UNA VECCHIA SIGNORA JUVE - PAREGGIO CON DUE BUONE NOTIZIE: I BIANCONERI SONO PIÙ SQUADRA DEL REAL E LA SCONFITTA DEI TURCHI DEL GALATASARAY

1. BICCHIERE MEZZO PIENO
Gianni Mura per "la Repubblica"


L'abbraccio tra Conte e Ancelotti, alla fine, ricorda quello di due pugili a centro ring: se le sono date, le loro squadre, la Juve voleva vincere e il Real non voleva perdere. Ne esce un 2-2 con molte emozioni, molti errori ma anche molti sprazzi di bel gioco. Ed è un pareggio con buone notizie per la Juve: la prima arriva dalla Danimarca, dove il Galatasaray perde.

La Juve, pur ritrovandosi ultima e senza vittorie, può arrivare seconda del girone se batte il Copenhagen e il Real batte Mancini. Poi basterà pareggiare a Istanbul. Altre buone notizie arrivano dal campo: la Juve, che già all'andata aveva bene impressionato, è stata più squadra del Real, che però ha solisti d'eccezione e sa sfruttare ogni occasione, figuriamoci un regalo come quello di Caceres. A dieci minuti dalla fine Ancelotti aveva già fatto tre cambi, Conte solo uno: Quagliarella per Tevez. Più ricca di qualità la panchina del Real, ma non è una novità.

Il migliore del Real è stato il portiere. Casillas si è superato prima su Pepe, poi su Marchisio. Ecco un'altra buona notizia: s'è rivisto Marquis l'incursore che sembrava smarrito. Smarrito il Real, invece, dopo un avvio a tutto gas. Ingenuo e netto il rigore di Varane, che non scambierei con Caceres e nemmeno con Asamoah, terzino per necessità.

Hanno dovuto vedersela con Ronaldo (fischiatissimo dal pubblico) e Bale, normale che patissero qualcosa, ma hanno giocato una partita coraggiosa, come del resto la Juve. Che pure ha avuto il suo periodo di calo psicologico, di smarrimento. Dopo l'1-1 s'è disunita, il Real ha sfiorato il 2-1 (traversa di Xabi Alonso) e l'ha segnato con Bale (fin lì, un fantasma). A quel punto c'erano tutti gli ingredienti per il tracollo, ma c'è stata una fortissima reazione. Raggiunto il 2-2 da Llorente, su bel cross (e diamogliene atto, ha reagito anche lui) di Caceres.

La maggiore preoccupazione della Juve era quella di non lasciare spazi larghi alla controffensiva del Real, e c'è riuscita per molti tratti. Anche grazie a un centrocampo più ispirato di quello del Real (molto in ombra anche Khedira) e a una concentrazione necessariamente superiore a quella dei bianchi (ieri, arancioni). La Juve si presentava con 2 punti, quasi fuori, gli altri a 9, ormai qualificati.

Una situazione non facile da affrontare e che la Juve ci sia riuscita, con i piedi e con la testa, è un'altra buona notizia per Conte. Se pareggiare, in quel modo, con danesi e turchi, può far nascere parecchi brutti dubbi, giocare alla pari col Real può aumentare le certezze positive. L'ultima, sui singoli, riguarda Llorente. In continua crescita e sempre più utile, gol a parte, mentre Tevez, generoso ma poco incisivo, non ha combinato granché.

2. COME SQUADRA PERSINO SUPERIORE AGLI SPAGNOLI
Mario Sconcerti per il "Corriere della Sera"

È stata una delle migliori partite dell'anno solare, due squadre che conoscono il calcio e per di più volevano vincere. La stranezza è che abbia avuto poco senso. Contava molto di più il risultato del Galatasaray a Copenaghen e più ancora conterà la sfida di Istanbul fra cinque settimane. La Juve conferma la sua buona adattabilità agli schemi del Real, che si chiude sempre sui difensori centrali e lascia spazio sulle fasce.

Da un punto di vista dell'insieme ha giocato meglio degli avversari, sempre alla ricerca di un piccolo eccesso. Llorente ha confermato di essere, nei suoi limiti, esattamente quello che chiedeva Conte, un centravanti di forza che sa segnare, ma sa soprattutto tenere palla quando la Juve riparte. Togliere il pallone a un attaccante in fase di contropiede significa prendere a sua volta il contropiede. Con Tevez e Llorente questo non accade più con la frequenza che risultò decisiva per esempio a Monaco un anno fa.

La Juve è una squadra esatta, non formidabile ma completa. Non era ieri sera che si doveva rimediare ai mezzi risultati di Coppa. Se la Juve ha una vera dimensione europea dovrà andare a vincere a Istanbul. Sono le mezze grandi partite che danno il vero valore, giocare bene contro i grandi avversari è più facile, sembra sempre tutto un miracolo. Resta la corsa della Juve nella serata con il Real, la facilità di diventare pericolosa pur con un Tevez abbastanza soffocato.

Restano la sostanza del gioco, gli inserimenti di Pogba, da cui è giusto comunque aspettarsi qualcosa di più decisivo, quelli di Marchisio e Vidal, la stupidaggine con cui ha preso gol, l'ordine agonistico con cui ha saputo rimediare. Era un po' di tempo che non si vedeva una squadra italiana così all'altezza di una grande squadra europea. Restano anche i tre punti appena, fatti in quattro partite, ancora meno del Galatasaray.

L'impressione è che la vera Juve stia arrivando adesso, come succede in campionato. Ma non è il Real Madrid un avversario sincero. Il Real gioca largo e cerca il meglio per lo spettacolo. Chiede spazio e ne lascia molto. È stata impressionante la facilità con cui ha ribaltato in dieci minuti la partita.

Gioca quasi solo per strappare l'applauso. Bale è ancora nella sua piccola quarantena, così come gioca oggi il Real è una squadra fuori equilibrio, facilmente migliorabile e schiava dei suoi pregiudizi offensivi. Bale è formidabile, ma con Di Maria forse non cambierebbe troppo. Marcelo mangia e regala palloni. Il centrocampo costruisce ma non difende. Modric è un Pirlo senz'anima. Si capisce perché in campionato il Real sia solo terzo a 6 punti dal Barcellona. E si comincia a capire anche perché Casillas sia fuori. Compie solo grandi parate, è un eccezionale senza normalità. Quindi abbastanza pericoloso.

La Juve è stata la migliore della stagione, ha fiato e ordine, organizzazione, non ancora la qualità del Real. È mancato qualcosa a Tevez, non molto, solo il gol che però Cristiano Ronaldo e Bale hanno segnato.

 

 

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