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“NAPOLI CAMPIONE, INCHINATEVI!” – LE PRIME PAGINE DEI QUOTIDIANI ITALIANI E LA CELEBRAZIONE DELLA SQUADRA DI SPALLETTI SUI GIORNALI INTERNAZIONALI DOPO LA VITTORIA DELLO SCUDETTO – GLI INGLESI DEL “GUARDIAN”: “I NUMERI DA SOLI NON POTREBBERO MAI RENDERE GIUSTIZIA A QUESTA SQUADRA” CHE, A INIZIO STAGIONE ERA CONSIDERATA “UNDERDOG” – LA “GAZZETTA DELLO SPORT”: “NAPOLI IN PARADISO” – DALLA “CNN” A “L’EQUIPE” L’ONDA AZZURRA “TRAVOLGE” I MEDIA DI TUTTO IL MONDO…

Da www.ilnapolista.it

 

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“Chi ha visto arrivare questo Napoli? Non i tifosi, che a luglio hanno interrotto la presentazione della rosa di Spalletti, urlandogli di svegliarsi!”. Il Guardian celebra l’incredibile scudetto del Napoli, e lo fa anche ricordando da dove arriva. Nicky Bandini scrive che “questo scudetto è stato soprattutto uno sforzo collettivo”. E che in estate “la percezione era di una squadra alla fine di un’era. Lorenzo Insigne, Dries Mertens, Kalidou Koulibaly e Fabián Ruiz sono stati tutti autorizzati – in alcuni casi costretti – a lasciare, e non era ancora chiaro chi li avrebbe sostituiti”.

 

E poi la storia oramai è nota: “Kvaratskhelia la grande rivelazione”, “la sua collaborazione con Osimhen è stata irresistibile. Il talento del nigeriano non era un segreto, ma le sue prime due stagioni da quando è arrivato dal Lille con un contratto record di 70 milioni di euro sono state interrotte da una lussazione della spalla e una frattura dell’orbita oculare. Un infortunio al tendine del ginocchio all’inizio di questa stagione, per fortuna, è stato più velocemente recuperato. Ha saltato sette partite eppure rimane il capocannoniere della Serie A”.

 

la vittoria dello scudetto del napoli il mattino

E anche il Guardian fa grande Giuntoli: “Il merito va al ds del Napoli, Cristiano Giuntoli. Ha agito con decisione per ottenere Kvaratskhelia, che era stato nei radar di diversi club prima dell’invasione, ma altrettanto essenziali sono stati altri acquisti che ha fatto quest’estate: il difensore centrale Kim Min-jae dal Fenerbahce così come gli attaccanti Giovanni Simeone e Giacomo Raspadori”.

 

E “come raccontare la storia di questo trionfo senza menzionare l’orchestratore di centrocampo Stanislav Lobotka, gli infiniti assist di Piotr Zielinski o l’abilità telepatica di André-Frank Zambo Anguissa nel leggere le intenzioni di un avversario? Il Napoli avrebbe potuto vincere tutto senza l’infallibile costanza del suo capitano, Giovanni Di Lorenzo come terzino destro, o Hirving Lozano che si lanciava in avanti davanti a lui?”.

 

Il Guardian è giustamente celebrativo: “i numeri da soli non potrebbero mai rendere giustizia a questa squadra. Il Napoli era spietato ma era anche magico da vedere: un mare di blu mutevole che inondava ogni varco che gli avversari lasciavano non sigillato”.

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E “Spalletti è l’uomo che li ha uniti tutti insieme”, un allenatore che “pur essendo accreditato come uno dei grandi innovatori tattici di una generazione, non era mai andato oltre i due trionfi in Coppa Italia e una Supercoppa vinti alla Roma un decennio e mezzo fa”.

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