“IN QATAR AVREMMO POTUTO PROVARE A VINCERE IL MONDIALE” - ROBERTO MANCINI MASTICA AMARO DOPO AVER VISTO IL MODESTO LIVELLO DI CALCIO OFFERTO DALLE NAZIONALI A DOHA: “E’ STATO UN MONDIALE PIÙ DEI GIOCATORI CHE DEL GIOCO. CI SONO SQUADRE FORTISSIME CHE DA ANNI NON VINCONO: GERMANIA, BELGIO, INGHILTERRA. LA SPAGNA? È SFORTUNATA - SPERO DI RIAVERE PRESTO CHIESA E ZANIOLO, CON LORO IL GRUPPO E’ AL COMPLETO. VINCERE LA NATIONS LEAGUE DI GIUGNO? LE CHANCE CI SONO..."
gianluca vialli roberto mancini euro 2020
Estratto dell’articolo di Andrea Elefante per “la Gazzetta dello Sport”
Triste. Come lo sguardo di Roberto Mancini quando pensa, o ripensa, a certe cose. «Se n'è andato un 2022 triste, per me molto triste: la morte di Sinisa, la malattia di Gianluca. Queste sono le cose che pesano sul cuore: quelle per le quali non puoi fare nulla. Dopo una delusione sportiva, invece, si può sempre rimediare». Con il c.t. abbiamo guardato per l'ultima volta quel che c'è sotto un cerotto che sta lì da mesi. E parlare di quella ferita finalmente al passato, intrecciando il Mondiale visto da grandi esclusi e il campionato che sta per ripartire, è stato quasi un sollievo.
Ora si può dire: dove potevamo arrivare, in Qatar?
«Troppo facile parlare dopo. Mi ero sbilanciato, ma prima, sull'Argentina perché per Messi, il migliore degli ultimi vent' anni, chiudere la carriera senza aver vinto un Mondiale non sarebbe stato neanche giusto. Ma l'Italia, quando c'è, è pericolosa per chiunque: per questo ho sempre detto che puntavamo a vincere, e oggi dico che ce la potevamo giocare. Anche per provare a vincerlo, sì».
Già che azzecca pronostici: a chi lo scudetto?
«Questa è troppo difficile, e dopo 50 giorni di sosta anche di più. Ma il Napoli ha buone possibilità: otto punti di vantaggio e un gruppo collaudato che ha anche aggiunto due-tre giocatori forti».
Poi ne parliamo. In Qatar calcio bruttino, vero?
«Mondiale anomalo, troppo poco tempo per prepararlo: alcune squadre, potendolo fare meglio, avrebbero giocato anche meglio».
Un Mondiale più dei giocatori che del gioco?
«Questo di sicuro. Ma ci sono squadre fortissime che da anni non riescono a vincere: Germania, Belgio, Inghilterra. La Spagna? È anche sfortunata, e come gioco è fra le migliori».
Il Mondiale delle difese, molte più a quattro che a tre: il contrario di quanto si vede in Italia.
«Ultimamente sì: ma penso dipenda più dalle caratteristiche dei giocatori che si hanno che da un'esigenza di stare più coperti».
Il Mondiale spreme i giocatori o li aiuta a stare in forma? Pagherà chi ne aveva di più in Qatar?
«In un Mondiale la pressione c'è sempre e questo è stato anche molto compresso: la puoi accusare, ma è una fatica più psicologica che fisica».
[…] Cosa ha insegnato il Mondiale all'Italia?
«Spero che ai giocatori abbia fatto male quanto a me vederlo in tv: credo di sì, sapevano anche loro che avrebbero fatto una bella figura. E sanno che sarà necessario prepararsi meglio per i momenti decisivi delle prossime qualificazioni».
[…] In Qatar tanto 4-3-3, o comunque tre centrocampisti, impostazione a tre, in quattro o cinque ad attaccare l'area: il calcio dell'Italia di Mancini.
«Una gratificazione, ma giochi sempre in base ai giocatori che hai. Per questo credo che, se ci siamo tutti, il 4-3-3 sia il più adatto per noi, che abbiamo esterni bravi nell'uno contro uno, e terzini di spinta, per creare superiorità. Però, occhio: l'Argentina passava a tre in corsa e noi abbiamo anche abbondanza di centrocampisti, che danno più possesso e aggressività, oltre che giocatori in grado di coprire la fascia e attaccare bene. Quello che serve per un 3-5-2: offensivo, però».
Spinazzola non ancora al top: preoccupato?
«Dopo un infortunio così, ci vuole almeno un anno per tornare quelli di prima: riavere il vero Spina per marzo sarebbe perfetto».
Lo Zaniolo che ha in testa Mancini è simile a Bellingham?
«Ci sta: Zaniolo ha qualità per fare la mezzala, l'esterno d'attacco, la mezzapunta e nelle ultime partite ho visto progressi anche nella capacità di giocare con la squadra».
Galleggiante fra mezzala e esterno alto: in quella posizione ha provato anche Miretti.
«Vero, perché ha quelle qualità».
Il miglior centravanti del Mondiale, Julian Alvarez, non è un centravanti puro: un'evoluzione definitiva del ruolo?
«Il centravanti ideale sa stare in area, va sull'esterno, esce per fare entrare i centrocampisti».
Con un fisico diverso, sperava di averlo trovato in Scamacca?
«Ci spero ancora: giocando con continuità, la Premier ti dà cose che altri campionati non ti danno. Ma noi abbiamo vinto l'Europeo perché la squadra aveva un suo gioco, non per i gol di un centravanti. Che semmai era adatto a giocare in quel tipo di squadra: Immobile».
Raspadori non titolare fisso la preoccupa?
«È migliorato anche così, si è visto contro Inghilterra e Ungheria: giocando non sempre ma ad alti livelli, per vincere, gli è cambiata la mentalità».
Può cambiare anche il suo ruolo, mezzala offensiva?
«Ci penso da sempre: perché è un giocatore offensivo, ma corre tanto e sa dove e come correre».
Qualche nome dallo stage di dicembre?
«Cittadini, che ora ha bisogno di giocare in A, Faticanti, Fazzini e Oristanio del Volendam: a giugno era indietro, in sei mesi giocando titolare in Olanda è migliorato tanto. Ma mi hanno fatto una buona impressione tutti, anche quelli della Serie B».
ROBERTO MANCINI DOPO ITALIA MACEDONIA
Cosa chiede a questo 2023?
«Che non porti niente, ma non tolga più niente a nessuno, a proposito di tristezza. Semmai restituisca a Chiesa e Zaniolo, perché sia il loro anno: dopo l'Europeo praticamente non li ho avuti, con loro e il gruppo al completo possiamo ricominciare davvero a fare bene. E magari una cosa il 2023 ce la porti, la Nations League di giugno: dipende da noi, le chance ci sono. E non sarebbe male...».