gian piero ventura

QUANTO DURA VENTURA? L’ITALIA APPESA AI PLAYOFF PER EVITARE UN FLOP STORICO – NON MANCHIAMO UN MONDIALE DAL 1958 – PENSAVAMO DI POTER LOTTARE CON SPAGNA, GERMANIA E INVECE ORA CI DOBBIAMO PREOCCUPARE DI GRECIA, SLOVACCHIA E DELLE DUE IRLANDE – DAL MODULO SPREGIUDICATO ALLE SCELTE AZZARDATE, IL CT SUL BANCO DEGLI IMPUTATI 

GIAN PIERO VENTURAGIAN PIERO VENTURA

Giulia Zonca per la Stampa

 

Perdere bene non serviva a nulla quindi l' Italia ha deciso di strafare ed è pure andata a sbattere. Non si subiva tanto dalla finale degli Europei 2012, ultima occasione in cui ci è capitato di chiudere il primo tempo con due gol sulla schiena, sempre Spagna, solo che stavolta c' è l' uscita di emergenza: lo spareggio.

 

Difficile prendere confidenza con la brutta parola che sa di ripescaggio, di limbo, di esami di riparazione.

buffonbuffon

Tutte idee alle quali non volevamo essere associati e che vanno giù di traverso. Ma adesso che la prospettiva della seconda possibilità è l' unico passaggio concreto rimasto, tanto vale abituarsi alla strada che ci aspetta. Non è una via familiare, ci siamo arrivati una sola volta però è un precedente carico di storia e coincidenze: racconta pure di una certa tempra che ora serve come l' aria, soprattutto dopo una partita che ridimensiona l' autostima. È necessario azzerare e magari sbirciare indietro per proiettarci in avanti.

 

Teste di serie nell' urna Si torna al 1997, nel girone c' era l' Inghilterra e fin dai sorteggi ci si è sentiti stretti. Come ora. Quando è uscita la Spagna insieme con la pallina è emerso un filo di rassegnazione, la stessa che si è vista al Bernabeu. Venti anni fa abbiamo pescato la Russia sulla via dell' espiazione e oggi non corriamo rischi di avere la stessa avversaria: loro sono i padroni di casa dei Mondiali che non vogliamo mancare.

 

GIAN PIERO VENTURAGIAN PIERO VENTURA

Qui parte il corto circuito, sperando in una scossa. Quella Russia non era una passeggiata eppure i reduci ricordano più o meno tutti la stessa sensazione: «Eravamo convinti che un Mondiale non si potesse saltare». L' andata gelata sul campo bianco di Mosca, tanta fatica poi il gol di Vieri, una rete che spesso sta tra quelle inanellate per scrutare possibili somiglianze tra Vieri e Belotti.

 

Se il Gallo vuole i suoi sei gradi di separazione con l' attaccante, che secondo tanti più gli somiglia, sa cosa deve fare. In quella sfida chiusa sull' 1-1 esordisce Buffon e anche lui forse avrà persino voglia di rivedere l' inizio dopo la serata stonata di Madrid. Il 29 ottobre è il suo anniversario, la vita in azzurro è iniziata proprio in un incrocio delicato, in un momento di transizione. Pagliuca che si infortuna e lui che entra, ha rievocato quel momento tante volte, ora potrebbe quasi riviverlo. O chiudere il cerchio.

 

Il ritorno di quel riscatto è dolce: 1-0, gol di Casiraghi e ogni paura archiviata. Noi non siamo nazionale da falsi nueve, cerchiamo potenza, la sicurezza smarrita. A questo punto serve più convinzione che coraggio. Le qualificazioni non sono ancora finite ma quel che manca non potrà purtroppo toglierci la sofferenza di Madrid dalla testa, lo spareggio, invece, è un dentro o fuori che può restituirci ambizione. Ci arriveremmo da teste di serie, il che esclude, per esempio, l' ipotesi di ritrovarci di fronte il Portogallo di Ronaldo. Presto per tracciare la rotta, circolano Irlanda del Nord, Slovenia, Islanda, altri ostacoli vaganti.

GIAN PIERO VENTURAGIAN PIERO VENTURA

Prima di trovare l' avversario sarà utile recuperare la testa.

Fare un bel respiro e riconsiderare Russia-Italia: per la meta, per il carattere, per i giochi del destino, per capire che magari lo spareggio può trasformarsi da punizione a liberazione.

Farci arrivare ai Mondiali dall' ingresso secondario ma con l' ambizione intatta. Ora, come minimo, è ammaccata.

 

 

 

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