raggi

CELLULITE AI RAGGI X - ALLA FESTA DEL FATTO LA RIVELAZIONE DELLA SINDACA DI ROMA VIRGINIA RAGGI: “VI AVVERTO, SENNO’ POI FATE CON LA BOSCHI: HO LA CELLULITE. E’ NORMALE, SO’ FEMMINA” - SU ROMA 2024: “STIAMO ANCORA PAGANDO I DEBITI DELLE OLIMPIADI DEL ’60” (MA IN GIUNTA C’E’ CHI VUOLE I GIOCHI)

RAGGI 6RAGGI 6

1. RAGGI: “OLIMPIADI 2024? STIAMO ANCORA PAGANDO I DEBITI DI QUELLE DEL ‘60”

Giovanna Casadio per “la Repubblica”

 

«Nel debito-monstre di Roma di 13 miliardi, un miliardo è ancora l’indennità di esproprio per le Olimpiadi del ‘60. L’anno scorso gli italiani hanno finito di pagare la rata del mutuo di Italia ‘90. Fatevi due conti...». Sono parole che fanno crescere la popolarità di Virginia Raggi tra i suoi elettori e simpatizzanti. Chi le grida: «A’ Virgi’ non ci delude’, no alle Olimpiadi».

 

E chi chiarisce meglio: «Fagli sputa’ fango ai palazzinari ». Ma la sindaca tiene le carte coperte. Il cuore grillino è per il No, si sa, tutta la campagna elettorale è andata in quel verso, però ora Virginia lascia un margine ampio di ambiguità: non dice un bel no secco. Ripete: «Con Malagò siamo rimasti che ci sentiamo dopo l’estate, siamo al 28 agosto, l’estate non è finita. Ci sentiremo». Il pubblico rumoreggia.

 

Campo Boario al Testaccio è spazzato dalla brezza del tramonto che le solleva un po’ il vestito quando si accuccia sul palco per parlare con la gente sotto: «Chissà la cellulite... non c’è bisogno di fare come con la Boschi, tanto la cellulite c’è, ve lo dico io stessa». Disinvolta la sindaca Raggi, intervistata da Gianni Barbacetto alle festa del quotidiano “ Il Fatto” in un confronto con l’altra sindaca grillina di Torino, Chiara Appendino (al telefono) e con Isabella Conti, prima cittadina dem di San Lazzaro di Savena (sul palco).

 

RAGGI FESTA FATTO CELLULITE 3RAGGI FESTA FATTO CELLULITE 3

Disinvoltura che si stempera in un rinvio delle decisioni quando parla di Olimpiadi a Roma nel 2024: «Un atleta deve crescere prima di arrivare alle Olimpiadi e nelle scuole si fa sport solo una volta alla settimana, un’ora alla settimana». Come dire, pensiamo allo sport quotidiano. Tanto per spiegare: «Roma è piena di impianti sportivi comunali, circa 150, in condizioni disastrose. Le sembra normale? E poi parliamo di Olimpiadi... però se qualcuno ci dà una mano a ristrutturare questi impianti saremo ben lieti». Uno spiraglio per l’apertura di una trattativa?

 

Quello che la sindaca sul palco non dice è che nella sua stessa giunta capitolina c’è chi alle Olimpiadi è favorevole. Ci sono in ballo un miliardo e 700 milioni del Cio e sarebbero una opportunità anche per il trasporto pubblico della Capitale. Poi c’è anche il bando per le periferie da 40 milioni che, se Raggi sfila Roma dalla candidatura olimpica, potrebbe perdere. Lei si mostra sicura: «Premier e governo esamineranno con imparzialità».

 

RAGGI FESTA FATTO CELLULITE 1RAGGI FESTA FATTO CELLULITE 1

Il confronto con Appendino è disturbato dalla cattiva linea telefonica. La sindaca torinese: «Siamo per operazioni- agopuntura, tanti piccoli interventi non grandi opere ». Come la Tav. Sulla Festa dell’Unità dove non andrà: «Non sono stata invitata alla Festa di Torino, a quella di Milano ho detto no perché la mia attenzione è concentrata su Torino». Quindi promette il rilancio del Salone del libro da cui gli editori a maggioranza si sono sfilati.

 

Forse se c’era Piero Fassino, il sindaco dem sconfitto, non l’avrebbero fatto? Lei la mette in positivo: «Ci sarà un nuovo Salone rafforzato». I risparmi. «Avevamo preso impegni per tagliare il 30%, lo stiamo facendo». Tagli che arriveranno anche a Roma. Per ora Raggi fa i conti in tasca alle giunte Alemanno prima e Marino dopo, che per le nomine di staff avevano speso rispettivamente 6 milioni e 5 milioni, «mentre io per adesso credo di non avere sfiorato il milione. Ridurremo le spese, valorizzeremo le professionalità interne. La competenza si paga il giusto».

 

Quindi l’affondo contro il governo «che parla di fare pil sulla ricostruzione, sulla pelle dei morti è criminale». Contro Renzi e la sua idea di priorità. La riforma costituzionale non è una priorità. «Una follia, una vera follia pensare che i sindaci facciano anche i senatori, se volevano abbattere i costi della politica dovevano eliminare del tutto il Senato, Renzi riformi la giornata a 48 ore».

 

RAGGIRAGGI

Racconta delle 4 ore al giorno di sonno, Virginia. Dei commessi del Campidoglio che le dicono: «Se si ferma dopo cena, ce lo dica, che facciamo venire qualcosa da mangiare». Ma amministrare la Capitale è «per me l’esperienza più bella del mondo». I rifiuti sono una priorità. Le Olimpiadi, a quanto pare, no. Il senatore grillino Vito Petrocelli, che la ascolta, commenta: «Sono per il no alle Olimpiadi, ma al limite si potrebbe fare una consultazione online». Sul referendum dei Radicali sulle Olimpiadi, in cerca d’aiuto per la raccolta firme, Raggi non si presta: «Se non ci sono autenticatori, si pagano». Magi, il segretario del Pr, polemizza: «Per lei la democrazia è questione di soldi».

 

2. CHIARA CONCRETA, VIRGINIA SIBILLINA STILI A CONFRONTO DELLE SINDACHE M5S

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

Che siano diverse se ne sono già accorti in molti. Virginia Raggi è partita in salita, frenata da mille polemiche, oltre che dalla zavorra di Mafia Capitale. Chiara Appendino è andata via liscia, grazie a un grande attivismo, oltre a una frugalità tutta sabauda, molto apprezzata dalla base.

 

virginia raggi paola murarovirginia raggi paola muraro

Il confronto a distanza doveva concretizzarsi in un faccia a faccia, alla festa de Il Fatto Quotidiano : ma della Appendino - bloccata anche da un' amatriciana solidale che le ha dato qualche grattacapo con i vegani - è arrivata solo la voce via telefono. Sul palco è rimasta la Raggi, a confronto con Isabella Conti, giovane sindaca Pd di San Lazzaro. Eppure le differenze tra le due si sono viste anche così.
 

Due stili, due modi di affrontare le cose. Se la Raggi è alle prese con un dossier scottante, le Olimpiadi, la Appendino ne maneggia uno altrettanto pesante, la Tav. La folla romana è per il no. Rumoreggia, incita la Raggi a dirne uno definitivo.
 

Una signora le dice: «Virginia, fai sputare sangue a Caltagirone e Montezemolo». La Raggi sorride e non favella. Sul palco, a Gianni Barbacetto che incalza, risponde laconica, sibillina, al limite del reticente: «Ne parlerò la prossima settimana con Malagò». Refrain costante nelle ultime settimane.

 

RAGGIRAGGI

Una forma di bon ton istituzionale? Non è chiaro, così come non è chiaro il no, anche se la bilancia pesa nettamente in direzione contraria. Molto più decisa e loquace la Appendino. Che ammette di non poter cancellare la Tav, nonostante la posizione dei 5 Stelle, ma spiega anche che «il nostro compito è motivare il no, spiegarne le ragioni, diffonderlo, provare a farlo accettare anche da altri livelli istituzionali». Nessun imbarazzo, nessun tentennamento .
 

RAGGI 2RAGGI 2

Se la Appendino si concentra sui temi concreti, la Raggi svicola spesso nel personale.
Si presenta, con giro di campo, in tubino nero, scarpa con tacco e cinturino alla caviglia, doppio filo di perle e occhiali con stanghetta «Virginia» a sinistra,e «Raggi» a destra. A margine, scherza: «Mi siedo ma vi avverto, sennò poi fate come con la Boschi: ho la cellulite. È normale, so' femmina». Femmina e sindaca, «il lavoro più bello del mondo».
Ma parecchio stancante.
 

Quando la Conti dice che fare il sindaco è molto faticoso, lei alza gli occhi al cielo e approva: «Mamma mia». Poi aggiunge: «Dormo 3 o 4 ore per notte. I collaboratori lo sanno: mando email alle 4 di notte. I commessi a volte mi dicono: ci avverta se rimane, che ci facciamo portare la cena». Figuriamoci se può fare anche la senatrice, come prevede la riforma Boschi: «Spero rimanga nell' iperuranio. Renzi dovrebbe fare un decreto per fare giornate di 48 ore». Il pubblico applaude e ride. Qualcuno è impaziente, sotto il palco. Lei sorride, un po' stanca: «Stiamo lavorando, ma non ho la bacchetta magica».

RAGGI FESTA FATTO CELLULITERAGGI FESTA FATTO CELLULITE

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO