nagel cairo

LA GUERRA DEL CORRIERE - MEDIOBANCA SFERRA IL CONTRATTACCO E STUDIA CONTRO-OPA IN CONTANTI SU RCS - L’AD DI PIAZZETTA CUCCIA NAGEL STA SONDANDO IMPRENDITORI COME PESENTI E BONOMI PER SUPERARE L’OFFERTA LANCIATA DA URBANO CAIRO E VINCERE IL DUELLO CON INTESA

alberto nagel  alberto nagel

Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

L’Offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Urbano Cairo sulla Rcs venerdì 8 aprile ha avuto l’effetto di mettere gli azionisti di fronte a una scelta importante: consegnare le azioni allo scalatore oppure trovare uno o più cavalieri bianchi in grado di lanciare una contro Opa.

 

Ed è proprio su questo secondo scenario che da sabato 9 aprile sta lavorando Mediobanca e in particolare il suo numero uno, Alberto Nagel. Potrebbero volerci ancora un paio di settimane ma sembra che una cordata in grado di lanciare una contro offerta tutta cash (quella di Cairo prevede uno scambio di azioni) si stia profilando all’orizzonte.

 

Nagel sta infatti premendo su alcuni imprenditori, tra cui molto probabilmente Carlo Pesenti - la cui holding di famiglia è piena di liquidità avendo venduto Italcementi ai tedeschi - e su Andrea Bonomi, fondatore del fondo Investindustrial e molto attivo recentemente nell’acquisto di aziende italiane (Artsana e Valtur le ultime in ordine di tempo) per spingerli ad impegnarsi in un’operazione anti Cairo.

 

urbano cairourbano cairo

Le motivazioni non sono solo di carattere industriale ma anche di rivalità tra diverse parrocchie della finanza italiana e politiche, visto che si tratta di capire in che mani finirà il Corriere della Sera. Mediobanca non ha sicuramente gradito che un concorrente come Intesa Sanpaolo si sia schierato al fianco dello scalatore Cairo, di fatto appropriandosi di una partecipazione che storicamente è sempre gravitata nell’orbita di Piazzetta Cuccia.

 

Dal canto loro i soci forti ancora presenti nel capitale della Rcs, da Diego Della Valle a Tronchetti Provera, dalla stessa Mediobanca a Unipol, mal sopportano che un giornale come il Corriere finisca sotto il controllo di un imprenditore, seppur bravo, ma che è nato e cresciuto nell’alveo berlusconiano, dal quale si è comunque distaccato da tempo.

 

alberto nagel carlo messinaalberto nagel carlo messina

In ogni caso, se la cordata di imprenditori e private equity volesse buttarsi nella mischia, un vantaggio lo avrebbe già ottenuto. Il nucleo di azionisti con in mano il 23-25% del capitale (la famiglia Rotelli con il 3% del capitale deciderà solo all’ultimo momento cosa fare) in caso di contro Opa tutta in contanti si è impegnato a non consegnare le proprie azioni. Ciò significa che l’esborso sarebbe comunque limitato al 75% del totale per una società che ieri in Borsa capitalizzava poco meno di 300 milioni di euro. A questo valore del capitale vanno però aggiunti i debiti che dopo la vendita di Rcs Libri ammontano a 411 milioni e che il futuro compratore, chiunque sia, dovrà accollarsi.

 

Una contro offerta concorrente costringerebbe poi Intesa Sanpaolo a operare nel senso dichiarato pubblicamente: cioè consegnare le proprie azioni (4,1%) al miglior offerente e salvaguardare il proprio credito nei confronti della società, pari a 162 milioni.

messina bazolimessina bazoli

 

Ciò che la banca guidata da Carlo Messina non ha gradito, ripercorrendo gli ultimi mesi della gestione di Rcs, è stata la nuova delibera di aumento di capitale presa dall’assemblea che di fatto ha tolto alle banche la possibilità di chiamare automaticamente la ricapitalizzazione se i risultati aziendali non raggiungessero determinati parametri. Con Cairo, invece, il rientro dai debiti sarebbe più sicuro poichè il suo gruppo, anche se al momento non è prevista la fusione, possiede più di 100 milioni di liquidità.

 

DELLA VALLEDELLA VALLE

Ora bisognerà vedere se nelle prossime due settimane la cordata Mediobanca troverà la forza di venire alla luce. Le incognite sono ancora diverse, a partire dalle motivazioni che ispirano coloro che investono oggi nel settore editoriale e in un’azienda che viene da un periodo di forti difficoltà. I potenziali nuovi azionisti potrebbero essere attratti dai buoni segnali che arrivano dai primi mesi di gestione di Laura Cioli, che è riuscita a tagliare una trentina di milioni di costi sui 60 previsti per tutto il 2016.

 

Al contrario sono spaventati per l’andamento in Spagna di El Mundo, alle prese con una pesante ristrutturazione. Ma per rilanciare il gruppo nel medio periodo occorre qualcosa di più, una strategia editoriale vincente, che nessuno al momento pare avere chiara in mente.

LAURA CIOLILAURA CIOLI

 

Ultimi Dagoreport

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…