FIGLI DI UNA SANITÀ MINORE – AL SUD NON CI SI PUÒ AMMALARE NEMMENO DI ANORESSIA A BULIMIA. I CENTRI CHE OPERANO IN ITALIA PER CURARE I DISTURBI ALIMENTARI NELLE STRUTTURE SANITARIE PUBBLICHE SONO IN TUTTO 91, MA 48 SI TROVANO AL NORD, 14 AL CENTRO E 29 AL SUD E NELLE ISOLE – E COME SPESSO ACCADE PER TANTE ALTRE MALATTIE LE FAMIGLIE DEVONO AFFRONTARE SPESE E VIAGGI SOLO PER PERMETTERE AI FIGLI DI ESSERE CURATI…
Valentina Arcovio per "il Messaggero"
Pochi e mal distribuiti. I centri che operano in Italia per curare i disturbi alimentari - dall'anoressia alla bulimia fino al binge drinking - nelle strutture sanitarie pubbliche, censiti per la prima volta dall'Istituto superiore di sanità (Iss), sono in tutto 91. Oltre la metà, precisamente 48, si trovano al Nord con l'Emilia Romagna che ne conta ben 16.
Al Centro Italia ne sono state mappate solo 14, di cui 2 nel Lazio e 4 in Toscana. E 29 tra Sud Italia e Isole, con la Calabria che ne conta solo 2 e la Basilicata addirittura solo 1. Sono numeri che spiegano l'importante fenomeno della migrazione, da Sud verso Nord, da parte di molte famiglie per dare ai propri figli la possibilità di ricevere cure adeguate contro questi disturbi complessi.
IL CENSIMENTO Stando ai dati del censimento, il 90% delle persone assistite è composto da ragazze e il 59% ha tra i 13 e 25 anni di età. Ma ci sono anche bambini con meno di 12 anni, che sono il 6% del totale. Questa prima mappatura dei centri del Servizio sanitario nazionale è stata tradotta in una piattaforma online, interattiva e aggiornabile in tempo reale, che i cittadini possono utilizzare per cercare le strutture più vicine specializzare nella cura dei disturbi del comportamento alimentare.
ITALIA - LE DIFFERENZE NORD SUD
Si tratta di uno strumento utilissimo, soprattutto ora che, a causa della pandemia, i disturbi dell'alimentazione hanno avuto una recrudescenza assieme a molti altri disturbi mentali. Il risultato è stato raggiunto attraverso il progetto Ma.Nu.Al che il ministero della Salute, nell'ambito delle Azioni Centrali del Ccm, ha affidato al Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell'Istituto Superiore di Sanità. Dal 2022 il censimento coinvolgerà anche le strutture private accreditate che si andranno ad aggiungere a quelle totalmente pubbliche.
GLI SPECIALISTI A essere censiti in questo mega-progetto sono stati anche i professionisti che lavorano nei centri, tutti formati e aggiornati. Sono soprattutto psicologi (24%), psichiatri o neuropsichiatri infantili (17%), infermieri (14%) e dietisti (11%). Sono inoltre presenti gli educatori professionali (8%), i medici di area internistica e pediatri (5%), i medici specialisti in nutrizione clinica e scienza dell'alimentazione (5%), i tecnici della riabilitazione psichiatrica (3%), gli assistenti sociali (2%) ed infine i fisioterapisti (1%) e gli operatori della riabilitazione motoria (1%).
Dal report risultano in carico al 65% dei centri censiti oltre 8.000 utenti. Poco meno di tremila sono in carico da più di 5 anni e soltanto nell'ultimo anno di riferimento (2020) hanno effettuato una prima visita circa 4700 pazienti. I disturbi dell'alimentazione diagnosticati più frequentemente sono l'anoressia nervosa, che rappresentata ben il 42,3% dei casi; la bulimia nervosa che rappresenta il 18,2%; e il disturbo di binge eating che riguarda il 14,6%.
LE VARIE TERAPIE I percorsi prevedono interventi psicoterapeutici, psicoeducativi, nutrizionali, farmacoterapici, di monitoraggio della condizione psichico-fisico-nutrizionale e di abilitazione o riabilitazione fisica e sociale. Le prestazioni vengono generalmente erogate con ticket sanitario (78%) ma possono essere fornite anche gratuitamente (29%) o essere erogate in regime di intramoenia (9%). I centri censiti propongono percorsi terapeutici soprattutto di tipo specialistico (92%) ma anche intensivi ambulatoriali o semiresidenziali (62%), mentre la riabilitazione intensiva residenziale è offerta solo nel 17% delle strutture.
bonespiration account per disturbi alimentari
«Il progetto - dice Roberta Pacifici responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e doping dell'Iss - nasce con lo scopo di offrire una mappa delle risorse presenti sul territorio e della loro offerta assistenziale, per facilitarne conoscenza ed accesso. L'emergenza pandemica, inoltre, ha avuto effetti pesanti sulle persone che soffrono di tali disturbi amplificando la problematica. Consapevoli degli ulteriori disagi che tale emergenza sanitaria ha causato ai pazienti e ai loro familiari, il Ministero della Salute e l'Istituto Superiore di Sanità hanno ritenuto fondamentale la disponibilità di un primo riferimento».
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