xi jinping terre rare cina

ABBIAMO REGALATO ALLA CINA IL MONOPOLIO DELLE TERRE RARE - IL DRAGONE CONTROLLA PIÙ DELLA METÀ DEI METALLI FONDAMENTALI PER LA TRANSIZIONE DIGITALE ED ENERGETICA - OLTRE AI GIACIMENTI IN CASA, PECHINO HA INVESTITO MOLTISSIMO ALL'ESTERO, COME IN INDONESIA, IN CONGO E IN BOLIVIA, PER  CONTROLLARE IL FLUSSO VERSO L'ESTERNO - GLI STATI UNITI E L'UNIONE EUROPEA PROVANO A DIVERSIFICARE LE CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO MA...

Estratto dell'articolo di Lorenzo Lamperti per "la Stampa"

 

terre rare

«Il Medio Oriente ha il petrolio, noi abbiamo le terre rare». È il 1987, Deng Xiaoping è in viaggio nella Mongolia interna, estremo nord della Cina. Il piccolo timoniere visita Bayan Obo, […] Già allora, quei terreni erano dominio esclusivo di minerali critici oggi alla base dello sviluppo di dispositivi tecnologici utili alla transizione energetica. […]

 

Oggi, Bayan Obo ospita il più grande giacimento di terre rare del mondo ed è responsabile di circa il 50% della produzione globale. Numeri mostruosi. Neodimio, lantanio, terbio e altri 14 elementi diventati cruciali per la realizzazione di superconduttori, magneti, laser, fibre ottiche. E soprattutto di veicoli elettrici. […]

 

terre rare

D'altronde, attualmente Pechino produce circa il 60% dei metalli delle terre rare del mondo e circa il 90% delle terre rare raffinate presenti sul mercato. Un tempo non era così. Tra il 1965 e il 1995, era la californiana Mountain Pass ad avere la leadership. […]

 

La Cina non è l'unico Paese a possedere terre rare, visto che ne ospita il 36% dei depositi, ma ha saputo costruire un sistema integrato di estrazione e raffinazione senza eguali, dotato di processi ormai completamente automatizzati. Il tutto chiudendo un occhio sugli effetti collaterali del boom industriale. La lavorazione delle centinaia e centinaia di fabbriche nei pressi dei giacimenti sono molto inquinanti.

 

Solo a Bayan Obo, ogni anno vengono scaricati rifiuti da circa 7 milioni di tonnellate di minerali. Costo del lavoro basso e normative ambientali meno severe rendono sì la Cina uno dei principali inquinatori al mondo, ma anche il grande burattinaio dei materiali utili alla transizione energetica.

terre rare

 

Secondo l'ultimo report di Global Energy Motor, tra marzo 2023 e marzo 2024 la Cina ha installato più energia solare di quanta ne abbia installata nei tre anni precedenti messi insieme. […] Pechino ha 339 gigawatt di energia solare ed eolica in costruzione. Per avere un paragone, negli Stati Uniti i gigawatt in costruzione sono 40. Tra l'altro, i dati si riferiscono soli ai parchi solari con una capacità di almeno 20 megawatt, vale a dire solo il 40% della capacità solare cinese.

 

miniera terre rare 1

Il dominio cinese si basa anche sul controllo degli snodi estrattivi all'estero. Per esempio in Indonesia, che rappresenta oltre il 25% della produzione mondiale di nichel, […] Nel giro di un decennio, la Cina ha investito nel Paese del Sud-Est asiatico circa 14,2 miliardi di dollari, di cui 3,2 miliardi solo nel 2022. Nelle isole indonesiane di Sulawesi e Halmahera, le aziende di Pechino hanno costruito raffinerie, fonderie, una nuova scuola di metallurgia e un museo del nichel. Controllando la catena di approvvigionamento del nichel, la Cina è riuscita a ridurre i costi di produzione delle batterie e ad aumentare la propria competitività sul mercato globale dei veicoli elettrici.

 

miniera terre rare 4

Nella Repubblica Democratica del Congo, le aziende cinesi controllano l'80% della produzione di cobalto, poi raffinato in patria e venduto ai produttori di batterie di tutto il mondo. Negli ultimi anni, Pechino è entrata con decisione anche in Sudamerica. Soprattutto in Bolivia, dove ha firmato accordi da quasi 2 miliardi per l'estrazione di litio.

 

L'Occidente ha scoperto, forse troppo tardi, che l'eccessiva dipendenza da terre rare e minerali critici cinesi può portare a seri rischi. Nonostante le indagini antidumping e l'innalzamento delle tariffe, a oggi il 95% dei pannelli solari è di produzione cinese. Il copione rischia di ripetersi, su percentuali inferiori, coi veicoli elettrici. La Cina ha peraltro mostrato di essere disposta a utilizzare le terre rare in guerre commerciali o diplomatiche.

 

CINA TERRE RARE

[…]  Il prossimo 1° ottobre, invece, entrano in vigore nuove norme che affermano che le terre rare appartengono allo Stato. Scopo: proteggere le forniture in nome della sicurezza nazionale, controllando in modo sempre più diretto il flusso verso l'esterno. Bloccare alcuni di questi elementi potrebbe rappresentare un'arma quasi definitiva sull'industria tecnologica verde.

 

MINIERA TERRE RARE

Basti pensare ai magneti permanenti, fondamentali sia per la mobilità elettrica sia per i sistemi di armamento come i jet da combattimento: il 94% di quelli che arrivano in Unione Europea provengono dalla Cina. L'Occidente sta provando a reagire diversificando le catene di approvvigionamento e stimolando maxi investimenti di estrazione tra Stati Uniti (dove Mountain Pass è tornata a fornire il 14% della produzione mineraria globale di terre rare) e Australia (6%). Anche l'Europa si muove, soprattutto al Nord con progetti in Svezia ed Estonia. Ma per svincolarsi davvero dalla dipendenza nei confronti della Cina potrebbe essere tardi.

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…