![milionari cinesi ricchi soldi yuan](/img/patch/08-2015/milionari-cinesi-ricchi-soldi-yuan-701240_600_q50.webp)
COME VIVERE, E MALE, SENZA I FUNZIONARI CORROTTI - SÌ, LA SVALUTAZIONE DELLO YUAN, IL CROLLO DELLE BORSE. MA IL VERO DISASTRO PER IL LUSSO ITALIANO, GLI CHAMPAGNE FRANCESI E LE AUTO TEDESCHE È LA STRETTA DI XI JINPING SUI BOIARDI ARRAFFONI, CHE HANNO INGRASSATO I CONTI ESTERI E I BILANCI DELLE SOCIETÀ PIÙ CHIC
1. FTSE MIB PESANTE IN AVVIO, IL WTI A 40 DOLLARI SI ABBATTE SUI TITOLI OIL
Francesca Gerosa per www.milanofinanza.it
Le borse europee sono sotto pressione in avvio in scia a Wall Street e alle borse asiatiche (Shanghai -4,3% a quota 3.507 punti) dopo i dati poco confortanti arrivati da Pechino. La stima preliminare dell'indice Pmi manifatturiero a cura di Markit, che monitora l'attività delle imprese di dimensioni più consistenti, ha segnalato per agosto la contrazione più marcata da sei anni e mezzo, scivolando a 47,1 da 47,8 di agosto, mentre le attese degli economisti erano per una flessione più marginale a 47,7.
Si tratta della sesta lettura mensile consecutiva sotto i 50 punti, soglia spartiacque tra crescita e contrazione. Più positive le indicazioni dal Giappone: il Pmi manifatturiero ha segnalato ad agosto l'espansione più consistente da 7 mesi a 51,9 da 51,2.
Inoltre, l'indice che misura la fiducia dei consumatori tedeschi ha mostrato un calo a settembre, per la prima volta in sei mesi, sotto le attese del mercato. L'indice è infatti sceso a 9,9 dal 10,1 registrato un mese prima. Il consenso aveva previsto un indice stabile a 10,1. Tuttavia Gfk ha spiegato che i consumatori tedeschi continuano ad aspettarsi che l'economia tedesca cresca quest'anno.
In mattinata verranno diffusi i numeri preliminari delle indagini congiunturali sull'attività del settore privato della zona euro, Germania e Francia nel mese di agosto, utili per tratteggiare la dinamica dell'economia nel terzo trimestre, dopo i dati sotto le attese del pil della seconda frazione d'anno, e per valutare il possibile impatto della crisi cinese. Per quanto riguarda l'intera zona euro, l'indice Pmi composito, sintesi di manifattura e servizi, dovrebbe registrare una lieve frenata a 53,8 dal 53,9 precedente.
Sul fronte greco ieri il premier Tsipras ha annunciato le proprie dimissioni, chiedendo di andare al voto il prossimo 20 settembre. Prudenti le prime reazioni da Bruxelles: se dall'ufficio di Juncker l'auspicio è che il rapido ritorno alle urne allarghi il supporto alle misure previste dal piano di aiuti, Dijsselbloem ha ricordato come sia cruciale che Atene rispetti gli impegni senza ritardi. Oggi Meimarakis, leader del principale partito di opposizione Nea Demokratia, dovrebbe ottenere dal presidente della Repubblica il mandato di formare il nuovo governo sebbene, visti i numeri in Parlamento, le chance di successo sono praticamente nulle.
Nelle prime contrattazioni, lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi si allarga a 127 punti dai 124 della chiusura di ieri, per un tasso dell'1,83%. Il differenziale Bonos/Bund avanza a 145 punti per un rendimento del 2,01%. Si torna, intanto, a respirare aria di aste in Italia. A mercati chiusi il Tesoro comunicherà i dettagli dei collocamenti di Ctz e Btpei in agenda mercoledì prossimo.
L'euro è in rialzo sul biglietto verde a 1,12798 da 1,1241 dell'ultima chiusura e il prezzo del petrolio è ancora in discesa e ha intercettato la soglia psicologica dei 40 dollari. L'attività manifatturiera in Cina arretrata ai minimi da sei anni e mezzo rafforza i timori per l'economia cinese, il cui indebolimento, insieme alle forniture eccessive, sta azzoppando i prezzi delle materie prime.
I future sul Light crude Wti arretrano di 52 centesimi a 40,80 dollari, dopo un minimo da sei anni e mezzo a 40,21 dollari. I future sul Brent cedono 61 centesimi a 46,01 dollari al barile. Il calo dei prezzi del greggio, unito al rallentamento dell'economia cinese, si riflette sulle aspettative di inflazione della zona euro, dove per la prima volta dall'avvio del Qe i mercati hanno ripreso a prezzare una caduta dei prezzi da qui a un anno.
Il sentiero di lenta ripresa dei prezzi pronosticato dalla Bce nelle previsioni economiche di giugno potrebbe essere messo in discussione. Parlare di taglio delle stime a settembre è prematuro, secondo Nowotny, che tuttavia ha ammesso come la Bce non possa mettere in conto un rapido rimbalzo dei prezzi.
Sul listino milanese, mentre l'indice Ftse Mib perde l'1,79% a 21.977 punti in una giornata caratterizzata anche dalle scadenze di futures su azioni e opzioni, scivolano ancora i titoli petroliferi: Eni (-1,36% a 14,48 euro), Tenaris (-1,77% a 11,10 euro) e Saipem (-1% a 7,30 euro). L'ad di Eni , Claudio Descalzi, ha incontrato a Mosca l'ad di Gazprom, Alexey Miller. Le due società hanno confermato l'intenzione di continuare a collaborare attivamente nell'ambito del mercato del gas italiano ed europeo, soprattutto in merito ai contratti in essere.
Per alcuni nel colloquio Miller avrebbe parlato anche di collaborazione con Saipem sui progetti di Gazprom. Mentre di riflesso ai problemi della Cina arretrano di nuovo i titoli del lusso: Ferragamo (-1,88% a 25,61 euro), Tod's (-1,36% a 83,60 euro), Moncler (-1,60% a 16,04 euro), Yoox (-2,85% a 26,63 euro) e Luxottica (-3,74% a 59,15 euro) penalizzata anche da Goldman Sachs che ha tagliato il rating da neutral a sell e il target price da 59,4 a 57,1 euro.
Le vendite si accaniscono anche sulle banche: Unicredit (-1,16% a 5,94 euro), Intesa Sanpaolo (-1,46% a 3,23 euro) e Mps (-1,54% a 1,849 euro). Secondo le indicazioni fornite dalla responsabile della supervisione bancaria della Bce, Daniele Nouy, nel corso di un'intervista a una Tv finlandese nel 2016 gli stress test coinvolgeranno un numero ristretto di banche, compreso fra 50 e 60, ovvero quelle di dimensioni più rilevanti. E' dunque realistico pensare che gli istituti italiani sotto esame possano essere 5-8 rispetto alle 15 banche scrutinate nel 2014.
Sul fronte interno, e riguardo al settore delle banche popolari (Bpm -1,71%, Bper -1,75% e il Banco Popolare -1,01%), MF scrive che a settembre dovrebbe partire il ricorso alla Corte Costituzionale da parte della giunta della Regione Lombardia annunciata a maggio. Un'iniziativa che potrebbe non essere isolata. Intanto l'assemblea sulla trasformazione in spa di Ubi Banca (-1,53% a 7,10 euro) potrebbe essere convocata per il 10 ottobre e dovrebbe tenersi a Brescia.
Attenzione, infine, a Generali (-0,81% a 17,05 euro), perché la controllata Generali Real Estate sarebbe vicina a vendere un portafoglio immobiliare in Olanda del valore di 212 milioni di euro a Tristan Capital Partners, e a Dea Capital (-2,78% a 1,331 euro) perché il gruppo De Agostini vuole quotare Idea Real Estate entro fine anno. Prima della quotazione la controllata nel real estate ha deciso di acquistare un portafoglio di immobili di Unicredit raccolti nel fondo Omicron Plus gestito dalla sgr del gruppo Idea Fimit per oltre 400 milioni di euro.
2. TREMA L' AUTO TEDESCA BORSA -30%IN 5 MESI PESA LA FRENATA CINESE
Luca Pagni per “la Repubblica”
Si dice che la Borsa anticipi sempre le tendenze dell' economia reale. Interpretando prima che avvenga, la capacità di un' azienda o di un settore di sostenere gli utili grazie alle vendite. A ben guardare, è proprio quello che è accaduto al comparto dell' auto tedesca, con i titoli delle principali case tedesche che hanno imboccato la discesa ancora prima che i mercati finanziari globali andassero in tilt, in seguito alla svalutazione dello yuan cinese.
Nonostante i risultati positivi degli ultimi trimestri, tutte le principali "scuderie" che rappresentano il gotha dell' automotive made in Germany hanno lasciato sul terreno circa il 30 per cento della loro capitalizzazione a partire da marzo- aprile. Come si può vedere dai grafici di Borsa, il calo delle azioni di Volkswagen attorno al 32 per cento, il 30 per cento per Bmw e al 28 per cento per Porsche; mentre ha limitato i danni Daimler (meno 22 per cento).
Per gli analisti, il calo è legato alle prospettive di un settore che ha corso molto e che ha cominciato a subire già negli ultimi mesi il rallentamento delle economie emergenti. Ancora di più nelle ultime due settimane, dopo la decisione delle autorità di Pechino di svalutare: perché il mercato asiatico è tra i più importanti per le case automobilistiche tedesche.
I segnali si trovano anche nei dati societari. Bmw, nel secondo trimestre, ha dichiarato un utile nel settore auto di 1,82 miliardi rispetto a 1,96 attesi e ai 2,16 del 2014. Un calo ha dichiarato l' azienda - dovuto alle «condizioni difficili su molti mercati», in primis la Cina dove le vendite sono scese a maggio per la prima volta. Bmw ha detto che un ulteriore deterioramento delle condizioni in Cina potrebbe indurre una revisione al ribasso dei target.
Pure Volkswagen guarda con attenzione a cosa accade in Asia, visto che la sola Cina garantisce il 9 per cento dei ricavi, ma vi produce il 50 per cento del profitto netto e il 71 pert cento del free-cash flow, il 22 per cento dell' utile operativo e il 45 per cento dell' utile prima delle tasse.
Il rallentamento del dragone ha portato anche Audi a rivedere i suoi obiettivi: da gennaio le vendite in Cina - che coprono un terzo dei volumi mondiali - sono cresciute "soltanto" dell' 1,9 per cento e giugno si è chiuso con un meno 5,8 per cento. E sarà tanto se il 2915 si chiuderà con lo stesso numero di auto vendute l' anno scorso, a quota 580mila unità.