carlo bonomi di maio

''ABOLITE QUOTA 100'' - BONOMI DI ASSOLOMBARDA LANCIA LA SUA CORSA ALLA PRESIDENZA DI CONFINDUSTRIA ATTACCANDO A MUSO DURO DI MAIO E LE MISURE ASSISTENZIALISTE DEL GOVERNO. CHE INVECE SONO STATE TRATTATE CON I GUANTI DAL CAMPANO BOCCIA. MILANO VUOLE PRENDERSI L'ITALIA: SALVINI SI È PRESO LA DESTRA, SALA PUNTA ALLA SINISTRA, ORA MANCA L'UNIONE DEGLI INDUSTRIALI

 

Alberto Mattioli per ''la Stampa''

 

«Evitiamo un nuovo 2011».

CARLO BONOMI

Per non tornare all' anno più cupo della crisi, il governo deve semplicemente fare retromarcia, a cominciare da Quota 100, «che aggrava il debito previdenziale e ne addossa iniquamente i costi ai più giovani, oltre ad abbassare il tasso di occupazione, perché l' obiettivo di una meccanica sostituzione dei pensionandi con lavoratori più giovani non formati, tanto più in una fase di recessione, è pura illusione».

 

Si sa che Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, ama parlare chiaro, anche e soprattutto con la controparte politica. E infatti ieri a Milano la visita del vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, pur con tutte le carinerie del caso (significativo, però: Bonomi dava del tu a Di Maio e Di Maio del lei a Bonomi), è sembrata più uno scontro che un incontro.

 

La requisitoria di Bonomi è in effetti piuttosto decisa. Assolombarda rivendica di aver messo in guardia Conte & soci sulla recessione prossima ventura, «un allarme non motivato da pregiudizi politici o complotti internazionali», ma dalla forza semplice e incontrovertibile dei numeri. E adesso che la recessione è puntualmente arrivata, bisogna agire e pure in fretta, anche perché agli industriali non piace per niente la prospettiva di un Def lacrime e sangue da 40 miliardi. Del resto, accusa Bonomi, «il governo con la legge di bilancio ha appostato nel triennio circa 46 miliardi di spesa corrente aggiuntiva, innanzitutto per Quota 100 e redditi di cittadinanza. E solo 9 miliardi di investimenti pubblici aggiuntivi».

CARLO BONOMI VINCENZO BOCCIA

 

Fin qui la diagnosi. La prognosi, sempre secondo Bonomi, non può che consistere nel tagliare «radicalmente» i programmi di spesa. A cominciare, appunto, da Quota 100.

 

Idem il bonus degli 80 euro. Il reddito di cittadinanza invece può restare, ma solo come «potenziamento della lotta alla povertà. Come imprese, abbiamo la ragionevole certezza che per innalzare il matching fra domanda e offerta di lavoro non basteranno certo i navigator e nuove assunzioni ai centri pubblici per l' impiego», molto cari gli uni e le altre a Di Maio.

 

Servono «un drastico, universale e permanente abbattimento del cuneo fiscale, e non per traslarlo a noi imprese, ma integralmente ai lavoratori fino al 35 mila euro di reddito lordo» (Bonomi chiosa con i giornalisti: «Non chiediamo niente per noi») e «una ripresa integrale delle agevolazioni Industria 4.0 soppresse e ristrette e del credito d' imposta destinato e ricerca e sviluppo».

 

A Di Maio è risparmiata la lezione sul valore essenziale delle esportazioni in zona Euro, che compare solo nel testo distribuito ai media, non l' esortazione a cambiare rotta: «Ci rendiamo conto benissimo, caro ministro, di chiedere al governo un atto di grande coraggio, perché è questa la parola giusta da usare quando si tratta di rimettere in discussione profondamente se stessi». Bartali avrebbe detto che è tutto sbagliato, tutto da rifare.

CARLO BONOMI DI MAIO

 

Bonomi invece preferisce citare, a sorpresa, san Francesco: «Comincia a fare il necessario, poi fai ciò che è possibile e finirai per fare l' impossibile». Morale: «Evitare la nuova recessione si può e si deve».

 

Il caro ministro ribatte a quasi tutto. Lamenta la situazione economica globale con il tono del mal comune mezzo gaudio («La Germania che aveva previsioni di crescita dell' 1,9% adesso lotta per lo 0,8»), difende l' accordo sulla Via della seta, apprezza che Bonomi «salvi almeno le politiche di sostegno che stiamo attuando», rivendica gli ultimi due decreti, lo sbloccacantieri e quello sulla crescita, che però «in Parlamento si possono migliorare» e giura che l' Iva non aumenterà.

 

BEPPE SALA GIOVANNI TRIA BONOMI ASSOLOMBARDA

Nel governo si discute, ammette Di Maio, ma poi «sulle cose concrete riusciamo sempre a trovare un accordo». Su Quota 100, però, non una parola. Ci pensa allora Matteo Salvini, più tardi, a proclamare che Assolombarda «non avrà mai» lo scalpo di Quota 100. Proprio non se ne parla: «Lo smontaggio della legge Fornero è un mio motivo di orgoglio».

CARLO BONOMICARLO BONOMI VINCENZO BOCCIA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…