FEDERCAZZO! - TAVECCHIO PARAGURU VUOLE LA NERISSIMA FIONA MAY PER DIMOSTRARE CHE LA SPARATA SUI MAGNA-BANANE ERA SOLO UNA GAFFE - AGNELLI SFANCULA PREZIOSI, LOTITO S’ACCAPIGLIA CON CAIRO, LA SERIE A E’ SPACCATA: COME RIPARTIRA’ IL CALCIO ITALIANO?
1 - ALBERTINI: «ERO L’ALTERNATIVA, HA VINTO LA SOLITA POLITICA»
A.Arz. per il “Corriere della Sera”
All’esito della votazione decisiva ha applaudito, sportivamente. Demetrio Albertini è uscito sconfitto, sapeva che sarebbe stata dura e la rassegnazione era evidente già negli ultimi giorni di campagna elettorale. «Volevo essere un’alternativa, ma si è rivisto il corporativismo del patto tra Leghe, il blocco è sempre difficile da scardinare», ha commentato. Alla fine sono rimasti con lui i calciatori, gli allenatori e, al primo turno, gli arbitri. E nessun club di A dopo il siluramento di Juventus e Roma con il documento pro commissario Coni dei 9 ribelli. Delusione ieri mitigata dal 34% raccolto, forse anche più delle aspettative.
La costante, però, è l’amarezza per un cambio di rotta suggerito e non imboccato in assemblea. «In bocca al lupo a Tavecchio, non sarà semplice sostituire Abete. Riuscirà a far convivere le diverse anime in Figc? Il presidente Abete l’ha fatto — ha aggiunto Albertini — dipenderà dai decreti, dai cambiamenti dello statuto, dall’incisività che si potrà avere. Cosa farò ora? Torno a casa da mia moglie e i miei figli».
2 - FIONA MAY IN CONSIGLIO FIGC LA TROVATA ANTI GAFFE DI TAV
A.Arz. per il “Corriere della Sera”
Nella squadra di Carlo Tavecchio anche Fiona May. Come vice i presidenti delle Leghe maggiori, per la A Maurizio Beretta (che potrebbe rinunciare per motivi di opportunità) e per la B Andrea Abodi, a Michele Uva il ruolo di direttore generale e a Claudio Lotito la delega per il Club Italia.
L’idea nuova di Tavecchio riguarda il consigliere per l’integrazione, contro la discriminazione razziale e di genere, una figura da lui stesso proposta in campagna elettorale per ridimensionare le celebri gaffe su Optì Pobà, i «mangiabanane» e le «donne handicappate».
E il nome è appunto quello di Fiona May, ex campionessa di salto in lungo, che il neopresidente federale presenterà al sindacato calciatori (Aic) di Tommasi e Albertini per l’approvazione. Dopo lo scontato ok, si procederà alla nomina.
3 - AGNELLI CONTRO PREZIOSI, LA SERIE A È GIÀ NEL CAOS
Andrea Arzilli per il “Corriere della Sera”
Diamo i numeri: 13, 5, 2. Rispettivamente i voti pro Carlo Tavecchio, i voti segnati a Demetrio Albertini più le schede bianche, Cagliari e Sassuolo che hanno rispettato la posizione originale avversa più che altro alla frase su Optì Pobà. Perché la governabilità della Figc targata Tavecchio si gioca sui numeri della serie A e sulla loro lettura a urna chiusa.
Ma insomma, il nuovo presidente ha o non ha l’appoggio della Lega che sposta più soldi? Secondo Adriano Galliani e Claudio Lotito, gli «spin doctor» del vincitore, i numeri ce li ha eccome, il sostegno è addirittura di granito. Mentre gli avversari portano avanti, ovviamente, una tesi opposta: che la governance è posta su base di pastafrolla e che in prima votazione il punteggio era solo 12-8 per il fresco eletto Tavecchio. Cioè, vittoria sì, ma di misura. Così è, se vi pare.
In realtà, però, il dato è che alla fine un bel gruppo di club (Juve, Roma, Fiorentina, Torino, Empoli, Sassuolo e Cagliari) Tavecchio non l’ha votato, anzi ha votato contro. E qualcosa vorrà dire. Vuol dire, cioè, che i margini fluttuano a seconda dell’interpretazione, che il confine quanto mai labile e che, quindi, basta un niente a far precipitare la situazione in una crisi politica. Il tutto a discapito dell’ordinaria amministrazione e (tanto più) delle auspicate riforme.
Osservando dall’intenzione all’exit poll il voto di mezza serie A, poi, non c’è proprio da recuperare tranquillità.
Qualche esempio: Juventus e Roma erano i due club che il 24 luglio non hanno firmato in Lega il patto pro Tavecchio (18-2, infatti), poi hanno chiesto ad Albertini di correre per la presidenza salvo scaricare entrambi i candidati e invocare il Coni (cioè il commissario) col documento dei 9. Ok, e ieri? Ieri hanno messo la X su Albertini chiudendo l’affaire Figc con un dribbling stile Tevez o Gervinho.
Un po’ lo stesso gesto tecnico di Cesena e Sampdoria che in due settimane hanno invertito e contro-invertito la rotta finendo per sostenere Tavecchio nell’urna. Mentre l’Inter, silente per tutta la campagna elettorale, ieri a cose fatte ha chiarito sul sito da che parte stava. Quella del vincitore. Un caos, insomma.
Se, poi, innaffiato con la solita bella dose di zizzania, il menù si completa. «Agnelli ci ha chiesto in ginocchio un posto in Consiglio federale», così Enrico Preziosi al romanista Mauro Baldissoni. «Non nominarmi più», la replica decisa di Andrea Agnelli che, a dire il vero, ha sempre detto di non essere interessato alla poltrona. L’intervento di Claudio Lotito, che ha smentito screzi, non ha riportato la calma, tanto che si è preso di nuovo con Urbano Cairo . «È Agnelli che litiga con tutti», il commento di Aurelio De Laurentiis. Così si può procedere alla ratifica dell’ovvio: un conto è vincere, un’altro è governare.