PALLE PIENE (D’ARIA) PER RIMUOVERE COSTA CONCORDIA? - LA SOLUZIONE DI FARLA A FETTE E ASPORTARE I PEZZI BOCCIATA PER “ELEVATO IMPATTO AMBIENTALE” - L’ALTERNATIVA È RADDRIZZARE LA NAVE E TRAINARLA, MA PER FISSARE GLI ARGANI SI DEVE BUCARE IL FONDALE - COSTA HA PROPOSTO 8 PROGETTI ALLA PROTEZIONE CIVILE CHE DECIDERÀ ENTRO FINE MESE - C’È CHI IPOTIZZA DI RIEMPIRLA DI PALLINE PIENE D’ARIA PER FARLA RIEMERGERE, COME IN UNA STORIA DI PAPERINO DEL ’49…

Alessandra Pieracci per "la Stampa"

C'è addirittura chi ipotizza di usare milioni di palline di polistirene riempite d'aria e piazzate all'interno della nave per farla riemergere, una soluzione provata in Kuwait e Islanda, un'idea suggerita in una storia di Paperino del 1949 e in un racconto di Arthur Clark. Ma le palline si possono disperdere in acqua, sono difficilmente controllabili e recuperabili.

Per gli esperti del sito di Scientific American, il progetto di recupero del relitto della Costa Concordia che darebbe più garanzie è che la nave venga letteralmente fatta a pezzi, affettata in tronconi da 200-300 tonnellate, con i detriti raggruppati da magneti di tre metri di diametro, come sostiene Mike Lacey, segretario dell'International Salvage Union, l'associazione delle società di recupero.

Ipotesi, però, che la Costa Crociere ha escluso fin dall'inizio, per gli enormi problemi di impatto ambientale che un cantiere a cielo aperto all'isola del Giglio comporterebbe. E che fa venire i brividi al sindaco Sergio Ortelli: «Un attentato all'ambiente. Affettare il relitto della Concordia vuol dire venire meno a tre principi fondamentali che fino ad oggi hanno orientato tutte le operazioni sulla nave: il rispetto dei sette cadaveri che ancora sono nello scafo e dei parenti delle vittime, la tutela dell'ambiente e quella delle attività socio-economiche dell'Isola».

Nel bando della gara indetta da Costa più di un mese fa, la richiesta era di un'offerta di rimozione del relitto intero con la clausola determinante della salvaguardia ambientale. Il che, come sottolinea Max Iguera, responsabile dei salvataggi di Cambiaso e Risso Service, gruppo di servizi marittimi rappresentante da 60 in Italia della Smit Salvage (che sta attualmente completando con un'operazione da manuale l'aspirazione dei combustibili), esclude l'invasiva operazione di sezionamento.

Dieci le ditte interpellate, le più accreditate al mondo, in grado di eseguire l'operazione nel minor tempo possibile, garantendo la massima sicurezza e il minor impatto: Smit Salvage BV, Svitzer Salvage BV, Mammoet Salvage BV, Titan Salvage, Resolve Marine Group Inc., T&T Marine Salvage Inc., Donjon Marine Inc., Tito Neri S.r.l., Fukada Salvage & Marine Works Co. Ltd., The Nippon Salvage Co Ltd.

Il 3 marzo sono scaduti i termini per la presentazione dei piani operativi. Hanno risposto otto società e nell'abituale incontro settimanale con gli abitanti del Giglio, domani, il responsabile della Protezione Civile, Franco Gabrielli, Commissario Delegato per l'Emergenza Costa Concordia, potrà anticipare a grandi linee le soluzioni proposte.

La scelta sarà effettuata entro la fine del mese, affidata un comitato tecnico, composto da rappresentanti di Costa Crociere, Carnival Corporation & plc, Fincantieri, Rina ed esperti del settore, che sta valutando le proposte insieme al Comitato Scientifico delle Protezione Civile. Poi si procederà con le operazioni, che potrebbero richiedere dai 6 mesi a un anno e mezzo di tempo.

«I problemi fondamentali sono due: tappare le falle e raddrizzare la nave, dandole stabilità e galleggiabilità, per rimorchiarla via» spiega Iguera. Le aperture praticate durante le operazioni di soccorso e di ricerca dei corpi non preoccupano: è lo squarcio di 70 metri lungo la chiglia che richiederà 100 tonnellate di lamiere presagomate da saldare. Tra le ipotesi per il sollevamento della «Costa Concordia», l'uso di palloni, di argani ancorati sulle chiatte, di pontoni con verricelli, di cassoni in acciaio fissati ai lati della nave come giganteschi salvagenti stabilizzatori.

Ogni operazione di recupero fa caso a sé, ma questa «si presenta particolarmente complicata per le dimensioni della nave e per il luogo del naufragio». Ovvero, come fa capire Iguera, in zone non vincolate si potrebbe procedere con una palificazione in mare per fissare gli argani in grado di sollevare il gigantesco relitto. Perchè sia le chiatte che i pontoni in qualche modo vanno fissati al fondo, altrimenti gli argani non potrebbero sollevare 112 mila tonnellate piene d'acqua.

Ed è anche un problema di costi, altissimi, per decine e decine di milioni di euro. La soluzione più economica apparentemente semplice non sempre risulta la migliore: in una gara d'appalto per il recupero di un relitto nel Mare del Nord furono scartati due progetti da 90 milioni scegliendo quello da 55. «Da due anni la nave è sempre sul fondo e la ditta ha abbandonato l'impresa» ricorda Iguera.

 

Costa ConcordiaNave costa concordiaCosta Concordia IL NAUFRAGIO DELLA CONCORDIA NAVE CONCORDIANAVE CONCORDIANAVE CONCORDIAprefetto Franco Gabrielli

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...