ursula von der leyen giuseppe conte (1)

ITALIA A NOVANTA (MILIARDI) – IN ATTESA DEL RECOVERY FUND A GIUGNO L’ITALIA POTREBBE OTTENERE FINO A 90 MILIARDI: 20 DA “SURE”, 34 DAL FONDO DI EMERGENZA DELLA BEI E 36 DAL FAMIGERATO MES, CHE PERÒ I GRILLINI (PER ORA) NON VOGLIONO NEMMENO SENTIRE NOMINARE – IL PRESSING DEI GOVERNI E IL GRANDE DUBBIO SUL “RECOVERY FUND”: FONDO PERDUTO O PRESTITI?

 

 

Marco Bresolin per “la Stampa”

 

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

È partito il pressing dei governi sulla Commissione per fare lobbying in vista del 6 maggio, giorno in cui l' esecutivo Ue dovrebbe presentare la proposta per il Recovery Fund. Dopodiché inizieranno i negoziati tra i 27, che nella migliore delle ipotesi si concluderanno entro giugno.

 

RUTTE KURZ MERKEL

Il fondo per la ripresa - che potrebbe mobilitare fino a 2.000 miliardi di euro - entrerà in vigore soltanto a gennaio con il nuovo bilancio Ue, ma l' Italia preme per far sì che gli anticipi possano essere erogati già da luglio. Nel frattempo, dal 1 giugno, saranno a disposizione i 540 miliardi del primo pacchetto economico già approvato. L' Italia potrebbe ottenere fino a 90 miliardi: 20 dallo strumento anti-disoccupazione «Sure», 34 dal fondo di emergenza della Bei e 36 dal Mes.

MERKEL RUTTE

 

Sempre che ne faccia richiesta. Lavoratori «Sure» prevede di erogare prestiti a condizioni favorevoli ai governi per un totale di 100 miliardi. Devono essere utilizzati per il sostegno all' occupazione: cassa integrazione o sussidi agli autonomi. C' è stata un po' di resistenza dei nordici: Olanda e Danimarca chiedevano di estendere l' utilizzo anche alle spese sanitarie, mentre la Svezia non vuole che diventi un meccanismo permanente. Ma dopo il Consiglio europeo la strada sembra in discesa.

 

Gualtieri Conte

Per attivare «Sure», i Paesi dovranno prima offrire garanzie per un totale di 25 miliardi. Per avere i prestiti, bisognerà fare richiesta alla Commissione, ma poi sarà il Consiglio (cioè i governi) ad autorizzarli. Definendo importo, scadenza e rateizzazione del finanziamento, che in casi estremi potrà essere anche rinnovato. I primi tre Paesi beneficiari (verosimilmente Italia, Spagna e Francia) non potranno superare il 60% dei finanziamenti totali. Si stima che all' Italia possano andare circa 20 miliardi di euro.

 

Imprese

MARK RUTTE ANGELA MERKEL

Sarà invece il fondo d' emergenza della Bei a soccorrere le piccole e medie imprese in crisi di liquidità. Verso la metà della prossima settimana verranno definiti i dettagli del piano, ma le grandi linee sono già state decise. Anche in questo caso i governi dovranno assicurare 25 miliardi di garanzie, in proporzione al capitale che detengono nella Banca europea per gli investimenti (l' Italia ha il 19%). Il Fondo mobiliterà fino a 200 miliardi di investimenti nei prossimi 18-24 mesi. I soldi andranno alle imprese, dunque non è previsto un tetto massimo per ogni Paese.

 

Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def

Ovviamente si cercherà di assicurare una distribuzione equilibrata in linea con gli attuali interventi Bei: l' Italia è in cima alla lista dei beneficiari. Nel 2019 ha ottenuto quasi 11 miliardi dei 63 erogati dalla Banca nell' intera Ue, circa il 17%. Con ogni probabilità la fetta del nuovo fondo che finirà al nostro Paese non sarà lontana da quella percentuale, il che equivale a 34 miliardi.

 

Governi

E poi c' è il Meccanismo europeo di stabilità (Mes). L' Eurogruppo ha deciso di attivare al suo interno una nuova linea di credito dedicata alla pandemia. Ogni Paese potrà chiedere prestiti fino al 2% del proprio Pil: 240 miliardi se tutti lo facessero. Per l' Italia vuol dire 36 miliardi di prestiti a tassi decisamente inferiori a quelli che potrebbe ottenere sul mercato (su 10 anni circa lo 0,4% contro l' 1,8-2%) . Fondi da utilizzare per le spese sanitarie dirette e indirette.

Klaus Regling

 

Nei prossimi giorni gli organismi del Mes dovranno fare chiarezza sui dettagli: in primis il perimetro esatto dei costi «indiretti» e la struttura dei prestiti (si discute di una durata di 5-10 anni). E ovviamente sulle condizioni. I vertici del Mes hanno assicurato che non ci saranno condizionalità macro-economiche: non verrà imposto alcun piano di riforme a chi attiverà questa linea di credito, ma solo il rispetto dei vincoli di bilancio Ue.

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