ALTA VORACITÀ - AI TRENI SMONTEZEMOLATI DI NTV, NATURALMENTE, NON PIACE AFFATTO L’IDEA DI FONDERE LE FERROVIE DELLO STATO E LA DECLINANTE ALITALIA - SCIARRONE: “È UN’IDEA VECCHIA DI LORENZO NECCI, UNA SPECIE DI IRI DEI TRASPORTI, MA VERREBBE IMMEDIATAMENTE BLOCCATA DALL’ANTITRUST ITALIANO O EUROPEO - MAURO MORETTI MINISTRO DEI TRASPORTI CON BERSANI? SAREBBE BRAVISSIMO”…

Lorenzo Salvia per il "Corriere della Sera"

«È difficile dare giudizi su un progetto che non si conosce nei dettagli. Tuttavia togliere dalla partita un protagonista importante come il trasporto aereo non può che lasciare perplessi noi che siamo a favore della concorrenza». Giuseppe Sciarrone - amministratore delegato di Ntv, i treni Italo - ha molti dubbi sull'ipotesi di un polo comune tra Alitalia e Ferrovie dello Stato per evitare il crac della compagnia aerea, un accordo che vedrebbe il ritiro di Alitalia dalle tratte già coperte dai treni ad alta velocità, la Roma-Milano su tutte.

Crede che ci sarebbero problemi con le norme antitrust, che tutelano la concorrenza?
«Penso proprio di sì e guardi che la questione non è nuova».

In che senso, ingegnere?
«Questo era un vecchio pallino di Lorenzo Necci, quando era amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato quasi 20 anni fa. Lui voleva creare una sorta di Iri dei trasporti che mettesse insieme non solo treni e aerei ma anche le navi della Tirrenia e le autostrade. Anche io ero in Ferrovie all'epoca, con Necci condividevo la visione strategica. Ma su questo punto non eravamo d'accordo».

Perché non se ne fece nulla?
«Perché nel momento in cui si smantellava l'Iri sarebbe stato difficile giustificare un'altra Iri, anche se limitata ai trasporti».

Ma se stavolta si dovesse fare voi sareste interessati?
«Noi vogliamo fare il nostro mestiere, siamo partiti da meno di un anno e alle ferrovie ci vogliamo dedicare anima e corpo. Tra l'altro i primi risultati sono molto incoraggianti».

Qual è il bilancio dei vostri primi otto mesi di attività?
«Entro la fine dell'anno avremo superato i due milioni di biglietti venduti, il giudizio dei nostri clienti è molto positivo. Anche il nostro concorrente non ha avuto nessun impatto negativo: Trenitalia dice che i loro viaggiatori sono cresciuti di oltre il 5%. Questo vuol dire che tutta l'alta velocità è cresciuta mentre in Italia sono in calo quasi tutti i settori, dall'abbigliamento, ai carburanti alle autostrade. Un grande risultato».

L'Alta velocità cresce perché il trasporto aereo è in difficoltà e, con la crisi, si usa meno la macchina.
«Non solo. L'Alta velocità è in controtendenza perché è migliorata la qualità del servizio ed è diminuito il prezzo dei biglietti: rispetto ad un anno fa quelli di Trenitalia sono scesi del 30%. In tutte e due i casi la concorrenza è stata determinante».

Al vostro debutto avevate detto di essere interessati anche al trasporto regionale. Ma al momento, per i pendolari, non è cambiato nulla.
«Confermo il nostro interesse. Proprio l'aumento della qualità del servizio nell'alta velocità ha creato un divario francamente inaccettabile con il trasporto regionale. Sono le regioni a dover decidere se mettere il servizio a gara una volta arrivati a scadenza i contratti in essere. Le prime a dover decidere saranno, a breve, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Noi siamo pronti».

E per il resto della rete quali programmi avete oltre all'Ancona-Milano?
«Proseguire la linea Roma-Venezia fino a Trieste, con un tempo di percorrenza di poco più di cinque ore. E poi proiettare i nostri servizi al Sud facendo di Salerno un nodo di scambio, dove si lascia il treno e si prendono gli autobus che proseguono verso la Calabria e la Basilicata, o le navi verso la Sicilia».

Cosa pensa dell'ipotesi di Mauro Moretti ministro delle Infrastrutture in un governo a guida Pd?
«Se davvero è tra le sue aspirazioni gli faccio i miei più sinceri auguri. Conosco bene Moretti, è un tecnico molto competente, credo a quello che dice quando parla di concorrenza. Tuttavia il suo attuale ruolo di capo dello Ferrovie lo costringe ad assumere posizioni non sempre in linea con questa convinzione. Da ministro perderebbe questi legami, questi vincoli, e diventerebbe un elemento importante per una vera liberalizzazione. Sarebbe un ottimo ministro».

 

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