paola ferrari carlo de benedetti

“MIA MADRE HA CERCATO DI UCCIDERMI TRE VOLTE, LA PRIMA ANNEGANDOMI” – BOMBASTICA INTERVISTA A PAOLA FERRARI: “EBBE UN FORTE ESAURIMENTO E DIVENNE VIOLENTA: SI ACCANIVA CONTRO MIA NONNA INFERMA E LE DAVA DELLE FORBICIATE – MIO SUOCERO, CARLO DE BENEDETTI? LA PENSIAMO DIVERSAMENTE SU TANTE COSE, IO ADORO IL CONFRONTO LUI È ABITUATO AD AVERE IL MONDO DALLA SUA PARTE - DILETTA LEOTTA? SE MI CHIEDE SE VORREI CHE MIA FIGLIA FOSSE COME LEI, RISPONDO DI NO. OGGI VA DI MODA RIVENDICARE LA PROPRIA LIBERTÀ MOSTRANDOSI SENZA VESTITI: NOBILITARE IL NUDO CON IL FEMMINISMO MI PARE UNA MESCHINITÀ - IL NOME DEL MIO CORTEGGIATORE PIÙ FAMOSO? SILVIO BERLUSCONI. POCHI ANNI FA MI DISSE: ‘PAOLA HO SAPUTO CHE TUO SUOCERO MI VORREBBE VEDERE MORTO'. HO FATTO DI TUTTO PERCHÉ POTESSERO BERE UN CAFFÈ. È UNA DI QUELLE COSE CHE RIMPROVERO A MIO SUOCERO, DI NON AVERCI ALMENO PROVATO…”

Estratto dell’articolo di Michela Proietti per il “Corriere della Sera”

 

paola ferrari

Paola Ferrari, milanese, giornalista, produttrice e conduttrice televisiva di programmi come La Domenica Sportiva e 90° Minuto. È dunque lei la regina del calcio?

«Ho fatto per prima quello che poi è stato imitato da altre. Sono una che vuole sempre abbattere le barriere, aver aperto la strada è un vanto. […] a bordo campo ci sono stata per prima io: Nils Liedholm mi faceva portare il tè caldo e un poliziotto mi diede i guanti di gomma delle perquisizioni per infilarli sopra alle calze, stavo congelando».

 

Ha sempre voluto fare la giornalista?

«Sì, abitavo in zona Città Studi e sotto casa mia c’era un bar dove veniva Beppe Viola. Indossava un cappotto pesante, ero incuriosita dal suo lavoro. Dicevo a tutti: lo voglio fare anche io. Mio padre mi portava a vedere le partite all’Arena con i fogli di carta di giornale sulla pancia per non farmi prendere freddo. Fino a 7 anni è stata una bella infanzia, poi è iniziato l’inferno».

 

Cosa è successo?

«Mia madre ha avuto un forte esaurimento ed ha cominciato ad essere molto violenta. […]: ha cercato di uccidermi almeno tre volte, la prima annegandomi. Si accaniva anche contro mia nonna inferma e le dava delle forbiciate sulle braccia».

 

Si ricorda il primo episodio di violenza?

«Ero tornata da scuola e raccontai il tema che avevo svolto: “Il tuo animale preferito”. Dissi che avevo scritto il cavallo e lei diventò un diavolo: avrei dovuto scrivere il cane. Ricordo che tremavo di paura».

 

Suo padre non la difendeva?

paola ferrari

«Si disinteressava: era come se quello che succedeva in casa non lo riguardasse, più tardi ho scoperto che aveva una relazione extraconiugale dal quale era nato un figlio, morto a 45 anni. Oggi papà ha 94 anni e mi occupo di lui. Mia madre non riesco ad andare a trovarla al cimitero».

 

Cosa le hanno lasciato quegli anni?

«Non ho paura di niente, le violenze mi hanno dato forza di andare contro le avversità: l’aggressività che ogni tanto esprimo è frutto di quello. […]».

 

Come è uscita dall’incubo?

«Sono andata a vivere da mia zia a Busto Arsizio. Ho dovuto interrompere gli studi a 15 anni e ho iniziato a mantenermi. Un giorno un amico mi ha invitata tra il pubblico di Telealtomilanese. Il regista mi fece un primo piano e venni notata da Enzo Tortora: avevo 16 anni».

 

Enzo Tortora.

«Un secondo padre. Mi venne a cercare in tutta Busto Arsizio e disse che avrebbe voluto portarmi in Rai, stava per partire Portobello. Mi dava del lei: “Mi chiami”. Il numero era quello della sorella: ci teneva a farmi sentire al sicuro, senza doppi fini. Gli telefonai e iniziai a lavorare in trasmissione, ero una centralinista».

 

Il calcio d’inizio?

paola ferrari alba parietti

«A Telenova e poi Telelombardia, dove ho ricordi stupendi: mi notarono Sandro Mazzola e Tito Stagno, che mi chiamarono a collaborare per i Mondiali del 1990. Entrai in Rai».

 

Da Tortora a Mazzola. Cosa aveva lei di così speciale da colpire tutti questi maestri?

«Mi dicevano che non ero mai banale nel mio lavoro. All’epoca non esistevano donne che si occupavano di calcio […]».

 

Come ha colmato la lacuna degli studi?

«Non aver completato le scuole è stato un handicap per lungo tempo. Ho sostenuto un esame di cultura generale per completare due anni di liceo: solo così ho potuto fare l’esame da professionista. E poi tanta gavetta».

silvio berlusconi carlo de benedetti

 

Erano gli anni della Milano da bere.

«Ho vissuto sette vite: dagli anni di Piombo all’edonismo degli Ottanta, con i concerti di Prince, locali come il Nephenta, l’arrivo delle modelle americane che portavano via i fidanzati alle milanesi. Terry Broome la conoscevamo tutti, i locali chiudevano alle due di notte e allora si andava a casa di qualcuno».

 

Marco De Benedetti, suo marito, l’ha conosciuto così?

«No, ci ha presentati Alba Parietti, che è una delle mie migliori amiche. Mi ha costretta ad accompagnarla a una cena dove c’era anche lui: non volevo andare, mi ha tirata fuori dalla vasca da bagno».

 

paola ferrari alba parietti

Colpo di fulmine?

«Macché. Mi ero appena sfidanzata: un legame di otto anni con uno apparentemente perfetto. Di notte lo guardavo mentre dormiva e dicevo “non è lui”. Le persone per capirle le devi guardare mentre dormono».

 

Suo marito l’ha corteggiata con insistenza?

«Dopo quattro mesi mi ha chiesto di sposarlo. Si è dato molto da fare per conquistarmi, aiutato anche dalla mamma Mita, che era un’amica di Alba e poi è diventata anche amica mia. Lo metteva al corrente dei pranzi ai quali partecipavo e lui passava per il caffè...».

PAOLA FERRARI

 

Anche suo suocero faceva il tifo per lei?

«Non credo. All’inizio pensava che fossi una delle tante, che me ne sarei andata in fretta.

Quando ha capito che potevo restare non è stato molto carino, mi ha lanciato più frecciatine».

 

Le presentazioni in casa De Benedetti.

paola ferrari 3

«In montagna, in una casa stupenda accolta da camerieri in guanti bianchi. Io che arrivavo da un contesto diverso ero colpita, ma quel mondo non mi ha cambiata. […]».

 

Si impara in fretta a fare la «signora»?

«Con una facilità che neanche immagina: ne ho viste tante che dopo un mese, con una scusa, hanno smesso di lavorare. Ho fatto tanti anni timbrando il cartellino, ma non mi sento più brava, ho fatto solo quello che volevo».

 

Qual è il segreto di 28 anni di matrimonio?

«Sono sanguigna, mi arrabbio, sbraito, gli faccio fare delle figuracce. Però con me Marco non si annoia mai. Se lo vedo sul divano un po’ apatico lo stuzzico con qualche battuta».

 

Quella che gli uomini definiscono una rompicog....?

paola ferrari marco de benedetti foto di bacco

«Di più. Ma sono come un filetto in crosta: ho un esterno duro e un interno tenero».

 

Ha avuto mai una sbandata per un altro?

«Mi attribuiscono spesso fidanzati, in realtà con Marco siamo molto uniti. Anche lui è ambito: ieri sera a cena c’era una che lo puntava. Se vuole glielo presto per un anno, poi però me lo riprendo!».

 

Con suo suocero vi scontrate spesso: l’ultimo episodio riguardava Giorgia Meloni.

diletta leotta paola ferrari

«Mi è dispiaciuto che usasse certi toni verso una donna e una politica che sostengo da anni e non solo ora che è Presidente del Consiglio. La pensiamo diversamente su tante cose, ma mentre io adoro il confronto lui è abituato ad avere il mondo dalla sua parte. Lo stimo e gli voglio bene, ma abbiamo perso un’occasione: aveva in famiglia una donna diversa, con cui discutere».

 

PAOLA FERRARI

Si sente una femminista di destra?

«Sì. Continuo a usare il mio cognome, anche se mio marito nella email mi ha aggiunto un “db” che però genera confusione. Anche all’estero, quando prenotiamo, usiamo il mio: Ferrari, come la macchina, lo capiscono tutti».

 

Dalla parte delle donne, ma in polemica a volte con loro. Diletta Leotta, ad esempio.

«È molto brava e porta introiti pubblicitari. Però se mi chiede se vorrei che mia figlia Virginia fosse come lei, allora le rispondo di no. Oggi va di moda rivendicare la propria libertà mostrandosi senza vestiti: il tempo di Mary Quant è passato. Nobilitare il nudo con il femminismo mi pare una meschinità: una volta non volevamo sembrare belle ma brave, ora vogliono essere prima di tutto belle, è un passo indietro».

 

Melissa Satta le ha dato della «rosicona».

Paola Ferrari Sirenetta

«Mi è spiaciuto: quando ho commentato il suo gesto di togliersi la giacca in trasmissione, era contro le battute maschili che ne sono seguite. Lei ha pensato che ce l’avessi con lei. Non sono invidiosa, piuttosto sono stata invidiata».

 

Viene attaccata per essere la «moglie di»?

«Una volta all’ambasciata italiana a Washington mi sono presentata a Mario Draghi dicendogli: “Sono la moglie di Marco De Benedetti”. Lui mi ha risposto: “Sarà lui che è suo marito”! Se hai un uomo importante devi lavorare il triplo, per dimostrare che vali. Più volte Marco mi ha chiesto di lasciare la Rai, era certo che avrei sofferto e subito ingiustizie».

alba parietti e paola ferrari 1

 

È andata così?

«Sono una donna Rai, amo la mia azienda […] Ma piacerebbe cimentarmi sull’infotainment. E mi dispiace quando dicono che devono svecchiare e poi mettono un uomo della mia età».

 

Cosa ne pensa dell’addio di Amadeus?

«[…] Penso che davvero lui abbia fatto una scelta di vita».

 

[…] Facciamo nomi e cognomi: Alba Parietti.

PAOLA FERRARI

«Ancora oggi una delle mie amiche più care. Una selvaggia. Se c’è bisogno corro. E lei anche».

 

[…] Il nome del suo corteggiatore più famoso.

Paola Ferrari

«Silvio Berlusconi. L’ho conosciuto a 20 anni a Telemilano. È iniziata una frequentazione platonica, la sua segretaria mi aveva avvisato che stava uscendo anche con Veronica. Durante una cena nella casa di via Rovani con Montanelli, mi sfilò dai capelli il fermaglio di finta madreperla. “La mia donna non deve indossare nulla di falso”, disse. Ero ferita, decisi di non vederlo più».

 

E lui?

paola ferrari

«Ci siamo sempre rispettati e mi manca. Pochi anni fa mi disse: “Paola ho saputo che tuo suocero mi vorrebbe vedere morto”. Non se ne faceva una ragione. Ho fatto di tutto perché i due vecchi leoni potessero bere un caffè. È una di quelle cose che rimprovero a mio suocero, di non averci almeno provato».

PAOLA FERRARI DILETTA LEOTTApaola ferraripaola ferrari marco de benedettipaola ferrari paola ferrari

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…