ariunbaatar ganbaatar in giovanna d'arco di emma dante al teatro regio di parma

TRIONFO AL TEATRO REGIO DI PARMA PER LA GIOVANNA D’ARCO DI VERDI, MIRABILMENTE MESSA IN SCENA DA EMMA DANTE – LA RIVELAZIONE DELLO SPETTACOLO È IL BARITONO ARIUNBATAAR GANBATAAR, MONGOLO CHE NON PARLA UNA PAROLA DI ITALIANO NÉ INGLESE MA INCANTA IL PUBBLICO – IL DIRETTORE ARTISTICO, ALESSIO VLAD: “È UNA SACRA RAPPRESENTAZIONE IN CHIAVE POP” – LA REGISTA: “PER ME LA LIRICA È UN AMANTE, IL MARITO È IL TEATRO”. E ANNUNCIA L’ADDIO A PALERMO: “STO CERCANDO UNO SPAZIO A ROMA…”

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”

 

Ariunbaatar Ganbaatar Nino Machaidze in Giovanna D'ARco di Emma Dante al Teatro regio di parma

«Sapevo che sono molto severi, ma è andata molto bene», dice Emma Dante per la prima volta nella fossa dei leoni, al Regio di Parma, terra verdiana dove all’intervallo […] si brinda con torte fritte, salumi, Lambrusco e vino di prestigio che si chiama «Maria Callas».

 

È la festosa apertura di stagione: Giovanna d’Arco . Lei è Nino Machaidze, ma è il baritono, Ariunbaatar Ganbaatar, mongolo al debutto in Italia che non parla una parola né d’italiano né d’inglese, la rivelazione dello spettacolo, trasformato in «una sacra rappresentazione in chiave pop», come dice il direttore artistico Alessio Vlad. Sul podio il bravo Michele Gamba.

 

Una donna che diventa un simbolo (e si è fatta santa), in un’epoca di conflitti spaventosi, la guerra dei Cent’anni che è come il Medio Oriente in fiamme. Giovanna viene accusata di eresia. Una visionaria in lotta con se stessa, indomita e vulnerabile, raccontata tante volte al cinema.

 

 

emma dante 4

Per la regista «non è solo una guerriera in corazza. Umile, campestre, una vergine che non sa nulla del mondo e della vita, abitata da visioni e nel momento in cui impugna la spada e si mette l’elmo diventa un’eroina».

 

C’è il tema padre-figlia, quasi un’ossessione per Verdi. «Il padre la denuncia e la accusa di essere strega. Lei sopporta quelle angherie e alla fine lo perdona, ma compie un gesto molto femminista, va via di casa».

 

Ariunbaatar Ganbaatar in Giovanna D'ARco di Emma Dante al Teatro regio di parma

[…] L ’amore malato, Carlo VII re di Francia si innamora di Giovanna, «lei gli dice che l’ama però si occupa d’altro, ed è qui la modernità di questa donna, si occupa della patria ferita e usurpata che si riscatta attraverso di lei, che è un tema enorme». Un’opera vicina al suo teatro. La difficoltà è che non ci sono mai azioni in scena? «Sì, sono già avvenute e raccontate». Il tema del terreno e dell’ultraterreno è una bella sfida per una regista. «Mi sono divertita.

 

Quando perde la testa e non sa cosa fare, vorrebbe tornare alla sua vita di prima, faccio apparire Giovanna fanciulla con i capelli lunghi, il suo doppio, in un impeto verso le origini, prima che entri nella trappola mortale di salvare la patria».

alessio vlad foto di bacco

 

Sente più vicino ora il mondo dell’opera?

«Sento più vicino il teatro, che è il marito rispetto ai due amanti, cinema e lirica. Ho imparato a convivere con la lirica, ci sono tante regole e devi accettarle. Ora sto cercando uno spazio scenico a Roma. Ho deciso di trasferirmi».

 

Lascia Palermo?

«La lascio solo fisicamente. È la città che mi ha dato tanta ispirazione. Non ce l’ho con i palermitani ma con le istituzioni, che non mi hanno mai aiutata […]. Si vede che non gliene frega nulla del mio modo di fare teatro. […] Volevo una casa teatrale che non ho avuto. In questi anni ho lavorato in uno scantinato a spese nostre». […]

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