PUGNI E POLEMICHE: COSI’ IMANE KHELIF È DIVENTATA UNA STAR – LA PUGILE ALGERINA IPER-ANDROGINA VINCITRICE DELL’ORO ALLE OLIMPIADI, IN DUE SETTIMANE È PASSATA DA 80 MILA FOLLOWER A OLTRE 1,6 MILIONI – IN PATRIA È DIVENTATA UN’EROINA E LA CELEBRITÀ LE PORTERÀ ANCHE RICCHE SPONSORIZZAZIONI – KHELIF, CHE SARÀ LA PORTABANDIERA DELL'ALGERIA NELLA CERIMONIA DI CHIUSURA DEI GIOCHI, HA PRESENTATO UNA DENUNCIA CONTRO IGNOTI AL TRIBUNALE PER LE “MOLESTIE MORALI” SUBITE DAGLI INSULTI RICEVURI SUI SOCIAL…
PARIGI: CERIMONIA CHIUSURA, KHELIF PORTABANDIERA ALGERIA
(ANSA) - Imane Khelif sarà la portabandiera dell'Algeria nella cerimonia di chiusura dei Giochi olimpici di Parigi 2024. Allo Stade de France stasera la pugile campionessa olimpica, icona di questi Giochi per gli attacchi di genere subiti, sfilerà con il campione dell'atletica Djamel Sedjati per rappresentare il paese nordafricano.
KHELIF DENUNCIA IN TRIBUNALE «MOLESTIE MORALI IN RETE» L’ALGERIA LE PREPARA LA FESTA - LA PUGILE È UNA CELEBRITÀ: QUASI 2 MILIONI DI FOLLOWER IN 10 GIORNI
Estratto dell’articolo di Marco Bonarrigo e Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Prima dei Giochi, Imane Khelif aveva 80 mila follower su Instagram; adesso sono un milione e seicentomila, una crescita sensazionale. La pugile algerina è diventata in due settimane una celebrità globale, e della sua vicenda si è parlato pure all’Onu, quando nel corso di un dibattito sui diritti della donna il rappresentante russo al Consiglio di sicurezza pochi giorni fa ha denunciato la sorte «delle pugili picchiate da atleti che in realtà sono uomini», facendo intervenire il delegato algerino: «La coraggiosa pugile Imane Khelif è una donna e non c’è alcun dubbio su questo, tranne per chi segue un’agenda politica della quale si ignorano gli obiettivi».
MATTEO SALVINI IMANE KHELIF - MEME BY VUKIC
La vittoria di Khelif è sportiva (ieri nella categoria 57 kg oro anche alla taiwanese Lin Yu Ting, esclusa dai Mondiali 2023 per gli stessi motivi di Imane) ma ha conseguenze politiche che non seguono la logica delle abituali alleanze. La sua medaglia ha provocato reazioni da Coppa del mondo di calcio in Algeria, dalla capitale Algeri al suo villaggio natale di Biban Mesbah, vicino a Tiaret, ma anche in Francia, [...]
Macron non ha mantenuto la promessa che aveva fatto di persona a Imane due anni fa — «sarò in tribuna a tifare per te se arrivi in finale a Parigi» —, ma il presidente francese (che ieri allo Stade de France ha festeggiato l’unica medaglia transalpina nell’atletica) resta dalla sua parte e molti francesi, di origine algerina o meno, hanno gioito con lei subito dopo la vittoria, mentre il presidente algerino Tebboune la chiamava al telefonino per congratularsi.
La Russia invece non esita a mettere a rischio la tradizionale alleanza con l’Algeria pur di combattere, attraverso Imane Khelif, la sua lotta contro «la piattaforma LGBT che l’Occidente cerca di imporre al mondo intero», secondo le parole della Russia all’Onu.
[...] «L’ho detto e lo ripeterò fino alla noia — ha spiegato la prima olimpionica della boxe algerina — sono nata e cresciuta donna. Chi lo contesta è mosso solo dall’invidia e la mia dignità viene prima di ogni altra cosa, anche della medaglia».
Le Monde ha rivelato ieri che la mattina dello stesso giorno della finale, venerdì, Imane aveva depositato una denuncia contro ignoti al Polo del Tribunale di Parigi specializzato nella lotta contro odio diffuso tramite la Rete web per le «molestie morali» subite. Il suo avvocato, Nabil Boudi, ha valutato oltre 100 milioni di visualizzazioni di contenuti offensivi «pubblicati da importanti personalità politiche che si sono trasformate in un calvario per Khelif».
Tra i casi minuziosamente documentati dai legali c’è quello del tweet dell’ex deputato del Rassemblement National Gilbert Collard («Che ingiustizia, che aberrazione ideologica costringere l’italiana Angela Carini a rinunciare a causa dei pugni della boxeuse transessuale Imane Khelif») che ha superato i tre milioni di visualizzazioni. Tra gli episodi denunciati ci sarebbero anche quelli di esponenti politici non francesi [...]