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COME PUÒ CONVIVERE IL GLOBALISMO PRO-CINA DI MUSK CON IL SOVRANISMO PROTEZIONISTA DEL MONDO “MAGA”? NON PUÒ - I DAZI “RECIPROCI” DI TRUMP SONO IL PUNTO DI ROTTURA TRA IL PRESIDENTE E IL SUO “DOGE”: L’UOMO PIÙ RICCO DEL MONDO, CHE HA PERSO PIÙ DI 30 MILIARDI DI PATRIMONIO IN TRE GIORNI, HA IMPLORATO IL TYCOON DI REVOCARE I DAZI, MA QUELLO NON GLI HA DATO RETTA – L’EDITORIALE SUL “FINANCIAL TIMES” DI PETER NAVARRO, “MENTE” DELLE TARIFFE (E GRANDE NEMICO DI MUSK, DEFINITO “ASSEMBLATORE DI AUTO”), E IL TERRORE DEI BIG EX TRUMPIANI DI WALL STREET, DA JP MORGAN A GOLDMAN SACHS FINO A BLACKROCK

meme su elon musk e donald trump nella tesla

WP, 'MUSK HA CHIESTO A TRUMP DI REVOCARE I DAZI'

(ANSA) - Nel fine settimana Elon Musk ha cercato personalmente di convincere Donald Trump a revocare i dazi, anche quelli sulla Cina. Ma il tentativo non ha finora avuto successo. E' quanto scrive il Washington Post citando proprie fonti anonime.

 

La rottura di Musk con Trump sulle tariffe, priorità dell'amministrazione americana, rappresenta il disaccordo più importante tra il presidente e uno dei suoi principali consiglieri.

 

Tesla ha visto le vendite trimestrali crollare drasticamente a causa delle reazioni negative al suo ruolo di consigliere di Trump.Le sue azioni erano scambiate a 233,29 dollari, in calo di oltre il 42% da inizio anno.

 

I DAZI DI TRUMP RIPARERANNO UN SISTEMA NON FUNZIONANTE

Editoriale di Peter Navarro, consigliere economico con delega al commercio della Casa Bianca, pubblicato dal “Financial Times”

 

donald trump peter navarro

Il sistema commerciale internazionale è in frantumi — e la dottrina dei dazi reciproci di Donald Trump è la soluzione. Questa ristrutturazione, attesa da tempo, renderà le economie americana e globale più resilienti e prospere, ristabilendo equità ed equilibrio in un sistema truccato contro gli Stati Uniti.

 

Per decenni, sotto le regole distorte dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, gli Stati Uniti hanno affrontato dazi sistematicamente più alti da parte dei principali partner commerciali e barriere non tariffarie ben più punitive. Il risultato è un’emergenza nazionale […].

 

TWEET SUI DAZI - GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Al cuore di questa crisi c’è un disavanzo commerciale nel settore dei beni che ha superato ormai i 1.000 miliardi di dollari l’anno. I modelli economici del libero scambio […] si sono rivelati clamorosamente sbagliati.

 

Dal 1976 […] al 2024, i deficit cumulativi degli Stati Uniti nel commercio di beni hanno trasferito oltre 20.000 miliardi di dollari di ricchezza americana all’estero. Si tratta di oltre il 60% del PIL degli Stati Uniti nel 2024. […]

 

Uno dei principali motori di questo commercio sbilanciato è la regola della “nazione più favorita”  […] che obbliga i Paesi membri ad applicare la tariffa più bassa offerta a una nazione a tutti gli altri membri. I partner commerciali dell’America possono così mantenere dazi elevati e uniformi, senza alcun incentivo a negoziare condizioni più eque con Washington.

donald trump peter navarro 2

 

[…]  Da quando la Cina è entrata nel WTO nel 2001, i salari medi settimanali reali negli Stati Uniti sono rimasti sostanzialmente stagnanti — con un aumento complessivo di poco più del 10% in oltre vent’anni.

 

[…] Lo squilibrio è evidente anche nel settore automobilistico: l’Unione Europea applica una tariffa del 10% sulle auto berline, quattro volte quella statunitense, mentre la Cina impone un dazio base del 25% sui veicoli passeggeri importati.

 

Peggio ancora è la raffica di barriere non tariffarie utilizzate da molti Paesi per soffocare le esportazioni americane, favorire artificialmente le proprie e proteggere i mercati interni.

 

MAGA SHOPPING - LA TELEVENDITA DI TRUMP E MUSK ALLA CASA BIANCA

Questi strumenti includono: manipolazione valutaria, distorsioni dell’IVA, dumping, sussidi all’export, imprese statali, furti di proprietà intellettuale, standard di prodotto discriminatori, quote, divieti, licenze opache, pratiche doganali onerose, obblighi di localizzazione dei dati e, sempre più spesso, l’uso del “lawfare” — guerre legali — in contesti come l’UE per colpire i colossi tech americani. […]

 

[…] Gli Stati Uniti hanno intentato numerosi ricorsi […] in ambito agricolo — contro divieti su pollame, carne bovina trattata con ormoni e colture OGM. In quasi tutti i casi gli USA hanno vinto. Ma le vittorie sono rimaste sulla carta. Il divieto dell’UE sulla carne americana trattata con ormoni, contestato nel 1996 e giudicato illegale nel 1998, è ancora in vigore.

ELON MUSK AL CONGRESSO DURANTE IL DISCORSO DI TRUMP

 

Un sistema commerciale in cui affrontiamo dazi più alti, barriere non tariffarie più dure e nessun meccanismo effettivo di risoluzione, equivale a un “sistema d’onore” in un mondo dove nessuno gioca onestamente.

 

Per questo l’America deve — e sta — difendendosi.

 

La dottrina dei dazi reciproci di Trump fa esattamente ciò che il WTO ha fallito nel fare: chiede conto ai Paesi stranieri. Gli Stati Uniti ora eguaglieranno i dazi e le barriere non tariffarie che gli altri ci impongono. È una questione di equità, e su questo non si può discutere. Non è una negoziazione. Per gli Stati Uniti si tratta di un’emergenza nazionale innescata da decenni di disavanzi commerciali causati da un sistema truccato.

 

JAMIE DIMON A DAVOS

Il presidente Trump è sempre disposto ad ascoltare. Ma ai leader che, dopo decenni di scorrettezze, oggi offrono improvvisamente di ridurre i dazi, va detto chiaramente: questo è solo l’inizio.

 

[…]  Tutto ciò che l’America chiede è equità. Il presidente Trump non sta facendo altro che farvi pagare ciò che voi fate pagare a noi. Cosa c’è di più giusto?

 

DAI BIG DI WALL STREET L’ALLARME RECESSIONE «EFFETTO DOMINO NON DI BREVE PERIODO»

Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera”

 

bill ackman

Wall Street alza la pressione su Donald Trump. Dopo tre giorni di tempesta sui mercati mondiali, ieri diversi esponenti dell’alta finanza statunitense hanno sottolineato pubblicamente i rischi dell’offensiva commerciale della Casa Bianca.

 

[…] Il primo a biasimare la sventagliata doganale di Trump è stato Bill Ackman, numero uno del fondo speculativo Pershing Square e grande sostenitore del presidente repubblicano. «Se il 9 aprile dovessimo lanciare una guerra economica nucleare contro tutti i Paesi, gli investimenti aziendali si fermeranno, i consumatori chiuderanno i portafogli e danneggeremo gravemente la nostra reputazione con il resto del mondo, che richiederà anni, forse decenni, per essere riabilitata».

 

elon musk donald trump

Allarme via X a cui ha fatto eco la lettera agli azionisti di Jamie Dimon, amministratore delegato di JpMorgan, la prima banca americana. I dazi «causeranno probabilmente un aumento dell’inflazione e stanno portando molti a considerare più probabile una recessione — ha rimarcato Dimon — Spero che, all’esito dei negoziati, ci saranno alcuni effetti a lungo termine positivi per gli Stati Uniti».

 

Più esplicito era stato circa un mese fa il responsabile globale delle strategie della stessa JpMorgan, David Kelly. «Il problema con i dazi, in sintesi — ha scritto Kelly a marzo, all’epoca del primo aumento delle ta riffe su Messico e Canada — è che fanno salire i prezzi, rallentano la crescita economica, riducono i profitti, aumentano la disoccupazione, ampliano la diseguaglianza, diminuiscono la produttività e alimentano le tensioni globali.

A parte questo, vanno bene».

DONALD TRUMP - ELON MUSK

 

Nel pomeriggio è arrivato anche l’avvertimento di Larry Fink, capo di BlackRock, il più grande gestore di fondi al mondo, custode di 10 mila miliardi di risparmi. «La maggior parte dei ceo con cui parlo direbbe che siamo probabilmente già in recessione in questo momento», ha rimarcato. «Un crollo del 20% del mercato in tre giorni è ovviamente significativo e l’effetto domino dei dazi non sarà di breve periodo», ha aggiunto.

Trump, per il momento, non sembra preoccuparsene.

 

donald trump larry fink

«Non siate Panican (un nuovo partito formato da persone deboli e stupide!», ha scritto su Truth). Sempre sul suo social il magnate è tornato ad attaccare la Federal Reserve e il suo presidente Jerome Powell, che, nominato da Trump nel 2017, è diventato nel tempo la sua nemesi finanziaria. «La Fed si muove lentamente, dovrebbe tagliare i tassi!». […]

TADAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

LARRY FINK DI BLACKROCK ALLA CONFERENZA CERAWeek di HoustonLE MINACCE DI TRUMP E MUSK ALL UCRAINA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

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