DIAVOLO DI UN CAV- BERLUSCONI RASSICURA I TIFOSI: ‘NON HO INTENZIONE DI VENDERE’ - MA DOPO IL MANDATO ALLA BANCA RESTA IN PIEDI L’IPOTESI DELL’INGRESSO DI UN SOCIO DI MINORANZA (ANCHE IN VISTA DELLA COSTRUZIONE DEL NUOVO STADIO)

Enrico Currò e Luca Pagni per "la Stampa"

La voce più attesa sulla presunta vendita del Milan era ovviamente quella di Berlusconi, che ha affrontato l'argomento ieri pomeriggio a Roma. «Voglio rassicurare i tifosi, non ho intenzione di vendere». Ma i dubbi legati al mandato di Fininvest alla banca d'affari Lazard, la ricerca di un possibile acquirente, non sono stati fugati da queste
poche parole.

E lo scenario della notizia, battuta mercoledì dall'agenzia economica Bloomberg, si è fatto ancora più ingarbugliato, avvalorando le ipotesi più disparate: dalla presenza di una quinta colonna a caccia di pubblicità, all'interno della galassia Fininvest, fino all'improbabile pugnalata alle spalle di Barbara Berlusconi, dirigente del Milan in piena ascesa.

Tra tante voci spesso contrapposte la tesi più accreditata resta quella di un sondaggio esplorativo da parte dei consulenti di Lazard, su incarico di Fininvest, per verificare quale sia realmente il valore di mercato del club rossonero; così come analoghe verifiche sono in corso su altri asset della holding di famiglia.

Il valore indicato dalla rivista economica Forbes per il club - 700 milioni di euro - è assai datato. E soprattutto fuori da ogni attuale logica economica, come attestano i 250 milioni (debiti compresi) pagati dal magnate indonesiano Eric Thohir per l'acquisto dell'Inter, operazione pilotata - guarda caso - sempre dagli uomini di Lazard. Così, le stime più attendibili per il Milan parlano di una valutazione di 200-250 milioni, al netto dei debiti con le banche che nell'aprile sorso di aggiravano sui 340 milioni.

La ricerca di soci di minoranza, più volte filtrata in passato, sarebbe un ragionevole tentativo di migliorare la situazione finanziaria della società, sempre gravata da un altissimo costo del lavoro per gli stipendi dei calciatori (pur calato da 199 a 176 milioni nel 2013), a maggior ragione se l'obiettivo della qualificazione alla prossima Champions dovesse sfumare.

L'operazione più appetibile per chi intendesse investire nel Milan diventa la realizzazione del nuovo stadio di proprietà, obiettivo al quale si lavora da mesi nella nuova sede della società a pochi passi dalla vecchia Fiera Campionaria. Molti gli interrogativi: conviene rinunciare al Meazza, gestito in consorzio con l'Inter sulla base di una convenzione col Comune di Milano? San Siro è centrale, ristrutturato secondo le norme Uefa, e sarà presto raggiungibile dalla metro.

Tuttavia, il confronto con i principali club europei incoraggia gli studi di fattibilità di uno stadio di proprietà. Le dimensioni previste parlano di 55mila spettatori, una via di mezzo tra lo Juventus Stadium e il Meazza. Sarebbero in corso valutazioni sulla sostenibilità finanziaria e l'intervento di uno sponsor, che possa dare il nome all'impianto, come è accaduto per l'Emirates dell'Arsenal.

Quanto al luogo, il duello è tra l'area Expo di Rho e l'ex Falck di Sesto San Giovanni. Rho è favorita anche per via della stazione della metropolitana. Ma l'incognita è come sempre il prezzo dei terreni. Berlusconi ha rassicurato i tifosi. Ma anche il più scoperto obiettivo di mercato (il brasiliano Alex del Psg) arriverebbe a parametro zero. L'era dell'austerity sta togliendo ai milanisti un bel po' di certezze.

 

l architetto fabio novembre si fa un selfie con barbara berlusconi rossa e adriano galliani BARBARA BERLUSCONI E GALLIANI E IN MEZZO IL VUOTO IL VUOTO IL VUOTOGalliani e Barbara Berlusconi allo stadio durante Barcellona Milan GALLIANI E BERLUSCONI IN TRIBUNA DURANTE MILAN BARCELLONA MIHAJLOVIC SEEDORF barbara berlusconi e clarence seedorf

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