INFLAZIONE E PERDIZIONE - IL RISCHIO CRAC AUMENTA INONDANDO IL SISTEMA FINANZIARIO GLOBALE DI EURO, DOLLARI, YEN, ETC. A TASSI PROSSIMI ALLO ZERO

DAGOREPORT

Ieri (11/04/2012) è stato pubblicato un rapporto da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI) sulla stabilità dei sistemi finanziari globali. Tra le altre cose si dice che "il debito sovrano detenuto dalle banche italiane e spagnole è relativamente elevato e la percentuale di detenzione notevolmente aumentata dall'inizio della crisi in corso". La stessa Banca d'Italia indica un enorme rischio di tasso di interesse in capo alle banche domestiche, con un costo stimato di capitale pari al 7,7% nel caso in cui i tassi di interesse salissero di 200 punti base.

La situazione denunciata per i due paesi è praticamente la stessa in tutti i principali paesi per una serie di ragioni molto semplici da spiegare. All'inizio misurabile della crisi, che puó essere ascritto al fallimento di Northern Rock nel Regno Unito ad inizio 2007,per evitare il collasso del sistema bancario mondiale (cui si è andati molto vicino con il fallimento di Lehman Brothers ad ottobre 2008) le banche centrali hanno iniziato ad inondare il sistema finanziario mondiale con dosi massicce di liquidità, in Dollari Usa, Yen giapponesi, Sterline inglesi ed Euro a tassi prossimi allo zero.

La liquidità ricevuta (tecnicamente inflazione monetaria) dalle banche è stata poi impiegata in investimenti "sicuri" nel senso del rendimento atteso da parte degli investitori (le banche commerciali) attraverso l'utilizzo di titoli di stato (Treasury, JGB, Gilt, BTP, Bund, Oat, ecc.), che sono stati oggetto di "sostegno" da parte delle stesse banche centrali, convinte cosi di permettere facili ricavi alle banche commerciali, fondamentali per ricostituire utili e riserve (e bonus ai manager).

Questa strategia, che puó essere considerata una vera e propria forma di economia pianificata (socialismo) attraverso la moneta se da un lato ha fornito una parvenza di stabilità del mercato monetario e finanziario, ha dall'altro ottenuto l'effetto denunciato ieri dal FMI: aver aumentato il grado totale di rischio del sistema economico.

La realtà dei bilanci delle banche, degli stati e delle banche centrali dimostra infatti che un possibile rialzo dei tassi di interesse genererebbe perdite in conto capitale tali nei bilanci delle tre entità, da mettere a rischio il sistema finanziario globale, con l'aggravante che oggi è sufficiente che uno dei tre attori salti (parliamo di default di una banca o di uno stato o della banca centrale) a causa di perdite sulla posizione titoli (banche centrali e banche commerciali) o di costo del debito non sostenibile (per gli stati), che a ruota fallirebbero gli altri due.

L'unica alternativa a disposizione è continuare ad inflazionare, sapendo con ció di aumentare ancora di piú i rischi suddetti.

 

INFLAZIONEMARIO DRAGHI OBAMA E BERNANKE BERNANKE jpegHaruhiko Kuroda governatore della banca centrale giapponese BANCA CENTRALE DEL GIAPPONE

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