IL FMI CERTIFICA UNA CRESCITA CIMITERIALE PER L’ITALIA: +0,6% NEL 2014, +1,1% NEL 2015 E ABBRACCIA LE RIFORME BY RENZI: “SERVONO MISURE URGENTI” - LA GRECIA, DOPO ANNI DI TAGLI E RECESSIONE, NEL 2015 CRESCERÀ DEL 2,9%
Paolo Mastrolilli per âLa Stampa'
L'Italia torna a muoversi. Non è veloce come tutti vorrebbero, ma la ripresa potrebbe prendere più consistenza a due condizioni: le riforme strutturali a cui vuole mettere mano il governo Renzi, e una riapertura decisa del credito da parte delle banche.
Sono le considerazioni che il Fondo monetario internazionale fa nel World economic outlook. Colpisce la differenza tra la crescita prevista per il nostro paese e quella delle Grecia, quasi tre volte superiore, ma il direttore italiano dell'Fmi, Andrea Montanino, mette le mani avanti: «Il paragone non regge, si tratta di due realtà molto diverse».
La recessione in Europa è finita, e anche l'Italia ne trae beneficio. Nel 2014, però, la crescita resterà ancorata ad un timido 0,6%, per salire all'1,1% l'anno prossimo. In sostanza staremo in linea con la Finlandia, e un poco sopra Slovenia e Cipro. La Grecia crescerà come noi nel 2014, ma nel 2015 allungherà il passo fino al 2,9%. La disoccupazione resta preoccupante, così come la bassa inflazione, che nell'anno in corso scenderà dall'1,3 allo 0,7%, per poi risalire all'1% il prossimo.
Per accelerare la ripresa, il Fondo suggerisce due cose: riforme strutturali, soprattutto nel mercato del lavoro, la giustizia civile e l'amministrazione pubblica, e rilancio del credito. «Ulteriori misure per far ripartire l'offerta di credito consentirebbero un aumento del Pil del 2%, o anche di più». Quanto all'inflazione bassa è un problema dell'intero continente, e su questo punto la linea dell'Fmi è da tempo quella di sollecitare la Bce a fare tutto il possibile.
Va tenuto presente che queste valutazioni si basano sui dati dell'anno scorso, perché la nuova immagine dell'Italia legata alla procedura di analisi dell'Articolo IV verrà pubblicata solo a ridosso dell'estate. Nei corridoi dell'istituzione finanziaria internazionale, però, si avvertono curiosità e discreta fiducia nel nuovo governo per la determinazione mostrata da Renzi nel realizzare le riforme.
«Il paragone con la Grecia - dice a La Stampa Montanino - non ha senso. Atene viene da anni di crisi profonda, ed è fisiologico che ora cresca non solo più dell'Italia, ma di tutti gli altri paesi europei. Sarebbe come confrontare la crescita del 7% in Cina con quella tra l'1 e il 2% in Germania».
Secondo il direttore italiano del Fondo «la ripresa c'è, ed è comunque un aspetto positivo, dopo due anni di recessione. Nel 2014 è ancora un pochino lenta, per problemi legati alle riforme, e per il tema congiunturale del credito alle imprese, sia per i costi elevati rispetto ad altri paesi europei, sia per la difficoltà ad ottenerlo. Le banche sono in fase di analisi e ricapitalizzazione, e ciò complica la situazione».
La speranza è che la valutazione del Fondo sia ancora troppo legata ai dati raccolti l'anno scorso, e quindi che l'Italia possa sorprendere in positivo già nel 2014. La certezza, invece, è che se si metterà mano alle riforme strutturali necessarie, e verranno riaperti i rubinetti del credito, ci saranno le condizioni per tornare a correre.
![](/img/foto/02-2014/christine-lagarde-direttore-305248_800_q50.webp)
![](/img/foto/06-2013/sarkozy-lagarde-247584_800_q50.webp)
![](/img/foto/02-2014/renzi-padoan-308089_800_q50.webp)
![](/img/foto/06-2012/andrea-montanino-171216_800_q50.webp)
![](/img/foto/11-2010/77724_800_q50.webp)