novotna

POVERA "GIOVANNONA" NOVOTNA… - SE NE VA, A 49 ANNI, DOPO UNA LUNGA BATTAGLIA CONTRO IL CANCRO LA TENNISTA CECA: VINSE WIMBLEDON NEL 1998 – QUANDO CLERICI SCRISSE: "NELLA MIA VITA DI GIOCATORE, HO CONOSCIUTO SOLTANTO UNA TENNISTA PIÙ PAUROSA DI LEI. QUELLA TENNISTA, DEVO AL FINE CONFESSARLO, ERO IO..."- VIDEO

 

Da gazzetta.it

 

novotna

È morta a 49 anni l’ex tennista della Repubblica Ceca Jana Novotna. Ne ha dato notizia una dichiarazione ufficiale della Women’s Tennis Association (WTA): «Dopo una lunga battaglia contro il cancro, Jana è morta in pace, circondata dalla famiglia nella sua nativa Repubblica Ceca». Vinse nel singolare femminile al torneo di Wimbledon 1998, una medaglia d’argento nel doppio all’Olimpiade di Seul 1988 e un bronzo nel singolo ad Atlanta ‘96.

 

Sempre a Wimbledon è stata finalista nel ‘93 e ‘97 perdendo da Steffi Graf e Martina Hingins. Arrivò in finale anche agli Australian Open del ‘91 sconfitta da Monica Seles. Nel 2005 era stata inserita nella International tennis hall of fame, in carriera fu seconda nel ranking mondiale.

 

 

 

POVERA NOVOTNA

Gianni Clerici per la Repubblica del 4 luglio 1993

 

Ho conosciuto, nella mia vita di giocatore, soltanto una tennista più paurosa di Giovannona Novotna. Quella tennista, devo al fine confessarlo, ero io. Anagraficamente registrato come Giovanni Clerici, regolarmente battezzato come maschietto, la mia componente femminile emergeva in tutta la sua fragilità in quello che gli spagnoli chiamano el momento de la verdad.

novotna

 

In quell' istante meraviglioso e atroce, la mano che regge la racchetta per la misa a muerte dell' avversario non deve tremare. In quell' istante, la racchetta diventa l' arco di Arjun, l' impassibile eroe del Mahabharata. L' arco e il bersaglio, come esaurientemente spiega il dottor Herrigel nel libro sullo Zen, sono la stessa cosa. Ma ai tempi in cui tentavo invano di passare il primo turno a Wimbledon, io non lo sapevo. Guardavo l' avversario ormai battuto e mi impietosivo.

 

 Poi, come quello si ribellava e mi strappava un punto, iniziavo a preoccuparmi. Al primo game perduto ero terrorizzato. Il terrore mi toglieva lucidità, mi metteva fretta, la fretta non mi lasciava respirare, l' apnea mi sottraeva l' ultimo granello di fiducia e, da quell' istante, iniziavo una catena di errori tanto goffi che me ne veniva una vergogna infinita, una voglia di sparire dagli occhi del mondo, di ritirarmi in convento. Una vera e propria crisi di impotentia ludendi.

 

Solo pochissimi amici e non più di venti spettatori hanno assistito a simili penose vicende. Ma oggi la povera Giovannona Novotna aveva addosso gli occhi della rappresentante della Regina di Inghilterra, di quattordicimila fedeli sudditi, e di chissà quanti milioni di spettatori televisivi. Sotto un cappellino da giocatrice di softball, le lanciava dalla tribuna sguardi d' intesa la sua amata coach, Hana Mandlikova, capace di prepararle una tattica meravigliosa, adattissima a confondere Steffi Graf.

Gianni Clerici

 

Accarezzata da tanti sguardi, Giovannona si era all' inizio ritrovata nel luogo che tante volte aveva provato invano a interpretare, quello della tennista capace di vincere un torneo dello Slam. Per quella parte alla quale aspirava con struggimento sin da bambina, Giovannona sembra possedere tutte le qualità necessarie.

 

E' , per cominciare, una splendida atleta, dotata non solo di sprint, ma di fondo. E' amazzone, capace di cavalcare una Honda 1000 come una bicicletta. Batte forte, ha un dirittaccio secondo solo a quello della Graf, sa ribattere slice scivolando a rete come un commando. E, a rete, difende, se non proprio come la Navratilova dei bei tempi, come una sua stretta parente, diciamo una cuginotta. Conoscendone i grandi mezzi atletici, la forma, l' integrità fisica, la sua coach le aveva consigliato una partita di pressing accanito, e non solo. La trovata era quella di battere non meno dei due terzi delle prime palle sul diritto di Steffi. La Graf ha certo la sua arma migliore in quel colpo, ma sull' erba, seppur rognosa, non trova il tempo di preparare il suo lungo swing da golfista se il proietto supera i 100 orari.

 

Basando la sua tattica su questi due semplici principi, Giovannona non aveva mai mollato Steffi nel primo set, l' aveva ripresa da 3-5, si era anche affacciata ad un set-point nel tiebreak, solo per esserne sloggiata da un ace. Ma, proprio mentre smarriva quel primo set a portata di mano, il saldo dei suoi attacchi a rete diveniva positivo. La tattica era proprio quella buona. Il dirittaccio di Steffi appariva dapprima incerto, poi dissestato. Da quel momento Giovannona sembrava la proprietaria del Centre Court, infilava una splendente collana di ben dieci games contro solo due di una Steffi confusa sino all' isteria. Privata del suo fatato diritto, Steffi si vedeva continuamente preceduta a rete, e non trovava né il passante di rovescio né la lucidità per contrattaccare.

 

novotna

Quella trionfante Giovannona si issava alla palla del 5-1 nel terzo, mentre Graf pareva ormai impegnata in monologhi alla Becker. Ma, ormai a 5 punti dal match, Giovannona serviva un doppio errore. Per un' altra giocatrice, lo sbaglio sarebbe stato trascurabile. Per Giovannona no. Quelle due stupide palline dovevano richiamarle alla memoria una catena di passate sventure, non ultima la finale dell' Australian Open 1991, in cui aveva dominato la Seles per scomparire, d' un tratto, dal campo. Mentre Steffi ancora non si rendeva conto di cosa accadesse, Giovannona aveva sciupato altre due palle per il 5-2. Il peggio, il dramma, doveva ancora venire.

 

Gianni Clerici

A 4-3 la sciagurata sarebbe riuscita a perpetrare tre doppi errori su quattro punti. Ora Steffi si era snebbiata, quanto bastava per afferrare con le unghiette il dono che le veniva offerto. La povera Giovannona aveva il viso di un dipinto di Edward Munch, Il Grido. Pallida, sfatta e abbattuta, cadeva piangente tra le braccia materne della Duchessa di Kent. Non vi ho detto che Rita Grande ha perso la finale di una prova junior che le più forti, tipo Capriati o Huber, snobbano da anni. Non vi ho detto che Sampras vincerà il torneo, se non gli duole la spalla. Non vi ho detto come sono guarito dalle paure che non hanno consentito a Giovanna di vincere Wimbledon. Lo vado a raccontare a lei. Spero proprio di esserle utile, povera codarda di una Novotna. Finale donne: Graf (Ger) b. Novotna (Cec) 7-6 (8-6) 1-6 6-4. Finale donne juniores: Feber (Bel) b. Grande (Ita) 7-6 (7-3), 1-6, 6-2. Oggi alle 15 italiane, finale maschile: Sampras-Courier.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....