valentino rossi assen

1. A 36 ANNI SUONATI VALENTINO ROSSI È PIÙ FORTE CHE MAI E TRIONFA AD ASSEN DOPO UN DUELLO MOZZAFIATO CON MARQUEZ. LA SUA FORZA È LA GRANDE TRANQUILLITÀ. E LA SERIETÀ FUORI DALLA PISTA – “UNA VOLTA POTEVI FARE TARDI LA SERA E BERTI QUALCHE BIRRA, MA VINCEVI LO STESSO. OGGI SI FANNO TEMPI DA RECORD AL PRIMO GIRO E SERVE UN PASSO PAZZESCO"

1.VALENTINO L’INCREDIBILE “LA MIA SFIDA AI SUPERATLETI MAI SENTITO COSÌ GIOVANE”

VALENTINO ROSSI ASSENVALENTINO ROSSI ASSEN

Massimo Calandri per “La Repubblica

 

«SONO UN ragazzo fortunato, perché mi hanno regalato un sogno». Valentino per raccontarsi prende in prestito le parole dell’amico Jovanotti. Sorride di una felicità leggera, imperturbabile. «Non ho mai dovuto rinunciare a nulla per essere quello che sono » racconta. «Ho sempre fatto ciò che mi piaceva: mettendo insieme sport, passioni, divertimento, amicizie ». Forse il segreto è proprio nella disarmante semplicità di uno che continua a considerarsi «un ragazzo normale, o quasi».

 

Uno che alla viglia dell’ottava corsa della stagione firma la pole e sgrana gli occhioni per l’emozione: «Ho visto il mio nome sul maxi-schermo: primo, che bello!». Come se non fosse mai accaduto. Qui poi, dove ha vinto otto volte. Oggi nella Cattedrale della MotoGp parte davanti, favorito per il successo e la conquista del titolo. Il decimo.

 

Nessuno mai come Valentino. Nemmeno Agostini.

«Piano con i paragoni. Io sto correndo, quindi ancora non si può fare una vera classifica. Giacomo ha vinto tanto. Ci tiene molto ai suoi titoli, ai numeri. Ed è giusto che il primo posto sia il suo».

VALENTINO ROSSI ASSENVALENTINO ROSSI ASSEN

 

Però quello era un altro motociclismo.

«In 20 anni di carriera anche il mio motociclismo è cambiato. I piloti sono diventati atleti incredibili. Mica come quando potevi fare tardi la sera e berti qualche birra, ma vincevi lo stesso. Le gare le gestivi, lottavi solo alla fine. Oggi si fanno tempi da record al primo giro e serve un passo pazzesco. Se sbagli la partenza o trovi traffico, quello davanti non lo prendi più».

 

Piloti come robot.

«Devi allenarti tanto per mantenere certi ritmi. E poi la concentrazione. Negli ultimi tempi ho dovuto cambiare qualche abitudine. Molta palestra, poi in pista al Ranch coi ragazzi dell’Academy. Non è stato faticoso, fare sport e stare in moto è la mia vita, non chiedo altro».

 

Una volta Valentino usciva di casa, e sfidava il primo motociclista che gli capitava a tiro.

VALENTINO ROSSI ASSENVALENTINO ROSSI ASSEN

«È stato tanto tempo fa. Ora a Tavullia giro col mio T-Max nero, tranquillo. Anche se qualche “traverso”’ alle rotonde mi scappa sempre. È più forte di me».

 

Adesso, a 36 anni suonati, quando ride escono tante piccole rughe intorno agli occhi.

«Davvero? Non me ne sono mai accorto. Vivo bene le stagioni senza pensare al tempo che passa. Anzi: credo di non essermi mai sentito così giovane e in forma».

 

Da ottobre abita in una villa un po’ fuori Tavullia. Due piani, grande piscina, una stanza-museo per trofei e memorabilia (la collezione di caschi). Accanto ha fatto costruire la casa di mamma Stefania.

«L’ultima domenica in villa l’ho trascorsa guardando in tv le gare dei miei ragazzi, impegnati nel campionato spagnolo. Dai box ci messaggiavamo con whatsapp. È andato tutto benissimo, Luca ha “fatto” secondo».

 

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Luca Marini, il fratellastro.

«Col passare del tempo siamo sempre più vicini. Mi piace occuparmi di lui. Ha talento, non deve avere fretta. In poco tempo è molto cresciuto di statura, per questo gli ho consigliato di passare alla Moto2».

 

In un paese privo di cultura sportiva, servirebbero buoni esempi. O un ministro come Valentino.

«Quel che posso fare per lo sport italiano, lo sto facendo con la VR46 Racing Academy. Il progetto è giovane, ma i risultati si stanno già vedendo. Ci alleniamo insieme, li consiglio per la preparazione e l’approccio alle gare. Ci vuole passione, sacrificio, metodo. Semplicità».

 

E talento. Se non fosse salito in moto, Valentino sarebbe stato comunque un campione. O no?

valentino rossivalentino rossi

«Mi sarebbe piaciuto essere un grande sportivo. Invidio un po’ i rallisti. Un calciatore? Sono sempre stato un fan di Maradona. Altrimenti, mi affascina molto chi fa musica. Però lì c’è già un grande Rossi: Vasco».

 

Biaggi, Stoner o Marquez: l’avversario più “rognoso”?

«Lorenzo. Nessuno mi ha mai creato problemi: né a livello mentale, né tecnico. Ma Jorge è davvero “rognoso” quando è in forma».

 

Il contratto con la Yamaha scade fra un anno. Cosa farà domani Valentino?

«Penso solo ad oggi: ad Assen, a questa stagione incredibile. E dopo il 2016, si vedrà. Non chiedetemi della fidanzata, di matrimonio o di un figlio: quando ho risposto che succederà tra 10 anni, subito ci hanno fatto i titoloni e invece io volevo solo dire che non ci sono progetti. Dopo la gara c’è l’invito di Lord March - il figlio del decimo Duca di Richmond, presidente dell’Automobile Racing Club britannico - a Goodwood, in Inghilterra. Una serata elegante, poi correrò con la M1 al Festival of Speed. E magari anche con qualche auto d’epoca».

 

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Che ragazzo fortunato.

«Mi hanno regalato un sogno, è vero. Ma da condividere con gli amici veri. E ad un amico non rinuncerei mai, per nulla al mondo. Neppure per una vittoria».

 

2. TRIONFO AD ASSEN

da “repubblica.it

 

Finale col botto al Gp di Assen: Marquez all'ultima curva dà una "carenata" a Rossi (nel vero senso della parola: lo colpisce sulla spalla) e lo costringe a tagliare la pista per rimanere in sella. Valentino taglia comunque il traguardo per primo, seguito da un incredulo Marc. Epilogo funambolico e strano per una gara combattutissima fra i due fenomeni che si sono studiati per tutta la corsa.

 

Ma è stato lo stesso Livio Suppo, numero uno del team Honda, ad ammettere la cosa: "Rossi è stato avvantaggiato dal taglio di pista - ha spiegato - ma va detto che è stato colpito sulla spalla dal nostro pilota, quindi non poteva fare altrimenti. Vittoria meritata". Bello. Davvero. La prova che in moto la sportività vince sempre su tutto, anche sulle polemiche che in altre discipline finiscono per avvelenare tutto.

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In ogni caso era ovvio che fra i due sarebbe finita a mazzate: Rossi è partito in testa dalla pole, seguito come un ombra da Marquez che gli è rimasto incollato al codone per tutta la gara. I due si sono scambiati la posizione per un paio di volte, ma senza riuscire mai a staccarsi: quindi tutto si sarebbe risolto all'ultimo giro, all'ultima curva. E quando i due pretendenti sono Rossi e Marquez...

 

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La gara insomma è stata tutta d'attesa, tutta concentrata su quel momento del duello finale. Arrivato puntualmente con il botto che tutti si aspettavano. E già perché chi stava dietro (Marquez ma sarebbe successo lo stesso a parti invertite) ha tentato un sorpasso impossibile, finendo per speronare l'avversario. Per fortuna comunque nessuna caduta, pubblico in piedi e grande festa.

 

rossi maglietta maradonarossi maglietta maradona

E Lorenzo? Partenza da fenomeno: dalla terza fila alla terza posizione in un nulla, anche se poi ha dovuto mollare il gas. Tenere il ritmo di Marquez e Rossi era davvero impossibile. Questo significa che Valentino ora aumenta ancora il vantaggio in classifica su Lorenzo, il suo vero avversario nel mondiale.

 

Peccato - ma fino ad un certo punto... - infine che il duello fra Rossi e Marquez abbia letteralmente oscurato il resto della gara, che comunque è stata molto bella con Iannone, alla fine quarto, autore di una rimonta da grandissimo campione. Quindi Pol Espargarò, Cal Crutchlow, Bradley Smith, Dani Pedrosa, Aleix Espargarò e Maverick Vinales. Bravo, bravissimo Danilo Petrucci (11esimo) che sul finale è riuscito ad arrivare a Dovizioso, pilota ufficiale Ducati. Una bella soddisfazione...

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