jean michel basquiat

SE C’È UN ARTISTA CHE HA CREATO UN CULTO INTORNO ALLA SUA VITA È BASQUIAT - SESSO, COCA E ARTE NELLE MEMORIE DELLA SUA “VEDOVA” SUZANNE MALLOUK: ‘’AVEVA UN RADAR PER LE DROGHE. IL SUO INTERESSE SESSUALE NON SI BASAVA SUL FISICO. POTEVANO ESSERE UOMINI, DONNE, MAGRI, GRASSI, BELLI, BRUTTI. ERA L’INTELLIGENZA AD ECCITARLO’’ - ‘’UN GIORNO DISSE: “SONO FAMOSO E NON SO DISEGNARE. DOVREI PREOCCUPARMENE?”

da www.vulture.com

 

jean michel basquiat andy warhol 12jean michel basquiat andy warhol 12

Se c’è un artista che ha creato quasi un culto intorno alla sua vita è Jean-Michel Basquiat.

Molti di noi hanno visto la sua ascesa artistica nel film di Julian Schnabel, dove a interpretarlo era Jeffrey Wright mentre David Bowie era nel ruolo di Andy Warhol. Ma è attraverso il libro “Widow Basquiat” di Jennifer Clement che avremo accesso alla sua intimità e alla sua quotidianità. L’autrice mette in pagina le memorie di Suzanne Mallouk, a lungo fidanzata con l’artista.

jean michel basquiat 9jean michel basquiat 9

 

Suzanne si trasferì dal Canada a New York City il giorno di San Valentino del 1980. Di lì a poco incontrò Basquiat, che divenne in seguito enfant terrible della scena artistica. Lei gli fece da musa, madre, amante, e guadagnò il soprannome di “vedova Basquiat” anni prima che lui morisse di overdose (1988). Il libro segue la strada di quel genio attraverso gli occhi della sua donna, fra insonnia, droghe, momenti di tenerezza ed eccessi.

 

jean michel basquiat andy warhol 11jean michel basquiat andy warhol 11

«Jean-Michel non leggeva mai. Prendeva libri di mitologia, storia, anatomia, fumetti e giornali, estraeva le parole che lo colpivano e le metteva su tela. Ascoltava la televisione. Ascoltava le parole e le scriveva sui disegni. Un giorno disse: “Sono quasi famoso e non so disegnare. Dovrei preoccuparmene?”. Poi uscì di casa e tornò con sette volumi su come disegnare cavalli, fiori, panorami. Li trovò divertenti e fece alcuni quadri copiando da quei libri».

 

Le liti nella coppia scoppiavano quando Suzanne gli chiedeva di trovarsi un lavoro, perché lei era l’unica a portare soldi a casa. Un giorno Basquiat decise di darsi da fare, prese un lavoro da elettricista nella casa di una ricca donna bianca. Suzanne gli preparò una cena speciale. Basquiat tornò a casa furioso: «Quella stronza bianca mi guardava come fossi un operaio!». Buttò la cena nella spazzatura e sniffò una striscia.

jean michel basquiat 19jean michel basquiat 19

 

«Jean non ha mai smesso di usare droghe. Ovunque si trovasse, in Europa come in Giappone, potevi star certo che in un paio d’ore avrebbe saputo dove comprare ciò che voleva. Aveva una specie di radar per questo. Una volta venne a prendermi in Canada, e dopo cinque minuti aveva già preso la moto di mio fratello per andarsi a comprare roba.

jean michel basquiat 2jean michel basquiat 2

 

L’altro grande interesse era per le donne. Amava le donne e amava il sesso. Mi è stato fedele solo i primi mesi che vivevamo insieme nel loft di Crosby. Aveva tante piccole relazioni. Si annoiava presto. Ecco perché avevo problemi a credere che io fossi speciale per lui. Me lo dicevano gli altri. Solo una volta Jean mi disse che le uniche donne che aveva davvero amato eravamo io e Jennifer Goode».

 

jean michel basquiat 8jean michel basquiat 8

«La musica era una sua priorità. Adorava il jazz, Max Roach, Charlie Parker, Miles Davis, etc. Quando si trasferì al loft di Great Jones sviluppò un amore per la musica classica. Credo glielo avesse passato Andy Warhol. A Jean piaceva comporre musica sperimentale. Fece anche un disco rap con K Rob e Rammellzee e realizzò la copertina. Ne stampò un migliaio di copie, ora introvabili. I suoi dipinti si ispiravano ai musicisti jazz e alle loro vite. Quando suonavano nei club o negli alberghi non potevano entrare dall’ingresso principale. Dovevano entrare dalle cucine. Credo che per Jean fosse la metafora di come si sentiva in un mondo artistico composto da bianchi: lui era entrato dal retro».

 

«Jean-Michel era fatto per la notte, era una specie di talpa. La luce, il sole, lo facevano stare male, ma la notte si trasformava in un mago, in un Merlino splendente. Le notti erano per le droghe, le droghe erano per le notti. Di giorno lui cercava la sua ombra e ci si infilava dentro».

jean michel basquiat 7jean michel basquiat 7

 

Una volta Suzanne disse: «No, no, non puoi entrare». Jean-Michel era sulla porta, trasandato, la barba incolta, le scarpe rotte da cui spuntava il pollice. Non si aspettava di essere di nuovo accolto. Come gli animali randagi, sapeva che non sarebbe stato ripreso indietro.

 

jean michel basquiat 18jean michel basquiat 18

Racconta Suzanne: «Ma io lo riprendevo sempre. Mi convincevo che non l’avrei fatto ma quando lo vedevo, con lo sguardo rassegnato di chi è abituato al rifiuto, come un ragazzo senza un amico, allora cedevo. Gli preparavo la cena e uscivo a comprare una buona bottiglia di vino rosso, anche se mi costava metà dell’affitto. Mi piaceva viziarlo e lui apprezzava le cose costose, come se consumarle lo rendesse prezioso.

 

jean michel basquiat 21jean michel basquiat 21

E’ successo tante volte, così tante che una sera ci trovammo seduti a cena come fossimo due estranei. Mi disse che stava facendo tonnellate di soldi con i suoi quadri e per la prima volta mi raccontò della sua infanzia, di quando sognava di diventare un disegnatore di fumetti. L’unica cosa che lo aveva sempre interessato, era la pagina bianca.

 

Aveva avuto diversi problemi da ragazzino, aveva cambiato varie scuole. I genitori avevano divorziato e lui era finito a vivere con suo padre in Puerto Rico. Era perduto senza la madre. Con lei passavano i pomeriggi a dipingere, insieme visitavano i musei. Il distacco da lei gli provocò una grande tristezza. La mattina successiva Jean se ne andò dicendomi addio. Poi tornò indietro per dirmelo di nuovo. Disse che ero la sua migliore amica. Fu triste, una di quelle cose che i bimbi dicono all’asilo».

jean michel basquiat 6jean michel basquiat 6

 

Basquiat aveva la cicatrice di una ferita da coltello sui glutei. Sua madre finì in manicomio e da quel momento il suo mondo ruotò intorno a lei.

 

jean michel basquiat 5jean michel basquiat 5

«Basquiat aveva odore di pelle, pittura ad olio, tabacco, marijuana e cocaina. Indossava maglioni di lana fatti a mano e lunghi ponchi messicani. Non camminava mai in linea retta. Ovunque andasse, lui zigzagava. Non riusciva mai a far fermare un taxi. Nemmeno quando vestiva con i completi Armani e in tasca aveva 5.000 dollari».

 

jean michel basquiat 4jean michel basquiat 4

Nel loft Jean-Michel passava ore a spazzolare i capelli di Suzanne. Dipingeva o disegnava, dava una botta di coca, poi incontrava ragazzi e ragazze del “Mudd Club” e spariva per giorni. Il suo interesse sessuale non era monocromatico. Non si basava sull’aspetto fisico. Era attratto dalle persone per i motivi più diversi. Potevano essere uomini, donne, magri, grassi, belli, brutti. Era l’intelligenza ad eccitarlo. L’intelligenza e il dolore. Restava affascinato da chi nascondeva sofferenza come lui e amava chi era unico, chi aveva una sua visione delle cose’’.

jean michel basquiat 3jean michel basquiat 3

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...