
Dal recordman del mondo Ceccon a Martinenghi a Pilato, facile fare il capitano in una squadra così...
«Vero! Molti sono cresciuti con le mie gare, come io ho fatto vedendo Rosolino, ma le giuro loro insegnano tantissimo a me. Non c'è mai stato un gruppo che funzionasse così bene come ambiente, siamo tutti partecipi uno alle cose degli altri».
Ha detto che non si aspettava la crisi di governo. Gli atleti spesso si guardano bene dal parlare di politica.
«Io seguo l'attualità e se mi chiedono dico la mia. Per esempio penso sia sbagliato escludere russi e bielorussi dalle gare, lo sport deve unire. Comunque la gente ha mille casini, ora c'è anche la crisi politica, spero che possiamo regalare un momento di gioia e unire gli italiani. Vi ricordate lo spirito di Tokyo? Sembrava fosse tutto figo, fossimo un popolo vincente, torniamo lì».
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