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TANGO MARQUEZ - LO SPAGNOLO VINCE IN ARGENTINA, HARAKIRI DUCATI: IANNONE SPERONA DOVIZIOSO A DUE CURVE DALL’ARRIVO - ROSSI, PENALIZZATO DAL CAMBIO MOTO, SI RITROVA SECONDO - LORENZO FINISCE GAMBE ALL’ARIA - VIDEO
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Massimo Calandri per “la Repubblica”
Alla fine ne restarono solo due, e non potevano che essere loro: Marquez, Valentino. Forti, freddi. Fortunati. Ma in questo suicidio di massa, lungo una pista infida come le nuove Michelin che ha visto cadere uno dopo l’altro gli altri protagonisti, ci sono due povere vittime innocenti: Dovizioso e la Rossa.
Il forlivese è stato tirato giù a due sole curve dal traguardo, quando stava per chiudere ancora una volta con uno splendido secondo posto, dopo quello del Qatar.
Chi è stato? Iannone. Un compagno di squadra la cui ambizione è probabilmente superiore al talento, per usare le parole di Stoner, un altro ducatista. Che “iannonata”. La Rossa butta via una doppietta da podio dietro a Marc. Valentino ringrazia, perché a questo punto il secondo posto è un dono del cielo: «Sono felice, non ci credevo più». Infatti.
Invece ora in classifica il Dottore è secondo, a 8 punticini dal catalano, mentre Lorenzo è finito a gambe all’aria dopo pochi giri. Ma la vera storia della corsa argentina è quella degli Andrea di Borgo Panigale, Dovizioso e Iannone: che non si sono mai piaciuti, che sanno di giocarsi un posto in due perché la prossima stagione arriverà Lorenzo. Stava già per succedere a Losail - un altro attacco da kamikaze del Maniaco - ma così proprio non si può.
Sono state letteralmente due gare in una, per via di quelle Michelin ancora troppo rischiose per fare 25 giri di fila: il giorno prima era esplosa la gomma posteriore di Redding, così la Dorna ha deciso di obbligare i piloti ad un cambio-moto volante a metà percorso, accorciato pure di 5 tornate.
andrea iannone e andrea dovizioso portacolori ducati
È successo che nella prima parte della flag-to-flag Lorenzo ha mostrato incredibili limiti con un asfalto ancora umido, e dopo essere passato anonimamente dalla prima alla settima posizione è scivolato per terra: «È solo colpa mia: non ho avuto né fiducia, né pazienza». Rossi e Marquez sono andati via prepotenti, duellando alla grande tra sorpassi mozzafiato. «Mi sentivo benissimo, gli ero addosso: penso che sarebbe stata una bella lotta fino alla fine», ha spiegato il pesarese.
Invece al decimo giro, quando entrambi i piloti hanno deciso che era arrivato il momento di andare ai box, è come se fossero risaliti su due mezzi diversi: ancora più performante la Honda di Marc («Ho dato il 100%, era davvero sicuro di me: non siamo ancora al massimo, possiamo migliorare »), incerta la Yamaha del Dottore. «Eppure la moto avrebbe dovuto essere la stessa.
Ma lo pneumatico pareva un altro, ho rischiato di cadere un sacco di volte». Persi 4 secondi in un paio di giri, Vale stava per essere superato da Vinales che però è stato tradito a sua volta da una chiazza bagnata. «Nel finale Iannone è entrato in una curva in cui ero velocissimo, e ho perso due posti in un colpo solo», mugugna.
Anche lui sembra avercela col Maniaco (così come Pedrosa: aveva preso una sportellata in partenza), che dopo quell’ingresso ‘aggressivo’ è andato largo ed è stato infilato da Dovizioso. Ha cercato di rifarsi, e sappiamo come è andata a finire. Mentre Marquez passava sotto la bandiera a scacchi, seguito da Rossi, Dovizioso andava a tirare su la sua Ducati e stoicamente tagliava il traguardo, spingendola: tredicesimo e ultimo, 3 piccoli punti. «Caldo, il battito del cuore. Stavo per collassare».
MARQUEZ ROSSI DOVIZIOSO IANNONE
Preferisce non dire nulla del compagno, subito messo sotto accusa dalla Direzione Gara. «Non è venuto neppure a cercarmi, per spiegarmi cos’era accaduto. Non importa. Sapevo già tutto di lui, quello che è successo è solo una conferma ». Il Maniaco promette che gli chiederà scusa. «Non volevo farlo cadere. Ho sbagliato, mi dispiace. Pagherò le conseguenze, ci sarà un provvedimento. Ma cercate di capirmi: è dura, stare fuori dal podio».