CEDERE LE RETI AI CINESI NON È STATO UN BUON AFFARE - NEL 2014 CASSA DEPOSITI E PRESTITI AVEVA BISOGNO DI CAPITALE E VENDETTE UNA QUOTA DI MINORANZA DI "CDP RETI" ALLA STATE GRID OF CHINA, COLOSSO PUBBLICO CHE GESTISCE LE INFRASTRUTTURE ELETTRICHE CINESI. SECONDO IL MINISTRO DELL'ECONOMIA PADOAN E L'ALLORA AD DI CASSA, GIOVANNI GORNO TEMPINI (OGGI PRESIDENTE DI CDP) L’ALLEANZA AVREBBE DOVUTO “APRIRE UN PONTE” TRA I DUE PAESI. COSÌ NON È STATO, E ORA IL GOVERNO CERCA DI RIMEDIARE PER RIDURRE IL PESO DEL GRUPPO CINESE
Estratto dell’articolo di Sara Bennewitz per “la Repubblica”
Il governo italiano non ha fatto un buon affare a cedere una parte importante e strategica delle sue reti a State Grid of China (Sgoc), colosso pubblico che gestisce le infrastrutture elettriche della Cina e della maggior parte del Sudamerica.
Nel luglio 2014 Cassa Depositi e Prestiti aveva bisogno di capitale, così vendette una quota di minoranza (35%) di Cdp Reti - la società che racchiude le quote di controllo di Snam (30,3%), Terna (29,8%) e Italgas (26%) - per 2,1 miliardi. Ma se l'avesse tenuta avrebbe potuto rafforzare il suo capitale con i dividendi poi distribuiti dalla società, pari a 2,58 miliardi in sette anni. Inoltre il valore di Cdp Reti nello stesso periodo è raddoppiato (da 5 a 9,8 miliardi).
All'epoca il ministro del Tesoro era Pier Carlo Padoan e invece di cercare investitori istituzionali, il governo scelse un partner strategico come la cinese Sgoc perché l'alleanza avrebbe dovuto aprire un ponte tra i due Paesi. Così non è stato, le aziende italiane sono cresciute con le loro gambe e, anzi, a tratti si sono trovate a gareggiare contro il loro socio cinese.
L'episodio più eclatante risale al 2016 quando Terna tentò l'acquisto del 24% della rete greca Ipto, ma Sgoc presentò un'offerta di quelle difficili da superare (320 milioni), e perfino maggiore di quanto speso dalla connazionale Cosco per il porto del Pireo (293 milioni per il 51%).
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Ora, secondo indiscrezioni attendibili, alcune banche d'affari sono al lavoro per cercare di trovare una soluzione che riduca il peso dei cinesi nel gruppo partecipato dallo Stato. L'accordo del 2014 prevedeva un diritto di prima offerta tra Cdp e Sgoc, ma non un meccanismo per regolare un'eventuale uscita dei cinesi, che hanno diritto a nominare 2 membri su 5 nel cda di Cdp Reti (e 1 sindaco su 3) e una persona di loro fiducia nei consigli delle tre quotate. Yunpeng He, classe 1965, è l'uomo di fiducia di Sgoc che siede nei cda di Cdp Reti, Snam, Italgas, Terna e della greca Ipto.
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