ALI-PUTIN! - FRA I POSSIBILI ACQUIRENTI DI ALITALIA RISPUNTA AEROFLOT, LA COMPAGNIA RUSSA, CONTROLLATA DAL CREMLINO CHE NE POSSIEDE IL 51% - AVREBBE LE RISORSE FINANZIARIE NECESSARIE, FA PARTE DEL GRUPPO SKY TEAM E SAREBBE UN BUON MODO PER ESPANDERSI SULLE ROTTE OCCIDENTALI - MA AIRFRANCE RESTA FAVORITA: FINO A OTTOBRE HA IL DIRITTO DI PRELAZIONE...

Carlo Festa per "Il Sole 24 Ore.com"

La russa Aeroflot valuta il dossier Alitalia. Tra i possibili acquirenti di una quota del capitale, secondo le indiscrezioni in circolazione, potrebbe spuntare nuovamente il gruppo di Mosca che già nel 2007, affiancato da UniCredit, era tra i sei pretendenti alla compagnia di bandiera italiana.
A quel tempo Aeroflot decise, alla fine, di ritirarsi in quanto le sorti per la compagnia tricolore sembravano ormai decise, visto che si stava costituendo la cordata italiana e stava per entrare come socio di minoranza la francese Air France. Dietro la possibile scelta di Aeroflot (che vede come azionista di controllo lo Stato russo con il 51% delle azioni e tra i soci forti il magnate Aleksandr Lebedev con il 15%) ci sarebbe la volontà di espandersi sulle rotte occidentali.

Di sicuro, Aeroflot ha oggi le risorse finanziarie per fare un'operazione di acquisizione: nei primi nove mesi dell'anno la società moscovita ha chiuso con un fatturato sopra i 6 miliardi di dollari (erano stati 6,9 miliardi in tutto il 2011) e con una previsione di giro d'affari per l'intero esercizio a quota 9 miliardi e mezzo.

Inoltre il gruppo ha cominciato a macinare profitti: gli utili della compagnia di bandiera, che ha sede nell'aeroporto Sheremetyevo di Mosca, hanno toccato nel 2011 i 491 milioni di dollari, in aumento considerevole rispetto all'anno precedente in cui la cifra toccata era stata di 253 milioni di dollari. Tuttavia le previsioni per il 2012, che dovranno essere confermate dall'annuncio dei dati nelle prossime settimane, sono ancora superiori: a 585 milioni di dollari.
Insomma, ormai Aeroflot, con più di 13 milioni di passeggeri trasportati, sembra lontana anni luce dalla compagnia nata ai tempi della vecchia Unione Sovietica e si presenta molto diversa dalla società che nel 2007 si era presentata ai nastri di partenza per Alitalia.
Anche la flotta (con oltre un centinaio di velivoli) si è rinnovata grazie all'acquisto di numerosi Airbus. Inoltre la compagnia ha già ordinato 22 Boeing 787 Dreamliner e 16 B777, che saranno consegnati entro il 2019, e una nuova flotta di 737. Senza dimenticare che Aeroflot fa già parte dell'alleanza Sky Team, proprio assieme ad Alitalia.

Il nome del gruppo russo, confermato come possibile pretendente da fonti vicine a Cai, si aggiunge a quelli che già in queste settimane erano circolati. A cominciare da Etihad Airways, compagnia degli Emirati Arabi Uniti che tuttavia ieri durante la presentazione dei propri conti annuali ha tenuto a precisare tramite il presidente e Ceo James Hogan che al momento «non c'è alcuna discussione con Alitalia, se non quella relativa all'accordo di code-share».
Di sicuro, i soci italiani di Cai, molti dei quali vogliono monetizzare la loro quota, hanno tutto l'interesse a cercare in questo momento un potenziale compratore interessato a entrare in Alitalia: anche per fare pressione su Air France in modo che presenti al più presto un'offerta sulla quota restante della compagnia di bandiera italiana (cioè il 75%). Al lavoro, proprio per alcuni di questi soci, sarebbe dunque in questo momento la banca d'affari Rothschild.

È comunque il caso di notare che il dossier Alitalia resta complesso per qualsiasi compratore che non sia la francese Air France. Il gruppo transalpino ha infatti una prelazione sulle azioni degli altri azionisti fino al prossimo ottobre: un patto fra i soci sul quale starebbero lavorando in queste settimane gli avvocati di Erede Bonelli Pappalardo (per conto di Cai) e quelli di Latham&Watkins per conto di Air France.

 

Giancarlo Schisano, Il direttore operativo di AlitaliaAereo fuoripista a Fiumicino, sparisce il logo AlitaliaAleksandr Lebedevairfrance Etihad-aircraftCOLANINNO E RAGNETTI ANDREA RAGNETTI E ROBERTO COLANINNO

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