zeman

BOHEMIAN RHAPSODY - IL RITORNO A PESCARA, IL CALCIO MARCIO, LA CINA: PARLA ZEMAN - "VERRATTI? LO VEDREI BENE AL BARCELLONA. IO ALLENATORE DI CASSANO? MAI DIRE MAI. TRUMP MI INCURIOSISCE. MI PIACEREBBE INTERVISTARLO" - VIDEO

 

Giuseppe Calvi per la Gazzetta dello Sport

ZEMANZEMAN

 

Godersi il suo calcio, al di là del risultato, è come rispondere alla propria coscienza, ben oltre l' aspetto materiale che domina la vita quotidiana. Zdenek Zemam è ripartito da Pescara, proponendo la sua filosofia, i suoi metodi e, sì, anche i suoi gradoni. Pure quelli, giusto per festeggiare ieri, alla ripresa degli allenamenti, il primo successo conquistato sul campo dalla squadra abruzzese.

 

«Non cominciamo a parlare di sudore, dei sacchi pieni di sabbia - fa il boemo -. Io sono per i gradoni, altri sono per l' elastico. Continuo a sostenere che nel calcio si lavora molto meno che in tanti altri sport. E, quanto alla preparazione che seguo personalmente, non mi risulta che qualche mio giocatore, in questi anni, sia morto per la fatica. Certo, ormai, puntando quasi tutti sul possesso palla, pochi tecnici si preoccupano più della preparazione».

 

Lei amerebbe il calcio di Zeman, anche se non arriva il risultato?

ZEMANZEMAN

«È giusto non fare confusione. Anche per me, è importante raggiungere il risultato. Solo che considero fondamentale arrivarci attraverso il gioco, il sacrificio negli allenamenti e soprattutto senza imbrogli».

 

A proposito, al rientro dall' esperienza al Lugano, come ha trovato il calcio italiano? Crede che sia ancora «marcio», malato di doping e scommesse?

«Spero che la lotta prosegua, c' è la volontà di debellare queste piaghe, che finiscono per influenzare i risultati. Dove girano tanti soldi, purtroppo si muovono molte persone che non agiscono correttamente, pur di perseguire i loro interessi».

 

In tanti anni, quale sua partita le ha fatto aprire gli occhi, lasciandole dubbi?

«Avellino-Messina e non dico altro». Finì 0-1, ottobre 2003.

 

ZEMANZEMAN

Nella goleada rifilata al Genoa, quattro reti avevano il marchio del suo calcio. È possibile che in tre giorni sia riuscito a trasmettere le sue idee al Pescara che ha ereditato da Oddo?

«Il calcio è semplice. Il mio calcio è ancora più semplice. Ho passato solo i concetti di base, evidentemente i calciatori sono stati bravi a capirmi e a mettere in pratica tutto sul campo. Magari ora viene il difficile, perché dovrò cominciare a entrare più nei dettagli».

 

Aveva già allenato Caprari nel Pescara e Verre durante un ritiro precampionato nella Roma. Possono essere loro due le chiavi di lettura utili ai compagni per comprendere i suoi messaggi tattici?

«Non esageriamo, meglio non caricarli troppo. Magari si cullano poi sul fatto che conoscono bene il mio calcio e si distraggono. Certo, anche i nuovi mi hanno dato l' impressione di essere disponibili, pronti a seguirmi».

 

Corsa-salvezza, c' è ancora uno spiraglio per il Pescara?

ZEMAN TOTTIZEMAN TOTTI

«Finché l' aritmetica non ci condanna, dobbiamo sperare. E, d' altra parte, sperano pure Crotone e Palermo. Come per lo scudetto, pur favoritissima la Juventus, possono ancora crederci Roma e Napoli».

 

Nella sua carriera, ha mai pensato di poter davvero vincere lo scudetto?

«Certo. Alla guida di Lazio e Roma ero convinto di riuscire a lottare sino in fondo. Comunque, al di là dell' esperienza in tre squadre dove non ho raggiunto l' obiettivo prefissato, ovunque ho lavorato sono andato sempre ben oltre le aspettative di società e ambienti».

 

A parte il suo pupillo Totti, quali sono i giocatori sui quali ha inciso di più?

«Signori, poi Nesta, che arrivava dal settore giovanile, e Verratti, che ha avuto uno straordinario exploit».

Verratti è finito nel mirino di Juventus e Inter. Gli consiglierebbe di tornare nel calcio italiano?

«Saprà scegliere. Lo vedrei benissimo nel Barcellona, anche se nel Psg e a Parigi sta vivendo una splendida avventura».

ZEMAN TOTTI VENDITTIZEMAN TOTTI VENDITTI

 

Cassano ha dichiarato: «con tante pippe che giocano in Serie A, io sto fermo». Prenderebbe FantAntonio nel suo Pescara?

«Ha ragione. Considerata la sua tecnica, pochi reggono il confronto con lui. Ma Cassano e Balotelli sono responsabili del loro destino: se hanno ottenuto meno di quanto potevano, la colpa è solo loro. Io allenatore di Cassano? Dovrei capire quanto posso ottenere da un giocatore come lui. Ma nella vita, mai dire mai».

TAPIRI CASSANOTAPIRI CASSANO

 

Zeman, sceglie Obama o Trump?

«Obama ha fatto tanto, l' ho potuto apprezzare. Trump è solo all' inizio, per il momento può solo incuriosirmi. Ecco, mi piacerebbe intervistarlo, per scoprirlo a modo mio. Dovrà parlare con i fatti»

 

Non sarebbe interessato a tentare un' esperienza in Cina?

«Mah, non mi ci vedo. Qualche procuratore me l' ha proposto, però ho bisogno di lavorare in un certo modo con i calciatori. E in Cina non potrei creare il rapporto giusto con i giocatori. Per arrivare lì, poi, bisogna essere nel giro dei procuratori».

trump e mcmastertrump e mcmaster

 

Il calcio che l' ha ispirata e quello che la intriga adesso?

«Kovacs e il suo Ajax. Ora il Barcellona. Anche se la Premier League mi piace per il "clima", per come se la giocano. Prima Ranieri e ora Conte lì hanno fatto grandi cose».

Nel suo percorso pallonaro, si è rimesso sulle sue tracce, tornando al Foggia, al Lecce, alla Roma e al Pescara. Le piacerebbe fare un altro passo indietro, in qualche club nel quale ha già allenato?

ZEMANZEMAN

«No, anche perché magari non avrei più tempo per farlo. Di occasioni, i presidenti me ne offrono poche. Eppure, continuerò a lavorare finché avrò entusiasmo».

 

Chiara, sua moglie, sarà stata contenta di non vederla più in giro per casa

«Invece, no. Non le sono di impiccio, se non fosse per il fumo che non sopporta. Ma non parliamo di sigarette, non facciamo passare messaggi negativi. Perché, ragazzi, il fumo fa male! E io mi faccio male».

Quale è il presidente al quale è stato più legato?

«Casillo. Tra i tanti impegni che aveva, in quel Foggia lasciava fare a me e al d.s. Pavone. Si creò un rapporto stretto tra noi e il presidente».

 

Abbandonò il Pescara dopo averlo portato in A, per andare alla Roma, e la considerarono un traditore. Ma lei ha mai tradito un amore nel calcio?

zeman in spiaggia al poettozeman in spiaggia al poetto

«A Messina mi proposero un contratto pluriennale, però preferii passare al Foggia. Più che un tradimento, si trattò di una scelta al termine di un vincolo annuale tra me e il club».

 

Quale società si è arricchita di più con le cessioni di giocatori da lei valorizzati?

«In tempi e valutazioni diversi, il Foggia e, in particolare, la Roma, che piazzò bene Lamela, Marquinhos e Osvaldo».

 

Gli attaccanti più forti che ha avuto?

«Tanti, non faccio nomi. Ma perché non parliamo dei difensori? Con me sono arrivati nelle nazionali Negro, Favalli, Nesta e Chamot».

VENDITTI VERDONE ZEMANVENDITTI VERDONE ZEMANZEMAN-OSVALDOZEMAN-OSVALDOZemanZeman

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…