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DA “SIR” A “SOR” CLAUDIO! STASERA L’ESORDIO CON L’EMPOLI, RANIERI PUNTA FORTE SULLO SPIRITO TESTACCINO: VOGLIO VEDERE I CALCIATORI DELLA ROMA ARARE IL CAMPO, NON DEVONO ESSERCI PIÙ SCUSE, SONO UOMINI, NON BAMBINI DI 4 ANNI. NON POTEVO DIRE DI NO A QUESTA SQUADRA. ANCHE SE CI PERDO I SOLDI" – DA SAN SABA AI PARIOLI, DA TRIGORIA A CAMPO MARZIO, ECCO LA ROMA DI RANIERI - TOCCATEGLI TUTTO MA SULLA CARBONARA DI HEINZ BECK NON SI SCHERZA…

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Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia

Marcello Di Dio per il Giornale

 

Quando Claudio Ranieri lasciò Trigoria in maniera traumatica, chiudendo con le dimissioni la sua prima esperienza sulla panchina della Roma, mancavano poche settimane al passaggio di consegne della società giallorossa dalla famiglia Sensi agli americani.

 

Otto anni dopo, il tempo sembra essersi fermato a quel giorno di febbraio: da allora Pallotta ha cambiato sei allenatori, non riuscendo ad arricchire in nessun modo la bacheca, e ora che c'è un posto Champions da andarsi a riprendere ci si aggrappa a un allenatore che è pure un tifoso dei giallorossi. Di fatto, il definitivo congedo da quella rivoluzione culturale - mai veramente decollata - che era il motto a stelle a strisce nel 2011.

 

Ecco che la prima conferenza stampa che apre la seconda era del tecnico testaccino a Roma ha un sapore quasi vintage. C'è un invito al romanismo («i giocatori devono sentirsi amati dal pubblico, è brutto giocare in casa con la paura, chiedo aiuto ai nostri tifosi»), uno sprone ai suoi ragazzi («voglio vedere i calciatori arare il campo, non devono esserci più scuse, sono uomini non bambini di 4 anni») e persino l'ammissione di aver accettato un contratto di tre mesi - come un traghettatore qualunque e non come un tecnico dal pedigree internazionale - per amore di questi colori («quando la Roma chiama non si può dire di no, il ritorno qui per chi è romano e tifoso è sempre speciale, guadagnerò meno dei soldi che ho lasciato al Fulham...»).

 

Così, per un milione di euro - più bonus se a fine stagione arriverà la qualificazione Champions - in 12 partite, il neo allenatore giallorosso cercherà di salvare un'annata che ha preso una piega complicata. «Sono pronto a lottare, ma da solo non ce la farò a portare la Roma al traguardo auspicato, mi aggrappo ai tifosi e alle motivazioni della squadra», ribadisce il tecnico definito «tinkerman», l'aggiustatore. Il cui manifesto programmatico per rimettere a posto i pezzi di un puzzle confuso prevede le parole fatica, rabbia, lavoro e allegria. Di sicuro non pensa al futuro e a quello che potrà accadere il 1° luglio, alla fine del mini contratto firmato: «Mi vedo adesso qui a Trigoria e domani (oggi, ndr) in panchina, non vado oltre».

 

Curioso che il suo nuovo debutto sulla panchina giallorossa sarà ancora contro una squadra toscana: il 13 settembre 2009 vinse a Siena con i gol di due difensori, stasera sfiderà l'Empoli ma all'Olimpico. «Quella era una Roma importante, magari un po' sul viale del tramonto, c'erano giocatori di una certa età che avevano dato tantissimo - il ricordo di Ranieri -.

 

Sono riuscito a motivarli il primo anno, meno il secondo, per questo sono andato via. Dunque, chiederò il massimo anche al gruppo attuale, sono molto esigente già con me stesso. Voglio una squadra sorridente, che lotta e non si arrende mai». All'inizio punterà sull'aspetto psicologico più che su quello tattico, anche perchè stasera vivrà una grande emergenza (8 assenti e uno Zaniolo acciaccato che forse partirà in panchina, convocati 5 Primavera), e dice di non aver chiamato il predecessore Di Francesco: «Capisco l'amarezza per chi viene esonerato, io ho fatto un tifo spaventoso per lui, è un gran professionista. Ha fatto degli errori? Noi allenatori li facciamo tutti».

 

È il momento di mettersi al lavoro e suonare la campanella, magari quella che comprò a Natale ai tempi del Leicester per svegliare la squadra durante gli allenamenti. «Ma qui ci vorrebbe la campana di San Pietro...», chiude con il sorriso il tifoso allenatore Ranieri.

 

 

 

LA ROMA DI RANIERI: DAL BAR AL GIORNALAIO, ECCO IL MONDO DI CR1

Franco Pasqualetti per www.leggo.it

 

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Se fosse una canzone sarebbe senza dubbio Grazie Roma. Claudio Ranieri la Capitale ce l’ha nel cuore da sempre. Non l’ha mai abbandonata e la sua residenza è stata sempre la stessa da 30 anni: viale Bruno Buozzi, cuore dei Parioli. Ed è per questo che il racconto della Roma di Ranieri fa parte di ognuno di noi. Una romanità mai nascosta. Genuina. Un viaggio nel privato del nuovo mister giallorosso per scoprire gusti, luoghi, persone a lui care. 

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Dall’abitazione dove è nato, in viale Giotto, ai luoghi dove ha passato infanzia e adolescenza. Fino ad oggi, che è diventato nonno del piccolo Orlando. Claudio Ranieri è il signore che tutte le mattine compra il giornale a piazza Euclide o acquista gli abiti a Campo Marzio. Una curiosità? Toccategli tutto ma sulla carbonara non si scherza. Per questo Claudio Ranieri ha scelto il numero uno al mondo: Heinz Beck. Anche se mister Ranieri non ha mai nascosto che il miglior ristorante al mondo si chiama dalla sora Rosanna, sua moglie: «Non esiste stellato al mondo che superi casa le specialità che mangio con lei», ha sempre detto.

 

SAN SABA

L’avventura di Claudio Ranieri inizia al civico 1 di viale Giotto. Qui Claudio Ranieri ha vissuto fino all’età di 18 anni. La casa di famiglia è 300 metri da piazza Bernini, dove c’è l’oratorio e dove Ranieri ha iniziato la sua avventura calcistica. «Giocava in porta», racconta Maurizio, un suo compagno di squadra.

 

TESTACCIO

Via Luca della Robbia era la seconda casa di Ranieri. Qui c’era la macelleria del papà e lui, finita la scuola, andava a fare le consegne per il rione. «Mio nonno consegnava la carne nella loro bottega - racconta Alessandro Cochi, testaccino doc - certi siparietti con la mia famiglia da sempre laziale...».

 

PARIOLI

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Claudio Ranieri abita qui. Al 6° piano di una palazzina giallorossa. In viale Bruno Buozzi. Ai Parioli il mister è amato da tutti. Il caffè del mattino al Gepy bar, il cinema al Roxy, il garagista sotto casa, i giornali a piazza Euclide, l’aperitivo al Carrot’s cafè, l’alimentari a viale Parioli. Anche quando allenava in Inghilterra la sua base era qui.

 

MONTAGNOLA

Il taglio dei capelli è in via Guido de Ruggiero. Dallo stesso parrucchiere di Totti. Un salone che un po’ il quartier generale della squadra giallorossa: quasi tutti i giocatori romanisti vanno da Giorgio e Luciano e il mister non vuole essere da meno anche se il suo storico barbiere, specialmente quando non allenava, per anni è stato nel cuore di Prati. 

 

CENTRO

Ranieri ama il cuore di Roma. Il gelato da Ciampini, in piazza San Lorenzo in Lucina, gli abiti da Cenci in via di Campo Marzio e Battistoni, in via Condotti. Il gioielliere in via del Babuino. «Ho girato molto nella mia carriera - racconta sir Claudio - ma la serenità che mi regala una passeggiata in centro non l’ho trovata in nessuna parte del mondo».

 

AVENTINO

Se deve scegliere il suo angolo di Roma, Ranieri non ha dubbi: il Giardino degli Aranci non ha rivali. Il profumo dei fiori, il silenzio e la vista mozzafiato sull’Isola Tiberina. E forse guardando il panorama ricorda ancora le pedalate da bimbo per guadagnare le mance dai “signori” dell’Aventino consegnando la carne.

 

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RIONE PARIONE

In piazza del Fico Ranieri ha un pezzetto di cuore. Qui sua moglie, Rosanna Bitonti, gestisce Retrò, un negozio di arredamento e design dagli anni ‘40 agli anni ‘70. Uno spazio di modernariato divenuto negli anni un punto di riferimento. E lui da buon marito spesso passa a prenderla per portarla a casa dopo aver guidato gli allenamenti.

 

I RISTORANTI

Dalla cucina tipica romana alle stelle di Heinz Beck. Ranieri a tavola ha le idee ben chiare. I suoi must sono i fratelli Roscioli, in via dei Giubbonari, la Gattabuia in via del Porto, a Trastevere, Tazio a piazza della Repubblica e Le Due Lune a via della Merluzza. Qui mister Claudio è di casa. I piatti preferiti? I fagotelli di Heinz Beck e la cacio e pepe di Roscioli.

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