birra mondiale qatar

CHI PENSAVA DI UBRIACARSI ALLO STADIO DURANTE AI MONDIALI RIMARRÀ DELUSO: IN QATAR UNA BIRRA COSTERÀ QUASI 14 EURO E LA VENDITA SARÀ LIMITATA A 4 BEVANDE PER ORDINE - NONOSTANTE L'ALCOL NON SIA COMPLETAMENTE ILLEGALE NEL PAESE DEL GOLFO, SI STA FACENDO DI TUTTO PER EVITARE DI RITROVARSI ORDE DI HOOLIGAN UBRIACHI E LA FAMIGLIA REALE HA CHIESTO DI SPOSTARE I PUNTI VENDITA DELLA BIRRA IN LUOGHI APPARTATI DELLE "FAN ZONE" - QUESTA DECISIONE È UN GROSSO PROBLEMA PER LA FIFA, CHE HA FIRMATO UN ACCORDO DA 75 MILIONI DI EURO CON BUDWEISER...

1. IN QATAR LA BIRRA COSTERA' 14 EURO

Dagotraduzione da www.theguardian.co.uk

birra mondiale qatar

 

I tifosi di calcio dovranno sborsare quasi 14 euro per una birra ai Mondiali, oltre ad un limite stabilito di quattro bevande per ordine, nel timore che alcuni tifosi possano esagerare. In Qatar, paese musulmano e conservatore, l'alcol è generalmente limitato e i pochi bar degli hotel autorizzati fanno pagare circa 14-17 euro per una birra o un bicchiere di vino.

 

Nasser al-Khater, amministratore delegato dei Mondiali di calcio del 2022, aveva indicato che i prezzi della birra nelle zone riservate ai tifosi e negli stadi sarebbero stati molto più bassi. Si parlava di 8-9 euro.

 

La Fifa, che ha un accordo con Budwiser, marchio americano diventato ufficiale nella Coppa del mondo, ha reso noto come un bicchiere da 500 ml, costerà 50 riyal, l’equivalente di circa 13,25 euro. La versione analcolica costerà 30 riyal (8 euro) e l'acqua 10 riyal (2,63 euro).

birra allo stadio 5

Budweiser ha dichiarato che i tifosi, che devono dimostrare di avere più di 21 anni per acquistare alcolici, saranno limitati ad un "acquisto massimo di quattro Budweiser a persona".

 

Ai tifosi è stato anche detto: "Bevete più saggiamente, tifate meglio, idratatevi tra una Bud e l'altra". Il New York Times ha riferito che lo sceicco Jassim bin Hamad bin Khalifa al-Thani, il fratello del sovrano del Qatar, ha ordinato di spostare i distributori di birra in luoghi meno visibili all’esterno degli stadi.

 

2. IL QATAR STA NASCONDENDO LA BIRRA AI MONDIALI, E PER LA FIFA È UN PROBLEMA

Da www.rivistaundici.com

 

birra allo stadio 1

Da anni, ormai, tutto il mondo si chiede come sarebbe stato gestito il problema-birra ai Mondiali in Qatar. Nell’emirato l’alcol non è illegale, ma la vendita di bevande alcoliche è consentita solamente in alcuni ristoranti e in alcuni hotel un po’ più appartati, in modo che i consumatori non siano visibili da tutti i cittadini: una situazione decisamente discordante rispetto alle scene che siamo abituati a vedere in occasione dei grandi tornei internazionali di calcio, quando i tifosi si riuniscono in strada, vicino agli stadi, e bevono birra prima delle partite.

 

birra allo stadio 2

La soluzione adottata per bypassare la situazione prevedeva che la birra poteva essere venduta nelle fan zone e in alcuni punti prestabiliti fuori dagli stadi, mentre i possessori dei biglietti, nell’area degli impianti, avrebbero potuto acquistarla solo prima del calcio d’inizio e dopo la fine della partita. Le cose, però, non sono andate nel verso giusto: secondo quanto riportato dal New York Times, tre persone interne all’organizzazione hanno confermato che la famiglia reale qatariota ha richiesto un ulteriore spostamento dei punti vendita della birra, in modo che la presenza della birra negli stadi fosse ulteriormente limitata. O, per meglio dire, nascosta.

fifa budweiser

 

Il punto è che la FIFA ha un accordo con Budweiser, marchio americano che sponsorizza questi punti vendita e ha l’esclusiva per la distribuzione della birra negli stadi. Proprio l’azienda proprietaria di Budweiser, Anheuser-Busch InBev, ha comunicato che «il nostro staff è stato messo al corrente del cambiamento solo il 12 novembre, otto giorni prima dell’inizio del torneo. E ora stiamo lavorando con la FIFA per trasferire i punti vendita in concessione nei luoghi indicati. Il nostro obiettivo è offrire la miglior esperienza possibile ai fan e ai consumatori».

birra allo stadio 7

 

Insomma, siamo di fronte a un evidente conflitto di interessi: da una parte ci sono le tradizioni – a dir poco – conservatrici del Qatar, dall’altra c’è un’azienda che ha versato 75 milioni di euro per associare il proprio marchio alla Coppa del Mondo, e che è partner e fornitrice ufficiale del torneo fin dall’edizione 1986. E che finora non aveva mai vissuto questo tipo di problemi. Come spiega ancora il New York Times, lo spostamento dei punti vendita avverrà «in modo che siano nascosti ma non del tutto, così da soddisfare le richieste delle autorità senza pregiudicare il rapporto con uno sponsor piuttosto potente».

tifosi birra

 

Nel reportage del quotidiano americano, firmato da Tariq Panja, si legge che «dietro questo cambiamento potrebbe esserci Jassim bin Hamad bin Khalifa al-Thani, fratello dell’emiro al potere del Qatar e membro della famiglia reale più attivo nell’organizzazione quotidiana del torneo», e che la sua richiesta «non fosse negoziabile».

 

Di conseguenza, i tendoni e tutte le altre strutture con il marchio Budweiser sono state effettivamente spostate in luoghi diversi da quelli in cui erano state installate all’inizio. Interpellati sulla questione, i funzionari del comitato organizzatore hanno dichiarato che «i piani operativi sono ancora in fase di definizione». E il problema è proprio questo, visto che manca meno di una settimana all’inizio del torneo.

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