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ECCO PERCHE’ ALLEGRI HA IMPANCHINATO IL GIOVANE FARAONE DEL MILAN

1. DAGOREPORT
Allegri sì ma un po' fuori di testa, no. Incostanza di applicazione, pare il problema che ha messo in panchina la cresta del Milan. Vita privata licenziosa non sembra perche' è guardato a vista dai familiari che paiono peggio di qualsiasi detective. Allegri mettendolo in panchina in una gara così importante gli ha fatto capire che e' ancora nessuno e il posto va guadagnato giorno per giorno.

2. LA MALEDIZIONE DEL FARAONE: ALLEGRI SOTTO ACCUSA PER L'ESCLUSIONE DI EL SHA
Monica Colombo per il "Corriere della Sera"

«Voi mi pensate matto? Magari lo sarò anche, ma qui le scelte le faccio io e mi pagano per questo». Alzando i toni, Massimiliano Allegri rivendica nella pancia di San Siro dopo la sfida pareggiata con il Napoli la paternità di una decisione che ha convinto pochi e scontentato molti. Di certo la società non ha gradito e nemmeno compreso l'utilizzo di Robinho (da mesi ai margini del Milan dopo aver vagheggiato a gennaio il ritorno in Brasile) a discapito di El Shaarawy, finito in panchina e inspiegabilmente non impiegato come primo cambio dopo l'infortunio di Boateng.

L'esclusione del Faraone nella partita spareggio per il secondo posto, ovvero nella prima gara dei rossoneri orfani di Balotelli squalificato, è figlia di una scelta tecnica che in via Turati la dirigenza non ha condiviso.

Anche il pubblico domenica sera allo stadio ha accompagnato con i fischi l'uscita dal campo di Robinho, mentre ha accolto con un boato l'ingresso del terzo cannoniere del campionato. 16 reti in Serie A, ma solo una nelle ultime otto presenze. Da quando è arrivato Supermario, El Shaarawy non è più lui, dicono in molti. E allora perché non ha giocato domenica sera quando Balotelli (in attesa che fra giovedì e venerdì venga discusso il suo ricorso alla squalifica di tre giornate) era assente?

«Aveva bisogno di ricaricare le batterie a livello fisico e soprattutto a livello mentale» si è giustificato il tecnico livornese domenica sera aprendo nuovi interrogativi. Svariate le interpretazioni alla panchina del faraoncino: il riacutizzarsi dell'infiammazione al ginocchio, la punizione per un comportamento superficiale tenuto durante gli allenamenti, un atteggiamento di scarsa serenità. Parole, parole, parole.

Stephan da qualche mese è legato a una ragazza, Ester, presentata ai compagni alla festa in tema hip hop di Boateng. Le foto postate su Twitter dal gruppetto presente al party di compleanno del Boa hanno reso celebre questa ragazza mora con il cappellino da baseball e il look da rapper. Probabilmente il giocatore, assai maturo nonostante la giovane età, finora lontano da eccessi (creste a parte) e gossip, vorrebbe vivere la sua esistenza di ventenne con maggior spensieratezza.

Stephan vive con i genitori che si alternano nella casa di Milano per stargli vicino e farlo sentire meno solo. Qui in città c'è anche il fratello Manuel che studia economia e non si perde una sua partita. Il Milan non ha bisogno di sguinzagliare spie nella notte milanese per monitorare gli spostamenti del Faraone: basta il papà che è il più severo censore dei comportamenti del figlio. Che ora, nel giro di pochi mesi è diventato una star e vorrebbe vivere con meno controlli la sua vita di ventenne famoso. Di certo anche ieri, premiato a Carcare, sulle colline sopra Savona, non ha avuto toni polemici.

«La mia panchina è stata una scelta tecnica del mister che rispetto, come ho sempre fatto in passato. Non c'è niente tra me e Allegri con cui ho un bel rapporto: finora mi ha dato tantissima fiducia, non c'è nessun problema». Dall'arrivo di Balotelli la sua stella si è offuscata.

«Sono meno lucido sotto porta, mi sacrifico e gioco in maniera generosa. Ma se il consiglio è correre di meno per essere più preciso in area replico che sono un ragazzo generoso anche fuori dal campo. Mi viene naturale comportarmi così». Domenica, a meno di clamorosi sviluppi, dovrebbe riprendersi il suo posto con la Juve, la terza tappa del trittico da paura. Da Roma intanto prosegue il tam tam secondo il quale Allegri sarebbe la prima scelta per il dopo-Andreazzoli: si è parlato ieri di un'offerta triennale già presentata all'allenatore livornese ma la società giallorossa ha smentito di aver avanzato offerte ufficiali.

3 - LA VOLONTÀ DI STUPIRE IN UNA MOSSA AVVENTATA
Alberto Costa per il "Corriere della Sera"

Lasciare Stephan El Shaarawy in panchina in occasione della sfida con il Napoli non è stata una bella trovata. L'ha contestata la critica pressoché all'unanimità, non è piaciuta al pubblico (che difatti ha sonoramente fischiato Robinho, l'improbabile sostituto del Faraone) e, soprattutto, non l'ha gradita la società.

Nella sua qualità di responsabile tecnico, Massimiliano Allegri ha ovviamente il diritto di fare le scelte che ritiene più opportune, anche a costo di ritrovarsi solo contro tutti, ma è evidente che rinunciare alla giovane rivelazione di questo campionato in coincidenza con la squalifica di Balotelli resta una mossa di non facile comprensione. In questa annata El Shaarawy aveva saltato una sola gara di campionato, quella casalinga con il Parma, ma in quel caso il progetto era chiaro: consentirgli la migliore messa a punto in vista della successiva sfida di Champions con il Barcellona.

Per giustificare la sua sorprendente mossa, Allegri ha tirato in ballo la stanchezza fisica e mentale del ventenne Faraone, un concetto che, per inciso, è l'esatto contrario di quanto da lui sostenuto nella conferenza stampa della vigilia. Che il ragazzo, generoso com'è, avesse bisogno di tirare il fiato era notorio e le occasioni per consentirgli una rapida ricarica delle batterie non sono mancate nel recente passato. Perché, ad esempio, non fermarlo contro Palermo o Chievo, antagonisti decisamente più abbordabili?

Tenerlo a bagnomaria nello spareggio con il Napoli, assente Balotelli, sa tanto di mossa programmata per stupire, proprio come sostituire l'infortunato Boateng con l'inserimento di Niang. Detto che le sue sperticate lodi nei confronti di Robinho, un Fantasma, sanno di excusatio non petita, ora Allegri dovrà per forza di cose guardarsi alle spalle: da una parte c'è la Fiorentina che gli ha già rosicchiato 2 dei 6 punti di vantaggio, dall'altra ci sono un management societario e una Proprietà che hanno deciso di marcarlo a uomo.

 

 

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