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“QUI NON È DISNEYLAND” – LA RIVOLTA DEI 60 ABITANTI DI KINDERDIJK, IL VILLAGGIO OLANDESE DEI MULINI A VENTO ASSALTATO OGNI ANNO DA 600MILA TURISTI (UN RAPPORTO DI 10MILA A 1) – MOLTI ANNI FA C’ERA SOLO QUALCHE TEDESCO O AMERICANO, POI SONO ARRIVATI I CINESI: “ENTRANO, CALPESTANO I FIORI, LASCIANO MONTAGNE DI RIFIUTI E…’

Estratto dell’articolo di Walter Rauhe per “la Stampa”

 

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(…) Il villaggio situato 15 chilometri a sud-est di Rotterdam è piuttosto piccolo, anzi minuscolo. Conta appena 60 abitanti, cittadini tranquilli, amanti della natura, pendolari. Vivono prevalentemente nei 19 caratteristici mulini a vento risalenti al diciottesimo secolo e restaurati con cura e passione. Ed è «colpa» (o merito) proprio di questi mulini se ogni anno Kinderdijk viene presa d' assalto da qualcosa come 600mila visitatori in cerca dell' Olanda più «vera e autentica».

 

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(…) «Seicentomila turisti per 60 abitanti. In media 10.000 visitatori per ogni abitante. Un record mondiale», commenta rassegnata Petra Hoek. (…) Molti anni fa erano solo pochi tedeschi, inglesi e qualche americano a visitare Kinderdijk per via della sua atmosfera così tipica, immagine specchio dell' iconografia di un' Olanda da cartolina che non esiste più.

 

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(…) «Noi non siamo una Disneyland, ma un paese dove vivono esseri umani». (…) Ma questo ai turisti, soprattutto a quelli cinesi, non sembra interessare. «Entrano nei nostri giardini, calpestano i fiori, lasciano montagne di rifiuti, fanno i loro selfie, ci riprendono giorno e notte con i videodroni e poi se ne vanno».

 

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