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WADA A FARSI FOTTERE - SINNER E IL SUO STAFF AVEVANO TIMORE DI UNA SQUALIFICA PESANTE: I RETROSCENA CHE HANNO PORTATO IL NUMERO 1 DEL MONDO A UN PATTEGGIAMENTO CON L’AGENZIA ANTIDOPING SUL CASO CLOSTEBOL PRIMA DEL PRONUNCIAMENTO DEL TAS – IL CASO DEI 23 NUOTATORI CINESI E IL PARADOSSO: SINNER E' INNOCENTE MA VIENE CONDANNATO PER SALVARE LA FACCIA DELLA WADA – LO SPECIALE DI “SKY SPORT”: VIDEO
LO SPECIALE DI SKY SPORT: VIDEO
https://video.sky.it/sport/tennis/video/sinner-accordo-wada-squalifica-speciale-sky-sport-988327
Francesco Persili per Dagospia
Sinner e il suo staff avevano timore di una squalifica pesante che poteva andare da uno a due anni. E’ questo il motivo principale che ha spinto il numero 1 del mondo e i suoi legali a un patteggiamento con la Wada sul caso Clostebol prima del pronunciamento del Tas.
L’accordo di tre mesi di sospensione, sulla carta, appare un compromesso che accontenta tutti.
Jannik non perde la stagione e salva l’immagine, visto che paga per “responsabilità oggettiva” (a causa del pasticcio compiuto da un membro del suo staff: il suo ex fisioterapista Naldi) e non per "responsabilità diretta".
Viene riconosciuta la “contaminazione involontaria” dell’altoatesino che si trova a pagare per una “quantità infinitesimale” di una sostanza vietata che aveva sul dito il suo fisioterapista.
C’è da dire, tuttavia, che il contesto "politico" non era favorevole all’azzurro.
JANNIK SINNER A PLAN DE CORONES
L’Agenzia mondiale antidoping, che aveva fatto ricorso per negligenza, dopo che Jannik era stato dichiarato innocente dall’ITIA, era alla ricerca di una sentenza esemplare. Alla Wada, infatti, serviva esibire il pugno di ferro, dopo il caso dei 23 nuotatori cinesi che nel 2021 ai Giochi di Tokyo erano risultati positivi alla trimetadizina, un farmaco per l’angina pectoris, che non poteva certo venire assunto per sbaglio. Un clamoroso caso di presunto "doping di Stato" insabbiato.
Sinner si sarebbe trovato così nella triste condizione del capro espiatorio pronto a pagare per tutti.
Il direttore di Sky Sport Federico Ferri nello “Speciale Sinner – 3 mesi di troppo” parla di un accordo che “non è la cosa più giusta ma il male minore” per Jannik che resta un “modello di correttezza”.
L’azzurro "non sapeva, non sospettava e non poteva sospettare" di essere entrato in contatto con un prodotto dopante.
Senza contare poi che è stata la Wada stessa a chiarire che Sinner "non aveva alcuna intenzione di barare". Il tennista altoatesino, dunque, non è un atleta “dopato” ma è stato “inconsapevolmente contaminato”.
E allora perché è stato massacrato in questi mesi con attacchi e insinuazioni anche da parte di alcuni suoi colleghi?
A rendere la situazione grottesca il fatto che la stessa Wada abbia deciso per il futuro di rivedere i propri parametri per evitare la rilevazione di quantità così infinitesimali di doping.
Dal 2027, quindi, casi come quello di Sinner non esisteranno più. Dopo il danno, la beffa per Jannik. Scagionato dalle accuse ma sospeso. Tutto per salvare la faccia della Wada...
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