vincenzo vita il manifesto

“PERCHÉ IL MANIFESTO È RIGOROSAMENTE ESCLUSO DALLE COMPARSATE IN TELEVISIONE? - L’EX PARLAMENTARE PD VINCENZO VITA CHIEDE: “CON QUALI CRITERI SONO SCELTI I GIORNALI IN TV? UNA MISTERIOSA AGENZIA SCEGLIE CHI PUO’ PARTECIPARE? PERSINO LA LIBERA INFORMAZIONE È SOGGIOGATA AD UNO SGRADEVOLE MERCATO? SPICCA PER LA PERVICACE EMARGINAZIONE PROPRIO IL MANIFESTO - IL TITOLO PER GLI SCONTRI DI SABATO DEL "MANIFESTO": "MARCI SU ROMA"

Vincenzo Vita per blitzquotidiano.it

il manifesto

  

Giornali in tv, con che criterio sono scelti?  Vincenzo Vita si interroga in questo articolo pubblicato anche sul Manifesto. Perché il Manifesto è rigorosamente escluso dalle comparsate in televisione?

 

 

Mettiamola in bella copia. Nelle diverse trasmissioni televisive in cui sono invitate testate della carta stampata per discutere e analizzare, c’è un clamoroso limite dialettico.

 

Taluni giornali sono sempre in video, con una reiterazione seriale. Altri no. Spicca per la pervicace emarginazione proprio il Manifesto. E non solo, ovviamente. Tuttavia, lo storico foglio della sinistra rappresenta qualcosa di più di un quotidiano. Essendo protagonista di una storia lunga (quest’anno sono 50) e impegnata sia nella politica italiana sia nell’editoria.

 

 

Senza nulla togliere ad altre insistite presenze nei talk o negli svariati commentari, risalta a occhio nudo un’ingiustizia davvero ingiustificata fra i giornali.

vincenzo vita

Ma come mai tutto questo accade? Si tratta solo di una discutibile scelta discriminatoria o c’è una routine che orienta dietro le quinte gli inviti? Il sospetto è giustificato, vista l’insistente diceria in base alla quale lo scambio delle diverse opinioni è oggetto di filtri orchestrati da apposite agenzie. Magari non è vero, ma le voci sono insistenti e le fonti svariate.

 

Siamo arrivati al punto – neppure immaginato dagli alfieri della società dello spettacolo- che persino la libera informazione è soggiogata ad uno sgradevole mercato?

 

 

LA PRIMA PAGINA DE IL MANIFESTO SULLA MORTE DI MARADONA

Quello che corre tra le reti da mattina a sera ha le sembianze di un cartello oligopolistico, costituito da taluni assi portanti e da un contorno transeunte di copertura. Con che criterio vengono effettuate, dunque, le ospitate?

 

Al di là delle ovvie considerazioni inerenti alla correttezza e alla serietà, è bene ricordare che nei periodi elettorali è doveroso un surplus di attenzione. La legge n.28 del 2000 ha il suo valore generale nel rispetto della par condicio, che non è solo un articolato testuale, bensì un criterio interpretativo.

 

 

Va da sé, insomma, che i privilegi assegnati secondo logiche lontane dal rispetto dell’equità e del pluralismo escono dai confini dell’opportunità e del diritto sostanziale.

vincenzo vita

 

Come sono scelti i giornali per i dibattiti in tv?

Da tutto ciò emerge un tema soffocato da un dibattito elusivo e superficiale. Vale a dire: come si costruiscono i palinsesti? Decidono coloro che dirigono formalmente canali e trasmissioni o gli agenti che scambiano e impongono gli interlocutori?

 

Sono domande imbarazzanti, che neppure verrebbe voglia di fare. Il male è sempre brutto e pornografico. Tuttavia, una sineddoche – la cocciuta esclusione de il manifesto- ci apre la porta su un universo allarmante, che ci racconta la crisi della televisione generalista classica.

il manifesto marchionne

 

Dalla liturgia austera ma equilibrata delle vecchie tribune politiche, si è passati alla deregulation. Simile flusso ininterrotto dei soliti volti ha certamente contribuito alla caduta di autorevolezza tanto della politica quanto dell’informazione, trascinate in un territorio dove conta solo l’audience.

 

E al cospetto degli indici di ascolto si immolano spesso valori importanti, preferendo personaggi eccentrici o provocatori di mestiere a momenti riflessivi e utili alla comprensione. La disaffezione verso il voto (di cui l’ultima tornata amministrativa è un esempio di scuola) ha radici pure in una rappresentazione  degenerata.

 

L’intreccio subalterno della televisione con i social, veri e propri attrattori di fake e di insulti, dà il colpo ferale.

 

Stupisce che sull’insieme di tali questioni le istituzioni preposte alla vigilanza tacciano, in un silenzio che ormai sa di complicità.

Ogni riforma del sistema ha bisogno di rimettere mano alle relazioni tra l’ambiente crossmediale e attrici o attori del discorso pubblico.

 

Alla vigilia di delicati ballottaggi nelle città, una verifica urgente è indispensabile. Anche le testate vanno inquadrate nella par condicio.

 

TSIPRAS LEGGE IL MANIFESTO

PS: ho scritto più volte negli ultimi tempi sul capitolo doloroso della par condicio. Scripta volant, purtroppo. Non solo le violazioni continuano imperterrite, ma si è levata qualche audace voce sul silenzio elettorale. E non per proporre di rispettare il senso democratico della norma (domenica scorsa è stata ripetutamente aggirata), bensì per ipotizzarne l’abolizione. Non si finisce mai di imparare, dicono i saggi. Al di sotto di ogni sospetto.

vincenzo vita foto di bacco

Ultimi Dagoreport

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

donald trump giorgia meloni vertice europeo

DAGOREPORT - ADDIO ALLA LOVE-STORY CON TRUMP, MELONI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI UN POSTO DI SECONDA FILA DIETRO A MACRON E STARMER - COME NELLA FOTO UFFICIALE DEL SUMMIT DI LONDRA: SBATTUTA IN UNA POSIZIONE "PERIFERICA" (MA GIÀ ALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP ROSICO' PER ESSERE STATA RELEGATA IN FONDO ALLA SALA, ACCANTO AL BOSS ARGENTINO JAVIER MILEI) -E QUANDO, PRIMA DEL SUMMIT DI LONDRA, LA DUCETTA HA TELEFONATO A KING DONALD PER UN INCONTRO ALLA CASA BIANCA (AL PARI DI MACRON E STARMER) E' STATA RIMBALZATA CON UN "SE VEDEMO": IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, CHE HA IN MENTE DI MOLLARE NATO E ONU, SE NE FOTTE DI ASCOLTARE PIPPE SUL "TENERE UNITA LA NATO" E "MANTENERE IL DIALOGO USA-UE” - SE PER L’UCRAINA SI FA DURISSIMA DOPO LO STOP AI RIFORNIMENTI DI ARMI, ANCHE PUTIN HA I SUOI GUAI: I GIOVANI RUSSI SONO SEMPRE PIÙ RESTII A FARSI AMMAZZARE PER IL DONBASS...

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…