AZZURRO PALLIDO - AD UN ANNO DAI GIOCHI DI RIO, LO SPORT ITALIANO ARRANCA E RISCHIA DI USCIRE DALLA TOP TEN DELLE MEDAGLIE - DIETRO LA PELLEGRINI, LA SCHERMA E IL TIRO C’E’ IL DESERTO - E MALAGO’ SPERA NELLA VELA...
Mattia Chiusano per “la Repubblica”
Federica e poco più? I dubbi aumentano, un anno esatto prima di Rio. Così come tra gli sport invernali nei Giochi di Vancouver e Sochi, si teme un passo indietro dello sport italiano tra le Carioca Arena e il Maracanazinho.
A meno che non spuntino all’improvviso protagonisti inattesi, arcieri, lottatori, canoisti, a rimpolpare il medagliere ed evitare il crack. Perché da tempo, spenti i fuochi d’artificio di edizioni come Sydney 2000 (34 medaglie), Atene (32), si teme il giorno del ridimensionamento, dell’espulsione dalla Top Ten del mondo dello sport. E non si vorrebbe fosse il Brasile a testimoniare questa svolta, già evidente nei Giochi della neve e del ghiaccio.
Il presidente del Coni Giovanni Malagò non nasconde il problema: «Rio è un mix di speranze e dati preoccupanti. Le doppie cittadinanze porteranno sul podio nuove nazioni, mentre per motivi legislativi da noi vengono penalizzati ragazzi che non possono vestire la maglia azzurra. Credo che le medaglie perse in qualche disciplina verranno compensate da sport insospettabili, magari dalla vela che a Londra non vinse niente».
Nella galassia di gare di un’Olimpiade estiva, è già possibile capire quali incognite ci aspettano. Partendo dai punti di forza, scherma e tiro, come sempre, come a Londra, come a Pechino. Le solite palestre, i soliti poligoni, le tradizioni, le radici. Da oro a Rio de Janeiro possono essere la Di Francisca e la Errigo, i fiorettisti, la Fiamingo confermata campionessa del mondo e pure il suo team di spada.
Ma, prima ancora che inizino i Giochi, siamo già a meno due medaglie rispetto al 2012: non solo il Dream Team Di Francisca & C., ma anche la terza fiorettista (Vezzali?) non potrà partecipare ad un torneo individuale limitato a due atlete, mentre a Londra furono tre le azzurre sul podio.
Elisa Di Francisca Fencing jpeg
I Mondiali preolimpici spesso sono illusori. Quelli di scherma a Mosca vanno “depurati” da ori che non si potranno reclamare a Rio, e purtroppo per gli azzurri c’è pure quello della sciabola a squadre (Montano & C. avranno solo l’individuale). Quelli di nuoto a Kazan, ancora peggio: prima delle finali di Pellegrini e Paltrinieri solo due medaglie sono di interesse olimpico, i bronzi della Cagnotto e della 4x100 stile libero.
Eppure su queste prove generali si comincia ad immaginare che Olimpiade sarà, e i risultati creano proiezioni che collocano le nazioni dentro ipotetici medaglieri. Al momento l’Italia sarebbe 19a, con venti medaglie contro le 28 di Londra e le 27 di Pechino.
PELLEGRINI DI FRANCISCA RUSSO CHAMIZO
Ma scorrendo la breve lista dei numero uno, oltre ai credibilissimi Petra Zublasing (carabina), Rossella Fiamingo, al fioretto maschile, a Clemente Russo che deve confermare il suo titolo ai Mondiali di Doha, c’è un inquietante doppio Errani-Vinci che era n.1 del ranking ma non esiste più. Gli otto ori di Londra sembrano un miraggio, vanno trovate risorse ovunque.
Il tiro è una certezza, non solo la coppia Zublasing- Campriani, c’è il trap di Pellielo e Fabbrizi, il double trap di Barillà... ma Rio doveva essere soprattutto l’Olimpiade della consacrazione di Jessica Rossi, oro a Londra a 17 anni che oggi, però, non ha ancora la carta olimpica e viene da un periodo nero in parte mitigato dal bronzo agli Europei.
Il caso Berruto, unito all’eliminazione dell’Under di Di Biagio, pone seri interrogativi sulla presenza di squadre azzurre a Rio, che dovranno trovare faticose(volley) se non proibitive qualificazioni (basket). E pure la pallanuoto donne dovrà passare attraverso un torneo anche in caso di vittoria al Mondiale.
jessica bum bum rossi foto mezzelani gmt328
Nel tiro con l’arco i campioni di Londra sono ancora una squadra di livello assoluto, argento ai Mondiali di Copenaghen. Oltre ai velisti di cui parla Malagò, ai miracoli di Tamberi o della Straneo in un’atletica sovraffollata, ad una sorpresa di Nibali, ci si affiderà a tanti mister X che popolano le cronache olimpiche. Ed uno di loro, davvero una stella, viene da Cuba: si chiama Frankie Chamizo, e lotta tra i migliori.