CHE CE FAMO CON ’STA STREET ART? LA LASCIAMO SPARIRE O LA SALVIAMO? – VITTORIO SGARBI VUOLE RESTAURARE “MIGRANT CHILD”, L'OPERA REALIZZATA DA BANKSY NEL 2019 LUNGO UN CANALE A VENEZIA: A CAUSA DELLE ONDE I COLORI SONO ORMAI SBIADITI – IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA HA TROVATO UNO SPONSOR: “NON CI INTERESSA AVERE IL CONSENSO DELL’ARTISTA, IL MURALE È STATO REALIZZATO ILLEGALMENTE” – MA GLI STREET ARTIST, DA JOYS A EVYREIN, SONO CONTRARI: “LA NATURA DELLE NOSTRE OPERE È EFFIMERA, TEMPORANEA”
Estratto dell’articolo di Francesco Furlan per "la Repubblica"
migrant child - opera di banksy a venezia
La torcia è sbiadita, quasi spenta. I contorni del giubbotto salvagente incerti. “Il bambino migrante”, l’opera realizzata da Banksy a Venezia nel maggio del 2019, sta sparendo sotto gli schiaffi del moto ondoso e l’effetto corrosivo del sale.
Uno stencil da muro a spray, sulla parete di un palazzo abbandonato di Rio Novo, uno dei canali più trafficati della città, a pochi passi da campo Santa Margherita. Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi vuole salvare l’opera. Se tenendola lì o staccandola, è da capire. Ma gli street artist non sono d’accordo: «Sono opere realizzate per sparire».
A finanziare il restauro di Migrant Child sarà una fondazione bancaria d’intesa con lo stesso Sgarbi. «Non ci interessa avere il consenso dell’artista, il murale è stato realizzato illegalmente. Mi assumo io la responsabilità», le parole di Sgarbi.
[…] «La street art è fatta per il luogo in cui è fatta. Non dovrebbe esserci mai l’intervento dell’uomo. Nessuno può possedere un’opera: di rimozione per favore non parliamo», riflette Freak of Nature, all’anagrafe Federica Agnoletto, milanese nota per le sue canne di bambù verdi sui luoghi abbandonati.
[…] Ne è convinto anche Cristiano Bovo, 49 anni, in arte Joys: «La vedo così: si salva o si strappa un’opera dal muro se l’artista è morto o è la sua opera più importante. Banksy usa i colori da trent’anni, conosce la loro durata, non penso che avesse la presunzione di sperare che il suo lavoro rimanesse lì per sempre. Il rischio maggiore è quello di andare contro la sua volontà. In questa operazione vedo molto marketing».
migrant child - opera di banksy a venezia
In tanti citano il caso di Blu, street artist italiano tra i più noti. Nel 2016, a Bologna, decise di cancellare le sue opere per evitare che venissero strappate ed esposte in mostra. «Di fronte alla tracotanza di chi si sente libero di prendere perfino i disegni dai muri, non resta che fare sparire i disegni », scrisse il blog del collettivo Wu Ming.
«Un artista può accettare che un’opera venga cancellata, fa parte del gioco, ma non ritoccata o rimossa », dice Evyrein, vicentino di 42 anni che ha iniziato ad affacciarsi all’arte di strada proprio grazie ai lavori di Banksy.
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[…] Tra gli artisti che nei giorni scorsi hanno scelto Venezia per i loro interventi c’è il francese James Colomina, la cui statua della Madonna rossa con la maschera da sub apparsa sul ponte del Lovo come monito contro il cambiamento climatico, è stata subito rimossa dalla polizia locale. «La street art è un’arte temporanea, quando Banksy ha realizzato l’opera avrà considerato che un po’ alla volta sarebbe scomparsa. Anche questo è ciò che rende bello il lavoro. Chiediamolo a lui».
Non dovrebbe essere più così difficile se è vero che, dietro il nome di Banksy, c’è quello di Robin Gunningham, 53enne di Bristol da molti anni indiziato numero uno. Secondo il tabloid Daily Mail è imputato per diffamazione presso l’alta corte di Londra. In un processo che riguarda proprio Banksy.
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