di maio alitalia

UN DI MAIO DIRIGIBILE: ''ALITALIA? NON SARÀ DIRIGISMO DI STATO''. MA IL TESORO AVRÀ IL 20% DELLA COMPAGNIA, LE FERROVIE IL 30%, E ORA SPUNTA PURE L'IPOTESI DI FINTECNA PER TAPPARE IL BUCO CHE MANCA NELLE QUOTE - DELTA E EASYJET AVREBBERO FINO AL 45% MA GLI AMERICANI HANNO PIÙ DI UN DUBBIO DI LEGARSI ALLA LOW COST

Nicola Lillo per “la Stampa

 

 

Fintecna

Il ministero dell' Economia mette sempre di più le mani sul dossier Alitalia. Ieri nel palazzone di via XX Settembre, i tecnici del Tesoro - assente il ministro Giovanni Tria - hanno incontrato i commissari straordinari della compagnia e l' amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, che guida la trattativa per la cessione del vettore. Incontri tecnici, si spiega dal ministero, che sono serviti però a fare il punto sul ruolo che avrà il Tesoro nella nuova Alitalia.

 

L' ipotesi attuale è una partecipazione diretta del Mef tra il 15 e il 20%: una quota simile a quella che hanno i governi francese e (recentemente anche quello) olandese in Air France-Klm. «L' eventuale presenza diretta dello Stato nel capitale della nuova Alitalia non dovrà avere alcuna connotazione dirigistica - spiega il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio - ma sarà solamente a garanzia della serietà e del buon esito dell' operazione al fine di salvaguardare la società e i livelli occupazionali».

luigi di maio per san valentino

 

Di Maio si spinge a parlare di «un progetto lungimirante, ambizioso, a lungo termine e soprattutto definitivo». Parole pesanti, se si considera che è il terzo tentativo di salvataggio in appena dieci anni, durante i quali sono stati spesi senza successo soldi pubblici oltre 5 miliardi.

 

Ieri al ministero c' è stata prima una riunione tra i commissari e i tecnici del Tesoro per discutere della procedura e della situazione finanziaria dell' azienda, poi un secondo incontro in cui questi ultimi hanno parlato con i manager di Ferrovie.

 

Le questioni aperte sul tavolo sono ancora molte. Innanzitutto l' ingresso nella new company di Delta Airlines e Easyjet. Gli emissari dei due vettori domani si vedranno un' altra volta a Londra per approfondire il piano industriale e iniziare a mettere nero su bianco quote e investimenti. L' ipotesi attuale è che Delta arrivi a un 20-25% della nuova compagnia, mentre Easyjet potrebbe fermarsi intorno al 15%.

 

ANDREA GIURICIN, LE PERDITE DI ALITALIA E GLI UTILI DI FERROVIE

I rapporti tra i due gruppi però sono tesi, tanto che Delta era intenzionata a far saltare l' incontro di domani. Il motivo? Le pretese della low cost, che non sarebbero compatibili col piano immaginato dagli americani da un punto di vista finanziario e commerciale.

Easyjet vorrebbe più autonomia e insiste per uno spezzatino dell' azienda, che però le Ferrovie escludono categoricamente. C' è ancora poco tempo per trattare. Di Maio ha spiegato che servirà un piano ben definito entro la fine del mese: oggi si parla di circa 100 aerei (contro i 118 attuali) e 2 mila esuberi.

 

Mancano però ancora alcuni tasselli. Oltre alle Fs col 30%, i due vettori con circa il 40% complessivamente e il Mef al 15-20%, ci sono quote da coprire, che dovrebbero andare in capo ad aziende partecipate. Da settimane sono in corso contatti con Poste e secondo alcune indiscrezioni sarebbe spuntata anche l' ipotesi di Fintecna, azienda del gruppo Cassa depositi e prestiti, che controlla peraltro Fincantieri. La società potrebbe avere una piccola quota, intorno al 5-10%.

 

Intanto i sindacati si dicono allarmati e chiedono di chiudere in fretta la partita.

EASYJET CHECK IN

L' Associazione Nazionale Piloti ha già indetto un pacchetto di 72 ore di sciopero: le prime quattro ore saranno per il prossimo 25 marzo, dalle 10 alle 14.

DELTA AIRLINES

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