I LADRONI DEL CASELLO - SOLO UNA COSA NON CONOSCE CRISI O DEFLAZIONE: GLI AUMENTI DELLE TARIFFE AUTOSTRADALI - LUPI PROMETTE: “NON SARANNO PIÙ DELL’1,5%”. MA DEI 615 KM DI STRADE PROGRAMMATE, BENETTON E COMPAGNIA NE HANNO COMPLETATI SOLO 120
Mattia Feltri per “la Stampa”
Impegnato in una drammatica giornata sul mare, il ministro Maurizio Lupi concede alla Stampa una sola battuta, ma pesante: «Il primo gennaio non ci saranno aumenti dei pedaggi autostradali superiori all’uno e mezzo per cento». Cioè saranno sotto il tetto dell’inflazione programmata.
L’allarme era tutta colpa, parrebbe, di qualche retroscena malandrino alimentato dalle richieste dell’Aiscat, l’associazione dei concessionari presieduta da Fabrizio Palenzona. E del resto le domande di aumento sono arrivate al ministero dei Trasporti e non si tratta di robetta: più 8.3 per cento sull’Autostrada dei parchi (Abruzzo), più 8 per cento sulle Autostrade centro padane (Brescia-Savona), più 6 per cento sulla Cisa, più 5.2 per cento sulla Torino-Novara e sulla Novara-Milano, e così via, compreso il più 4.4 per cento sulle Autostrade per l’Italia.
LA CORSA DEI PREZZI
Un bell’andazzo visto che, secondo i calcoli riproposti qualche giorno fa da Sergio Rizzo, fra il 1999 (anno della privatizzazione della concessionaria statale) e il 2014 i pedaggi sono saliti del 65.9 per cento, sebbene nello stesso periodo l’inflazione è calcolata nel 37.4 per cento. E come è possibile? Boh. Nel senso che l’incremento dei prezzi salta fuori da una complicatissima equazione costituita da una ventina di variabili, fra cui investimenti, spese, andamento del traffico e così via. E però, miracolosamente, il risultato è sempre a favore dei concessionari, che anno dopo anno si infilano regolarmente in tasca qualche quattrino in più.
OGGI L’INCONTRO CON AISCAT
Stavolta no, ha detto dunque ieri Lupi. Il quale sa benissimo che - fatti e rifatti i conti - la ragione è dalla parte di Palenzona e dei suoi. Infatti per i concessionari si tratta anche di rientrare da esborsi sostenuti per migliorie commissionate dallo Stato (rattoppare la tal galleria, aggiungere la terza corsia al tal tratto, completare la tal bretella).
Il primo aspetto curioso è che gli investimenti vengono contabilizzati nonostante spesso, o quasi sempre, i lavori procedano pianino: fra il 2001 e il 2012 sono stati completati soltanto centoventi dei seicentoquindici chilometri programmati; il secondo è che i concessionari rincarano le tariffe perché, secondo i loro parametri, devono rifarsi del costante calo del traffico provocato dalla crisi (e però - è la nostra modesta riflessione - se i rincari proseguono, proseguirà anche il calo del traffico).
Per concludere, oggi Lupi vedrà Palenzona e gli altri e avvierà una trattativa per convincere gli interlocutori a restare fermi per l’intero 2015, altrimenti sarà uno svantaggio per tutti. Le idee sono quelle di spalmare gli aumenti negli anni a venire, o di allungare le concessioni o magari, e più semplicemente, di scommettere su una ripartenza del paese di modo che ripartano anche le auto.